Testamento biologico e suicidio assistito. Se ne torna a parlare anche dal punto di vista scientifico. Questo perché in Italia circa il 90% della popolazione affetta da patologie croniche si ricovera in ospedale nell’ultimo mese di vita e la gran parte muore in ospedale. L’attuale mancanza di leggi relative a testamento biologico, limitazione delle cure, sedazione palliativa e suicidio assistito costringe i medici, gli infermieri e i pazienti a interventi futili e inutilmente aggressivi. L’Italia è in forte ritardo con la definizione legislativa delle problematiche etiche e deontologiche del ‘fine-vita’ che caratterizza l’evento assistenziale conclusivo della “traiettoria della cronicità”. Il prevalere di una cultura e di un’organizzazione di tipo ospedaliero hanno prodotto ‘la medicalizzazione della morte’ con la conseguenza di un inutile quanto sofferto ‘prolungamento dello stato terminale’.
Di questo, soprattutto, si discuterà a Martina franca, venerdì e sabato 24 e 25 novembre prossimi, durante il congresso regionale Cronicità e complessità: la Medicina interna ponte tra ospedale e cure primarie, organizzato dalla sezione Puglia e Basilicata della Società italiana di medicina interna (Simi), e valido per la formazione ecm di medici e specialisti. Nella due giornate è previsto altresì il simposio satellite La medicina interna e l’assistenza al malato cronico tra etica, deontologia e problematiche del fine vita, aperto anche a cittadini e associazioni.