La Cgil Basilicata parteciperà con oltre 40 pullman da tutto il territorio regionale alla mobilitazione nazionale di sabato 2 dicembre proclamata dall’organizzazione nazionale con l’apertura delle vertenza previdenziale e che si terrà a Bari per le regioni del sud.
Una mobilitazione importante e necessaria per dare forza e continuità alla vertenza pensioni che ha l’obiettivo di bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile, garantire un futuro ai giovani e assicurare una effettiva rivalutazione delle pensioni attraverso una modifica sostanziale del sistema previdenziale.
Il confronto, infatti, si è mosso dentro un sentiero stretto di risorse, effetto già di scelte sbagliate ancorate al terreno delle deroghe e dei piccoli interventi che rendono ancora incerto il sistema previdenziale.
L’impegno della Cgil rimane quello di modificare la legge Fornero che non è stata una riforma previdenziale ma una manovra finanziaria che ha scaricato sui lavoratori e sui pensionati l’onere del risanamento dei conti pubblici.
L’attuale quadro normativo anziché correggere alcune storture profonde della legge Fornero,introduce ulteriori elementi di irrigidimento a partire dall’innalzamento dell’età a 67 anni e quello di anzianità a 43 e 3 mesi di contributi.
Per queste ragioni la Cgil ritiene che bisogna creare un nuovo sistema previdenziale,improntato sulla flessibilità in uscita, che sappia tenere assieme tutte le generazioni e che consenta maggiore libertà al lavoratore nella scelta suquando andare in pensione, in coerenza con la piattaforma sindacale che prevede la possibilità di scelta fra 62 anni e 70 anni o i 42 anni di contributi per tutti.
Afferma il segretario generale della Cgil Basilicata Angelo Summa: “Le modifiche proposte dal governo non rispondono alle richieste avanzate dai sindacati né rispetto alla pensione dei giovani e delle donne né rispetto all’aspettativa di vita. Ciò dimostra la scarsa attenzione del governo ai temi del lavoro, lasciando aperte molte questioni a cominciare dal rinnovo dei contratti pubblici. Gli effetti di tali decisioni, in Basilicata e nel sud in generale, sono ancora più drammatiche. Parliamo di territori dove il livello di emigrazione giovanile è molto alto, i dati sulla disoccupazione, specialmente quella giovanile, non tendono a diminuire mentre cresce lo spopolamento. In una regione sempre più anziana e dove i giovani stentano a trovare una occupazione o, se la trovano, sono soggetti a contratti atipici e discontinui, viene meno la tenuta stessa del sistema welfare. Ecco perché saremo in tanti il 2 dicembre a Bari per chiedere al Parlamento di impegnarsi in questa partita che non riguarda strettamente solo le pensioni, ma la tenuta stessa del Paese cui dobbiamo restituire speranza e fiducia”.