Oltre agli interventi di contrasto al grave fenomeno di erosione costiera del Metapontino, su cui vigileremo per la più rapida ed efficace attuazione, tra i 385 progetti del nuovo Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico presentato dall’assessore Nicola Benedetto, quelli prioritari e da realizzare subito in provincia di Matera rappresentano una prima importante risposta al fenomeno diffuso ed allarmante in vasti territori del Materano. E’ il commento del vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) sottolineando in particolare che ai primi posti degli interventi ammissibili e quindi ai quali si darà rapidamente corso figurano l’adeguamento degli argini del fiume Bradano in un ampio tratto ricadente nella provincia di Matera per 11,5 milioni di euro, lavori di ripristino argini in località Giardini in agro di Grassano (400 mila euro) per i quali ci siamo battuti insieme alla precedente Amministrazione Comunale Grassanese, il completamento delle opere di mitigazione del rischio e ripristino del reticolo idrografico a Montescaglioso (1,7 milioni di euro), la messa in sicurezza del centro abitato di Stigliano (2 milioni di euro), la sistemazione idrogeologica del Fosso San Pietro di Pomarico (900mila euro), interventi di consolidamento del centro abitato di Pisticci (4,8 milioni), lavori di difesa spondale a Ferrandina (7 milioni), il consolidamento dell’area di valle di corso Dante a Salandra (925mila euro), lavori di ripristino e protezione spondale fiume Cavone-tratto Scanzano (700mila), per citare i più rilevanti.
Il Piano inoltre – aggiunge – avrà ricadute sull’imprenditoria locale del settore per l’affidamento di lavori e servizi di importo inferiore alle soglie comunitarie a 79 operatori economici della provincia di Matera, in aggiunta ad un altro centinaio di imprese che parteciperanno ai bandi di gara, e sull’attività delle libere professioni tecniche per un totale di 452 tra ingegneri, architetti, geologi, geometri, agronomi di cui il 75% professionisti lucani.
E’ evidente che di fronte ad una densità di dissesti pari a 27 frane per ogni 100 kmq ed un censimento di 7.500 frane accertate complessivamente sull’intero territorio regionale per una superficie di 260 kmq – dice Castelluccio – non ci sono fondi che bastano e progetti sufficienti. Ma iniziare ad affrontare questo che è un problema antichissimo e che è un pericolo innanzitutto per i residenti di tanti piccoli centri abitati e contrade rurali è un segnale da cogliere.
L’impegno futuro va rivolto al Governo e al Parlamento che verranno eletti il prossimo anno perché quelli sinora in carica hanno fatto troppe chiacchiere in aula e nei palazzi dei Ministeri e pochi fatti.