Con l’incontro dell’8 novembre scorso ha avuto inizio il percorso formativo organizzato dal Serra Club di Matera, riservato agli alunni referenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Matera e dei comuni della diocesi Matera-Irsina, propedeutico alla partecipazione al concorso scolastico abbinato alla VI edizione del “Premio letterario Mons. Francesco Conese”.
Il percorso formativo vedrà coinvolti gli alunni referenti, tutor nella propria classe, in un secondo incontro che si terrà il 7 dicembre, affinché possano essere messi in condizione di sviluppare la tematica del concorso dettata a livello nazionale dal CNIS:
“Ciascuno di noi è chiamato a costruire un suo progetto di vita, con il coraggio del navigatore alla ricerca del proprio orizzonte.
Papa Francesco invita ad usare armonicamente l’intelletto, il cuore e le mani e cioè il nostro pensare, il sentire e il fare. Come pensi di mettere in pratica questo invito?”
Gli oltre ottanta alunni,accompagnati dai genitori e dai docenti, sono stati accolti da S.E. Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, nel Salone
degli Stemmi della Curia Arcivescovile,situato in Piazza Duomo a Matera. Un nobile palazzo,accanto alla Cattedrale, il cui nome deriva dalle insegne araldiche che accompagnano i ritratti dei vescovi sulle facciate della sala che si è illuminata di una luce nuova grazie alla gioia e all’entusiasmo dei ragazzi.
Dopo i saluti del Presidente del Serra club di Matera – distretto 73-Puglia -Basilicata ,Gabriele Draicchio, e della Presidente della Commissione Concorso Scolastico, professoressa Lucrezia Carlucci, Monsignor Caiazzo ha letto ai ragazzi il testo della canzone di Jovanotti, “Pieno di vita”, esortandoli a guardarsi negli occhi e a scoprire le potenzialità enormi nascoste in ognuno e ad attingere ad una fonte di vita vera per essere felici.
Tra l’entusiasmo di giovani e adulti ha avuto inizio il laboratorio pedagogico della professoressa Margherita Lopergolo che ha spiegato agli studenti il fine di questo incontro di formazione, ovvero conoscersi per essere consapevoli di se stessi, tirando fuori emozioni, punti di forza,debolezze e valori.
Solo così si potrà dare un senso al nostro cammino tra spazi di luci che ci fanno restare e non fuggire dalla strada maestra.La professoressa ha sottolineato l’importanza di essere consapevoli dell’unicita’ di ogni individuo e della consapevolezza che vivere è un dono sempre e, proprio in questa società in cui tutto è estremamente variabile,in cui tutto cambia velocemente, i giovani,diamanti in attesa di essere levigati, sono i più a rischio di essere travolti dal riaffiorare dei sette vizi capitali sotto nuove forme espressive:consumismo, conformismo, spudoratezza, vuoto e,soprattutto, indifferenza.
I ragazzi sono stati invitati a costruire ponti e non alzare muri, come recitano le parole del Papa, e si sono stretti la mano in un bellissimo quadro di fratellanza e comunione.
Nel viaggio alla scoperta dell’interiorità dei ragazzi, la professoressa Lopergolo si è avvalsa di una cornice nella quale racchiudere i volti degli studenti come in un ritratto d’autore, di una rete con cui pescare i bigliettini contenenti i pensieri più profondi scritti da loro, e un taccuino sul quale appuntare le emozioni,le impressioni delle loro esistenze, per scoprire se sono abitate da Dio e quali sono i frutti della sua presenza nelle loro vite, a partire dai rapporti interpersonali, alla famiglia di provenienza e arrivare alla società che li circonda.
Solo dopo una profonda conoscenza di se stessi ci si potrà interrogare su cosa fare da grandi: la vocazione cristiana è innanzitutto il testimoniare la propria fede nella società in cui si vive.
Costruire una famiglia è una vocazione,fare del lavoro quotidiano una palestra di carità è una vocazione, sorridere e sostenere il fratello che ci passa accanto è una vocazione.
Pertanto, per seguire la propria vocazione è necessario un atto di coraggio che risvegli la nostra forza di volontà, senza la quale nessuno può fare nulla di grande, e che ci accompagni nel nostro esercizio dell’amore,della fede e della preghiera.
E come scrive Gio Evan in ‘Capita a volte che ti penso sempre’, alla domanda ‘Che vuoi fare da grande?’ rispondiamo che l’importante è innamorarsi sempre di quello che si sceglie di fare.
Al laboratorio pedagogico è seguito un laboratorio teatrale tenuto dalla dottoressa Rosy Piaggione, esperta di comunicazione e organizzazione eventi internazionali, la quale ha sperimentato, con la partecipazione vivace e collaborativa degli studenti, un momento molto coinvolgente di animazione improvvisata mettendo in scena un progetto di vita .
Il prossimo incontro con i ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado vedrà al centro del percorso formativo la vita di San Francesco d’Assisi con la lettura del bellissimo racconto di Hermann Hesse e la drammatizzazione improvvisata .
Mentre, il 24 novembre e il 15 dicembre, presso l’Oratorio della Parrocchia di San Giovanni di Matera, Don Francesco Gallipoli, insieme alla professoressa Lopergolo e alla dottoressa Piaggione,incontreranno gli alunni della Scuola Primaria per riflettere insieme sulla traccia del concorso :
“Cosa vorresti fare da grande? Descrivi il tuo progetto di vita per il futuro,le tue aspirazioni,i tuoi ideali”.