Cristina Amenta, Camilla Brunelli, Alex Cepile, Rosa Giacomobello, Marilena Laddaga, Tommaso Santoro Cayro, Costantino Rizzuti, Valeria Semenzato, che hanno partecipato al primo workshop dell’Open Design School contestano in una lettera aperta inviata alle istituzioni comunali, regionali e nazionali e alla Fondazione Matera-Basilicata 2019 le decisioni assunte per il progetto di allestimento della Cava del Sole, attraverso l’incarico all’architetto Mattia Antonio Acito, che si realizzerà con gara di evidenza pubblica”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Open Future Open Culture Open Design School
Il primo settembre 2016 partiva a Matera il primo workshop dell’Open Design School, ideato da Joseph Grima, al quale 15 giovani professionisti e creativi hanno partecipato dopo essere stati selezionati con bando internazionale di evidenza pubblica; scelti a formare un team interdisciplinare: 5 locali, 5 nazionali e 5 dall’Europa. Un responsabile scientifico Paolo Cascone, due coordinatori Marco Laterza e Diogo Rinaldi a loro volta selezionati attraverso un bando internazionale di evidenza pubblica, Rita Orlando responsabile del progetto per la Fondazione Matera-Basilicata 2019, Mattia Antonio Acito incaricato direttamente in quanto “esperto delle Cave”.
L’Open Design School è uno dei progetti della Fondazione Matera 2019 considerato “pilastro” della candidatura della capitale Europea della Cultura. Per il suo fondarsi sui principi dell’ ”Open Culture”, con particolare enfasi sul ruolo del design come forma di pratica culturale di rilievo in un processo di ricostruzione di comunità, città e società. Abbiamo tutti creduto nel progetto e partecipato al bando per dare forma alla prima scuola del genere in Europa.
Il team ha sviluppato, avendo come committente la Fondazione Matera 2019 ed il Comune di Matera, il concept della futura scuola ODS e del recupero funzionale della Cava del Sole.
In entrambi i temi è stato sperimentato un metodo di progettazione collaborativa che ha coinvolto attivamente la comunità locale. Una ricerca tesa a ripristinare memoria del luogo della cava inteso come luogo di produzione che ha generato nel tempo l’architettura dei Sassi. Il team ha ragionato per rendere la cava accessibile fruibile tutto l’anno immaginando uno spazio interattivo dove chiunque può diventare performer e prevedendo ovviamente la possibilità di ospitare grandi eventi. Il progetto inoltre ha previsto un percorso tra centro città e cava attraversando il Rione Piccianello che prevedeva interventi d’arte e di design nello spazio pubblico.
Con passione ed impegno abbiamo affrontato questa sfida in un clima non facile, confrontandoci costantemente con le istituzioni, gli esperti e la comunità, riscuotendo un consenso trasversale.
Si ricordano, tra le tante, le presentazioni pubbliche del progetto Cava del Sole con il Presidente della regione Basilicata Marcello Pittella, il Sindaco Raffaello De Ruggeri e la Commissione Consiliare Cultura, pianificazione strategica, attuazione del programma Matera 2019 del comune di Matera, il Presidente della Provincia Francesco De Giacomo, il direttore della programmazione della Regione Basilicata Elio Manti, il direttore generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, il consigliere economico del Governo Renzi Simone Tani, il direttore investimenti turistici della Cassa Depositi e Prestiti Alessandro Belli, il segretario del PD Matteo Renzi, i docenti dell’Università della Basilicata, l’architetto Guillermo Vazquez Consuegra; oltre che con tutti gli esperti che hanno partecipato al “processo” con gli Open Talk ed animato il dibattito sul progetto. Il tutto infine era stato mostrato alla città in tre esposizione pubbliche tenute in vari luoghi di Matera.
Il consenso ricevuto durante le presentazioni pubbliche è stato lo stesso che ha permesso al progetto ODS di andare avanti ed al progetto della Cava del Sole di essere finanziato per lo sviluppo successivo.
