Consegnare “le chiavi di casa” della narrazione del territorio a chi ne dovrebbe diventare un abitante attivo e scoprire nuovi punti di vista di una terra ancora tutta da raccontare. Venerdì 15 dicembre 2017, alle ore 10,30, nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi gli studenti dei Licei Classico e Artistico di Matera incontreranno il noto giornalista e scrittore Emilio Casalini, vincitore nel 2012 del Premio giornalistico televisivo “Ilaria Alpi” con un’inchiesta sul traffico internazionale di rifiuti e nel 2010 del Premio giornalistico “Enzo Baldoni” con un documentario sulla condizione dei giovani in Iran.
Continuano le iniziative legate al progetto della scuola finanziato dal MIBACT “Scuola: Spazio Aperto alla Cultura – Pensare e abitare i luoghi” finalizzato a creare percorsi formativi innovativi e ad aprire finestre su scenari professionali, attuali e futuri, di cui la nostra terra ha un estremo bisogno. Un progetto che per questa particolare tematica ha il supporto del Polo Museale per la Basilicata e quello dell’Assessorato Politiche Sociali del Comune di Matera con la collaborazione con il Festival Metropolis 2017.
I ragazzi che vivono in un determinato territorio nella maggior parte dei casi non lo conoscono se non in modo superficiale. I progetti di narrazione identitaria sono uno strumento per farlo raccontare direttamente da loro che, in questo modo, lo scoprono e ne offrono una visione per i viaggiatori e per i residenti che, spesso, ne ignorano il valore. Questo ha spinto gli studenti a cercare il confronto con Emilio Casalini a partire dal libro “Rifondata sulla Bellezza” (Spino Editore) in cui i progetti di narrazione identitaria sono uno dei principali strumenti, oggi spesso mancanti, di valorizzazione del nostro territorio e della nostra cultura. Per contrastare il dilagante fenomeno del turismo “mordi e fuggi” e low cost. A Matera, città che ha ridisegnato una sua narrazione recuperando la propria identità e riuscendo a trasformarla in motore di sviluppo, alla vigilia dell’evento ormai prossimo del 2019, moltissimi ancora sono gli strati identitari che possono essere riscoperti in ogni settore: architettonico, culturale, paesaggistico, enogastronomico, artistico, artigianale, agricolo per essere poi degnamente raccontati. Con strumenti nuovi che possono essere affidati alle menti e alle mani dei nostri giovani.
La narrazione di ciò che siamo è la base da cui partire. Il territorio e le sue strade, possono diventare la tela su cui raccontare le infinite storie e caratteristiche dei nostri luoghi e accompagnare per mano il visitatore ma anche per rafforzare il rapporto tra gli abitanti e l’ambiente che li circonda, favorendone la ri – scoperta. Aprire a idee innovative sia per i contenuti che per gli strumenti, stimolare la creatività dei ragazzi, offrire un contatto reale e tangibile tra abitanti e istituzioni conducono al radicamento empatico verso il territorio di appartenenza, a nuove prospettive occupazionali ancorate sui talenti personali degli studenti e indispensabili per affrontare la rivoluzione industriale 4.0., al coinvolgimento in prima persona e allontanamento dall’apatia riscontrata dagli psicologi dell’età evolutiva, alla riduzione della distanza tra giovani e società civile, diminuendo quel senso di sfiducia che pervade le recenti generazioni.
Soggetti coinvolti sono la scuola, luogo in cui gli studenti stanno lavorando in differenti settori e laboratori nei percorsi di narrazione identitaria, gli Enti Locali, gli Enti territoriali per la tutela, valorizzazione e promozione del territorio, gli esperti e le associazioni coinvolte.