Dina Sileo, Coordinatore Regionale “Vicario” di Forza Italia contesta i requisiti imposti dalla Regione Basilicata ai titolari di licenza di caccia. Di seguito la nota integrale.
Pubblicazione sul sito del Dipartimento Politiche Agricole e Forestali del fac – simile di domanda per accedere ad altri nuovi corsi di formazione per tutta una serie di figure tra cui: abilitazione a conduttore di cane da traccia; abilitazione a conduttore di cane limiere; abilitazione al monitoraggio della beccaccia con cane da ferma; abilitazione per il controllo della specie cinghiale ; abilitazione per il controllo delle specie volpe e corvidi.
Rivolto ai titolari di licenza di caccia e, sempre nello stesso documento, viene richiesto oltre al possesso del porto d’armi in corso di validità, un versamento di euro 25,00 per ciascun corso prescelto e la dichiarazione secondo il D.Lgs. 196/2003 per il trattamento dei dati personali. Cacciatori lucani un po’ perplessi. Negli anni passati per partecipare a tali attività veniva richiesto dalla stessa Regione, dagli Enti Parco, nonché dagli A.T.C. (ambiti territoriali di caccia), tutta una serie di requisiti tra cui:
Essere titolare di porto d’armi ad uso caccia da almeno tre anni; non aver mai riportato condanne penali definitive relativamente all’esercizio illecito dell’attività venatoria, né aver fatto mai ricorso al beneficio di cui all’art. 444 c.p.p. (patteggiamento) per le medesime fattispecie penali salvo richiesta di riabilitazione relativamente alle condanne di che trattasi;non aver riportato sanzioni amministrative per caccia in zona preclusa all’esercizio venatorio, o in orario o periodo non consentito; non aver riportato più di una sanzione amministrativa, in materia di caccia, negli ultimi cinque anni; essere proprietario, di arma a canna liscia o rigata di calibro compreso tra 5,6 e 8 mm, munita di ottica;Età minima richiesta anni 21 compiuti; età massima ammissibile anni 75 compiuti; titolo di studio minimo licenza media inferiore. I requisiti sopra elencati dovevano essere posseduti al momento della presentazione della domanda.
Dall’analisi dei requisiti richiesti Forza Italia osserva: Si rispetta la norma quadro in materia e mi riferisco in particolare all’art.22 comma 10 della legge 157/92? I precedenti bandi rispondevano a tutte le prescrizioni di legge, ad oggi, invece, sembrano lacunosi e generici. La Regione,infatti, questa volta mette la sicurezza in secondo luogo per fare numeri. Altri scopi sembrano animare il provvedimento. Per non parlare poi dei requisiti richiesti per i cani da utilizzare.Tecnicamente, dopo che gli aspiranti cacciatori superano le prove, devono munirsi dei relativi ausiliari secondo quanto sancito con Delibera di Giunta n.148/2017 che prescrive l’utilizzo di ausiliari abilitati E.N.C.I., e quindi iscritti ENCI, e non di altri cani (forse anche tecnicamente più preparati e ben addestrati), con regolare iscrizione all’anagrafe canina, unico requisito richiesto dalla norma nazionale.
I neo cacciatori formati, quindi, dovranno aggiungere ulteriori costi per essere possessori di un ausiliare targato ENCI e da quest’ultimo abilitato, dietro pagamento ovviamente.
E’ giusto e corretto che coloro che si accingono a voler diventare cacciatori, sappiano queste cose. Cosa accade per i possessori delle medesime qualifiche già acquisite? Sono ritenute valide le precedenti abilitazioni rilasciate dalla stessa Regione, dai Parchi o dagli ATC su programma e docenza regionale? L’interrogativo è d’obbligo. La Regione ed il nuovo Dipartimento competente, per riallineare le disposizioni abroghera’ tutto ciò che ha licenziato in precedenza? I cacciatori attendono risposta.
Avv. Dina Sileo – Coordinatore Regionale “Vicario”