In data 21 Novembre 2017 si è svolto presso il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Bari. Alla presenza del Dirigente generale dottor Carmelo Cantone un incontro con i sindacati regionali rappresentanti la polizia penitenziaria della Puglia e Basilicata, circa il nuovo organico stabilito dal decreto ministeriale del 2 Ottobre 2017 a firma del ministro della giustizia Andrea Orlando che penalizza tutto il sistema penitenziario italiano, ma particolarmente le regioni di Puglia e Basilicata.
In questi mesi se non anni, tutti i sindacati della polizia penitenziaria hanno denunciato le gravi problematiche presenti pressi le carceri pugliesi e lucane a causa del sovraffollamento dei detenuti tra i più alti della nazione, (quasi il 150% dei posti disponibili) a cui si contrappone una grave carenza di poliziotti, stimata in almeno 500 unità per le due regioni.
Ciò ha di fatto ha quasi azzerato la sicurezza delle carceri sia nelle sezioni detentive che sui muri di cinta , soprattutto nelle ore serali e notturne , in cui la polizia penitenziaria è ridotta al minimo.
In alcuni penitenziari nelle ore serali nonostante ospitano alcune centinaia di detenuti tra cui moltissimi appartenenti alla malavita organizzata, il numero di agenti in servizio non supera le 10 unità.
Questa carenza di controllo ha fatto aumentare in maniera considerevole gli eventi critici quali autolesionismo, risse tra i detenuti, che ultimamente sfogano la loro violenza anche contro i poliziotti, con minacce, aggressioni sia verbali che fisiche.
A questo grido di allarme di cui tutti i massmedia hanno dato e danno giornalmente conto, ha risposto il ministro della Giustizia Orlando che invece di dare una speranza, in maniera irresponsabile ha inferto il colpo mortale alla polizia penitenziaria del distretto e di conseguenza alla sicurezza delle carceri pugliesi e lucane.
Infatti il decreto in questione invece di aumentare le piante organiche per far fronte alle emergenze, le diminuisce di oltre 500 unità, nonostante a breve verranno consegnate altre sezioni detentive di 200 posti ciascuna a Lecce, Taranto, Trani.
Il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria ritiene che la colpa di questo eversivo provvedimento che di fatto azzera la sicurezza nelle nostre carceri non sia solo del Ministro, ma anche dei suoi più stretti collaboratori del DAP, a partire dal Capo del Dipartimento e del Dirigente Generale della Formazione .
Avremmo voluto guardare in faccia il Ministro e i vertici del DAP per chiedere che cosa ha fatto di male la polizia penitenziaria per essere trattata in questo modo assurdo, incredibile inaccettabile.
Il SAPPE a questo punto non certo per creare allarmismo, non si meraviglierà se prossimamente si potrebbe assistere ad evasioni multiple oppure ad episodi di violenza sempre più cruenti, poiché i livelli di sicurezza scenderanno sempre di più, a causa della carenza di poliziotti che diventerà sempre più grave, a seguito dei pensionamenti che hanno raggiunto una media di circa un centinaio all’anno.
Finora la polizia penitenziaria nonostante le minacce, le aggressioni, lo stress, lavorativo che li costringe a turni massacranti oltre l’orario previsto dai contratti(oltre le 12 ore) ,oppure ad occupare più posti di servizio contemporaneamente, ha cercato di tappare ogni falla in una barca che sta per affondare, però con questo decreto è stata stesa al tappeto e non crediamo che riuscirà più a rialzarsi, con conseguenze terribili per tutti.
Il SAPPE alla luce di ciò ha deciso di denunciare penalmente il Ministro Orlando , il Capo del DAP ed il Dirigente Generale della Polizia penitenziaria per procurato disastro poiché con il loro provvedimento che ha abbassamento in maniera irresponsabile gli organici delle carceri pugliesi e lucane, porterà a gravi situazioni emergenziali non solo all’ordine pubblico derivanti da episodi cruenti che potrebbero colpire i cittadini(evasioni ed altro), ma anche all’incolumità e salute dei poliziotti penitenziari.
Ciò in quanto non ci dovranno essere più dubbi sui responsabili dei prossimi eventi critici o drammatici che d’ora in poi, purtroppo, potranno verificarsi con maggior frequenza presso, le nostre carceri.