Basilicata “città diffusa”, “città territorio”, “comunità intelligente”. Studiare il quadro economico, sociale e tecnologico attraverso l’integrazione delle tecnologie preposte all’osservazione della Terra con quelle dell’informazione e della comunicazione. Avviare attività di ricerca e sperimentazione in efficienza energetica, mobilità sostenibile, valorizzazione del patrimonio urbano, culturale e paesaggistico. E’ un po’ tutto questo e altro ancora “Smart Basilicata”. Se ne è discusso oggi, al Cnr di Tito, in un convegno dal titolo “Lo strumento Smart Cities applicato alla città territorio: gli sviluppi del progetto SMART Basilicata”. Un incontro funzionale alla presentazione dei primi risultati del progetto e dell’avvio delle attività formative che coinvolgeranno 53 giovani laureati destinatari di borse di studio.
“L’avventura delle Smart Cities è nata nel 2012 quando ero assessore alle Attività produttive e quando fu istituito il Tavolo della Ricerca. A distanza di cinque anni, il Paese e la regione Basilicata, pur tra mille contraddizioni, hanno registrato una cifra sempre più alta di qualità dando una serie di risposte adeguate alle sfide del tempo. Abbiamo puntato sull’innovazione tecnologica provando ad invertire il paradigma a cui siamo stati sempre abituati”. Lo ha detto il Presidente della Regione, Marcello Pitettella per il quale “la Basilicata è il driver di sviluppo per tutta Italia; baricentro dell’Europa nel Mediterraneo; ponte sull’Africa e sull’Asia. Il motore della crescita e della competitività passa attraverso digital transformation, smart cities e smart communities e gira a tre eliche: università e mondo della ricerca; imprese; istituzioni. Dobbiamo continuare a procedere su questo solco, abbandonare i vecchi retaggi usati solo per demolire facendo finta che il mondo non stia cambiando, lasciarci alle spalle i vecchi paradigmi che per troppo hanno limitato la Basilicata. Quanto più saremo consapevoli di tutto ciò che si sta muovendo, tanto più ne trarremo occasioni positive per il futuro”.
“Questo progetto, sin dal suo avvio, ha attivato un processo virtuoso in cui i vari soggetti del mondo della ricerca si offrono alle imprese, secondo una metodologia altrettanto virtuosa che punta sui cluster”. Lo detto l’Assessore alle Attività produttive della Regione Basilicata Roberto Cifarelli sottolineando che: “Oltre ai due già attivati, dell’aerospazio e della bioeconomia, si sta per aggiungere il cluster dell’automotive e, presto, anche quelli dell’industria culturale e dell’energia. Le linee giuda nazionali definiranno ancora meglio i cluster in un’innovativa strategia di sviluppo del Paese sempre più specializzata e capace di intercettare i fabbisogni delle imprese. Daremo ulteriore energia allo sviluppo dei cluster potendo contare sulle risorse, regionali e nazionali, del Piano di aiuti all’innovazione e ai servizi innovativi: lo strumento politico industriale con cui si potranno aggiungere ulteriore tasselli sistematici per creare nuove occasioni di sviluppo”. Il bando Energia e Industria 4.0, le Giornate dell’innovazione di ottobre, la sperimentazione del 5G: sono alcuni degli strumenti che l’Assessore Cifarelli ha ricordato tra i fattori capaci di intervenire per fare della Basilicata “una regione competitiva tanto quanto le altre, in un quadro di ritrovata capacità di unione, a partire dalla coesione tra ricerca, imprese e istituzioni”.
“Il mondo sta cambiando e la ricerca lo registra: un cambiamento che procede per salti quantici. Questo, in Basilicata lo abbiamo visto con l’esperienza memorabile di Matera Capitale europea della Cultura: la più bella vittoria dell’immateriale, capace di rompere i paradigmi tradizionali, come quello dello sviluppo del Mezzogiorno. Un salto quantico che azzera in un sol colpo l’antico divario Nord Sud rimasto irrisolto da Cavour a Gentiloni”. Lo ha detto il Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Vito De Filippo. “Da quando è nato il progetto Smart, voluto dall’allora Ministro Profumo, sono passati cinque anni e nel frattempo sono successe tante cose. Quella di Matera è stata un’esperienza smart: la dimostrazione che, nel frattempo che si aspettano gli investimenti stimati o che si colmi il gap infrastrutturale, si possono fare anche cose straordinarie. L’innovazione è la possibilità di uscire da una stanza chiusa a chiave, in cui si è costretti: Matera è il simbolo di un capovolgimento potente di quella che prima era marginalità e arretratezza”. Nel mettere in parallelo l’esperienza di Matera con quella del progetto che tanto punta su ricerca e innovazione, De Filippo ha, tra l’altro ricordato che “Il Decreto Mezzogiorno introduce un’emblematica visione perequativa in riferimento alla ripartizione dei fondi tra le Università” e che “la Legge di Bilancio prevede oltre 1600 assunzioni di ricercatori in tutta Italia, assegna ai ricercatori contratti biennali e punta alla stabilizzazione triennale”.
Nel corso del convegno, coordinato dal direttore del CNR IMAA, Vincenzo Lapenna, sono intervenuti il Prefetto di Potenza, Giovanna Cagliostro; il sindaco di Potenza, Dario De Luca; l’assessore del Comune di Matera, Vincenzo Acito; il sindaco di Tito, Graziano Scavone. Hanno illustrato le loro relazioni il responsabile scientifico di R&S, Monica Salvia del CNR IMAA e il responsabile del progetto di formazione, Francesco Sdao dell’UNIBAS che ha portato i saluti della rettrice dell’Università di Basilicata Aurelia Sole. Intervenuti anche i partner di progetto: Giovanni Carlo Di Renzo, professore ordinario dell’Università degli Studi della Basilicata; Massimo Comparini, vice presidente TeRN – amministratore delegato di e-Geos; Giacobbe Braccio, responsabile unità tecnica tecnologie Trisaia (UTTRI) ENEA; Gioacchino Marino Cerrato, responsabile distribuzione territoriale e-Distribuzione; Carmela Cornacchia, responsabile ufficio R&S del CNR IMAA; e in chiusura il presidente di TeRN, Antonio Colangelo.