In occasione dell’attivo unitario Cgil, Cisl e Uil di Basilicata sul confronto tra i sindacati confederali e il governo nazionali sul tema delle pensioni e della legge di stabilità che si è svolto al Museo provinciale di Potenza, i segretari regionali Angelo Summa, Enrico Gambardella e Carmine Vaccaro hanno presentato il documento unitario per il lavoro e lo sviluppo della Basilicata con l’obiettivo di rilanciare il confronto con la giunta regionale. Il documento, che riprende e sviluppa alcuni dei temi già affrontati nel Manifesto per il lavoro – Basilicata 2020, è articolato in sette capitoli: industria 4.0, petrolio e automotive, forestazione, infrastrutture, Matera 2019, legalità e appalti, welfare, precariato. L’attivo unitario è chiamato ad approvare il documento definitivo dopo la fase di confronto interno con le categorie. Il documento sarà poi inviato alla giunta regionale con la richiesta della riapertura del tavolo negoziale.
Ha detto il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa: “Dobbiamo prendere coscienza della fase in cui siamo. I dati sull’economia lucana, le condizioni materiali delle persone e le tante criticità che stanno emergendo in questi ultimi mesi nei settori strategici della Basilicata, ci consegnano un quadro di una regione che rischia il suo smembramento e la sua stabilità politica, economica, sociale e finanziaria. Partiamo dai trasporti. Rischiamo – ha continuato – di non avere più un sistema pubblico dei trasporti, a fronte dei 49 milioni di euro che la Regione Basilicata dovrebbe pagare alle aziende del trasporto e che non è in grado di corrispondere. I lavoratori da 3 mesi sono senza stipendio con il rischio che questa condizioni diventi ordinaria e permanente. I problemi si affrontano alla solita maniera, mettendo le pezze alle emergenze senza una visione e senza una strategia”.
Summa fa riferimento anche alla forestazione e agli appalti pubblici. Sul primo punto ha dichiarato: “Cantieri che si aprono e non si aprono, annunci su annunci, con la rappresentazione del settore come se fosse assistenzialistico quando si tratta di lavoratori fondamentali per la cura e la tutela del territorio”. Sul secondo ha invece affermato: “Gli appalti pubblici in Basilicata coinvolgono la gran parte i lavoratori che, per effetto delle gare al massimo ribasso, hanno subito una decurtazione delle proprie condizioni economiche e salariali con una riduzione di orario. A causa di una pubblica amministrazione inerte e una incapacità politica, si stanno determinando ulteriori criticità: servizi esternalizzati per la spesa pubblica e condizioni negative di sfruttamento che si riversano sul settore degli appalti.
Non c’è capacità di dare risposta né traccia di confronto, sui temi del merito politico. La classe dirigente ha smarrito visione e confronto, dimenticando che governare esige delle idee e delle proposte. La condizione sociale delle persone non prescinde dalle scelte politiche. Occorre prendere consapevolezza che la condizione economica e sociale della Basilicata è conseguenza diretta delle politiche europee, del governo nazionale e del governo regionale, ognuno con le proprie responsabilità. Dalle politiche del Jobs Act e dei bonus per i giovani del governo nazionale al diritto allo studio, oggi precluso alle fasce più deboli. Sarebbe stato più utile prendere i 260 milioni di euro dei bonus ai giovani e trasferirli sulle politiche vere per il diritto all’istruzione”.
Summa ha poi precisato sul rapporto tra le politiche pubbliche e l’istruzione: “Basta guardare alla dotazione economica per la fascia 0-6 anni: 100 euro in media al nord, 44 al sud. Una decisione imposta dalle regioni del nord, in quanto discussa alla Conferenza Stato Regioni laddove le regioni del sud hanno perso rappresentanza politica. La questione meridionale negli ultimi anni è stata sostituita da quella settentrionale, alterando anche i numeri. Ogni cittadino italiano al nord riceve una spesa pubblica di 15mila euro all’anno, al sud poco più di 11mila euro. Il nord ha una dotazione economica finanziaria maggiore che si traduce in maggiori servizi. Il nostro sistema produttivo, già precario, viene così ulteriormente penalizzato dalla carenza di servizi pubblici. Bisogna riposizionare il mezzogiorno perché riacquisti la sua identità, perché se ogni regione si tiene quello che ha viene meno la coesione nazionale e il meccanismo di solidarietà, principi che vanno riaffermati con un programma che va riequilibrato. È questa una battaglia di cui ci dobbiamo far carico, perché da essa dipendono i due assi portanti per la tenuta di un paese, sanità e istruzione, che a loro volta dipendono dal riparto nazionale delle risorse”.
Sulla riforma sanitaria regionale, Summa ha precisato: “Il fondo nazionale della sanità è di 105 miliardi, la Basilicata ne riceve un miliardo e 32. Se quel meccanismo di trasferimento viene cambiato, potrebbero arrivare un miliardo e 100 milioni. Il riparto, però, non può essere fatto solo sul grado anagrafico senza tener conto delle condizioni di povertà altrimenti anche la sanità lucana rischia il cortocircuito. Perché se è vero che non ha subito il commissariamento è anche vero che le scelte che hanno caratterizzato la programmazione sanitaria regionale negli ultimi anni non vanno nella giusta direzione. Gli accorpamenti delle strutture ospedaliere del potentino sotto il San Carlo rappresentano la condizione di riforma “furba” in quanto per sfuggire ai parametri di equilibrio tra spesa e entrate, la Regione Basilicata ha trovato l’escamotage di cambiare la condizione giuridica delle aziende ospedaliere risolvendo il problema e mantenendo l’equilibrio economico. Così facendo rischiamo di far arretrare il San Carlo, azienda regionale che deve garantire l’alta specialità e i lea di secondo livello, favorendo l’emigrazione sanitaria”.
E poi il reddito minimo: “Il reddito minino – ha detto – ha interrotto le politiche dei bonus card carburanti e oggi abbiamo 150 milioni di euro che possono essere utilizzati nelle misure di sviluppo e di altro reddito minimo, purché quest’ultimo non diventi la nuova frontiera di lavoratori sfruttati nelle amministrazioni pubbliche comunali. All’incontro che in proposito si terrà il 23 novembre prossimo chiederemo di perimetrare le attività da svolgere, affinché non si incrocino con quelle istituzionali delle pubbliche amministrazioni”.
Il segretario ha concluso sulla vertenza pensioni, ricordando che il dibattito è ancora in corso. La piattaforma unitaria ha come obiettivo la modifica della legge Fornero affinché si renda il sistema previdenziale più flessibile.