Per questo motivo siamo rimasti spiacevolmente sorpresi da come, questo lavoro e questo processo non sia stato adeguatamente valorizzato e portato avanti con lo stesso metodo, nonostante le numerose sollecitazioni da parte del gruppo. Dopo mesi di silenzio, apprendiamo dalla stampa, dell’evoluzione del progetto di allestimento della Cava del Sole, attraverso l’incarico all’ Arch. Mattia Antonio Acito che si realizzerà con gara di evidenza pubblica.
Ravvisiamo una contraddizione molto forte con i principi ispiratori del progetto Matera 2019, principi che hanno motivato giovani professionisti ad impegnarsi ed a credere in questo processo innovativo. Pensiamo, infatti, che una capitale europea debba mantenere vivi i principi per cui è stata eletta in fase di candidatura.
Avremmo preferito che il metodo culturale a cui abbiamo aderito fosse stato coerente con le azioni che si stanno attuando; al di là del poco tempo per avanzare e portare a compimento le opere, desideriamo che i processi che nascono partecipativi continuino con le stesse logiche, della condivisione pubblica e trasparenza. Ci chiediamo se sia congruo, a fronte degli impegni presi con L’Europa e con la comunità locale, affidare un incarico di questa portata e con questo significato, in maniera diretta o fiduciaria che sia.
Concludiamo questa lettera chiedendoci se non sia ancora possibile riprendere quel percorso, se non sia ancora possibile dare continuità al lavoro condiviso, adattandolo alle esigenze temporali imposte dall’avvicinarsi del 2019.
Per questo motivo scriviamo e chiediamo a tutti coloro che hanno con noi condiviso ogni step di questo progetto nodale per lo sviluppo della città, le istituzioni e la comunità, di intervenire per riportare questo percorso sulla strada della partecipazione e della coerenza.
Fiduciosi di potere ricevere un riscontro, riportiamo un estratto del dossier di candidatura.
“Fare uso della trasparenza in tutte le azioni pubbliche, mettere a disposizione della comunità locale, nazionale e internazionale tutte i dati utili per costruire nuovi modelli culturali, sociali ed economici partendo dalle azioni quotidiane sarà la sfida che Matera lancia a se stessa, al Sud, all’Italia, all’Europa. In un’epoca in cui tutte le decisioni sembrano essere minate dalla diffidenza per il tornaconto personale di chi le propone o le attua, in cui i social network sembrano generare un dibattito permanente il cui esito è solitamente molto sterile, la sfida di Matera 2019 sarà quella di portare all’attenzione e dentro il dibattito europeo temi e valori che noi crediamo cruciali per affrontare le grandi sfide continentali: l’intelligenza collettiva potenziale risorsa per lo sviluppo, l’uso sostenibile e innovativo del patrimonio culturale, la riconnessione tra arte, scienza e tecnologia, il rapporto tra partecipazione, cultura e cittadinanza.”
Pag.4; Dossier di Candidatura. Matera città candidata capitale europea della cultura 2019
Cristina Amenta, Camilla Brunelli, Alex Cepile, Rosa Giacomobello, Marilena Laddaga, Tommaso Santoro Cayro, Costantino Rizzuti, Valeria Semenzato.
(Partecipanti al primo workshop Open Design School)
Nel processo di partecipazione attiva e di intelligenza collettiva, avete tenuto conto delle brillanti e utilissime indicazioni peraltro documentate da Pio Abiusi, che porta la voce anche della più vasta comunità dell’associazione Ambiente e Legalità, che non certo è mosso da interessi personali? Avete considerato gli aspetti di sicurezza in un luogo che è una trappola per topi? O sogni e creatività prevalgono su tutto? Inoltre, se il progetto come dite ha avuto il consenso di tutti, perché scrivete “in un clima non facile”? inoltre le regole di affidamento devono seguire la legge non gli Open Talk, le disposizioni dell’ANAC, ma venite da Marte?
Sempre “culturalmente” parlando ma di sicuro i giovani professionisti sottoscritori della nota non ne sanno nulla : è rimasto qualcosa dei 230 mila Euro di cui disponeva l’open design school utili per parlare di chiacchiere anche non reali?
Ben svegliati addormentati, ma non avete visto che in tutte le attività di mt2019 si predica una cosa e se ne realizza un’altra? Questa è l’ennesima verrata!