La periodica interruzione dell’attività dei cantieri di forestazione nel territorio dell’Area Programma Val d’Agri,oltre alla necessità di garantire tempi veloci in tutti i passaggi amministrativi, tra i quali al primo posto c’è sempre il trasferimento dei fondi finanziari dalla Regione all’Area Programma, come sempre assegnati con il conta gocce e in ritardo, ripropone l’esigenza di un progetto più complessivo che superila limitatezza degli attuali interventi di conservazione e salvaguardia ambientale. E’ questa la posizione dell’Associazione Bene Comune Viggiano contenuta in una nota a firma del presidente Vittorio Prinzi.
Istituzioni locali e regionali, sindacati, lavoratori e famiglie della valle sono costretti – è scritto nella nota – continuamente ad occuparsi del solito problema che si ripeterà all’infinito, magari – ci auguriamo – con meno disagi per gli operai forestali, ma pur sempre presente e persistente se non si affronta, una volta per tutte alla radice, attraverso una strategia di programmazione di risorse finanziarie, umane e naturali.
Il piano di assestamento forestale – continua la nota – ha rappresentato per lungo tempo il riferimento principale della pianificazione del patrimonio naturalistico ed arboreo. Oggi la pianificazione è articolata su più livelli: a livello regionale il piano forestale regionale individua le linee di programmazione a medio lungo termine e definisce le linee generali di politica forestale e le linee operative per la salvaguardia delle caratteristiche ambientali, sociali ed economiche; a livello sovra aziendale la pianificazione del territorio forestale viene definita nell’ambito di piani forestali comprensoriali; a livello aziendale lo strumento pianificatorio si identifica nei piani di assestamento forestale e nei piani di gestione forestale. Nell’accezione più moderna – sottolinea Prinzi – la pianificazione e l’assestamento forestale rappresentano il mezzo con il quale è possibile attuare l’uso sostenibile delle risorse forestali. I due concetti chiave per una gestione sostenibile delle foreste dunque – continua – sono la multifunzionalità e la politica del territorio. E’ dunque compito degli amministratori dei Comuni del Parco, dell’Area Programma, della Regione, oltre che dell’Ente Parco, attuare progetti di forestazione produttiva, tenuto conto che lo strumento dei parchi contribuisce a preservare e a promuovere la creazione di valore aggiunto della produzione interna di legno e dell’intera filiera del legno favorendo nuove occasioni di sviluppo ed occupazione.
Alla base di tutto – dice ancora Prinzi – c’è la scarsa convinzione che i cantieri forestali non solo soltanto lo strumento per garantire tra le 115 e le 150 giornate lavorative l’anno ad una platea di persone che non ha altra occasione di occupazione e di reddito quanto piuttosto lo strumento per garantire la tutela del territorio specie da frane, smottamenti e continue aggressioni. Ma anche per il piano 2017 di forestazione abbiamo perso questa occasione per imprimere una svolta ed individuare le motivazioni della spesa solo parziale relativa ai progetti della cosiddetta “perizia Eni” di compensazione ambientale.