La campagna olearia tuttora in corso in Basilicata registra per l’Oprol – Organizzazione Produttori Olivicoli Lucani – associata alla Cia 3 milioni di kg di olive lavorate, 510mila litro d’olio prodotto, un fatturato diretto di 210 mila euro ed un fatturato indiretto di 3,2 milioni di euro: sono questi i dati forniti a Matera nell’incontro “La nuova filiera olivicola-olearia” presso la Camera di Commercio. La campagna di produzione in corso – – ha riferito il presidente Rocco Pace – è davvero un’annata speciale: conferma le ottime aspettative sulla qualità degli oli che hanno elevate proprietà biofenoliche, che fanno tanto bene alla nostra salute. Anche rispetto alle quantità, sono confermate le previsioni di una raccolta tra il discreto e il buono a seconda degli areali di produzioneL’Oprolconta circa 3000 soci, di cui circa 2000 in provincia di Potenza e circa 1000 in provincia di Matera, e oltre 2.200 ha olivetati. La filiera è costituita dai soci olivicoltori, da quattro centri di raccolta olive situati a Lavello, Montescaglioso, Grassano e Ferrandina, da 4 tecnici agronomi presenti su tutto il territorio regionale, da 7 frantoi che producono olio extra vergine di oliva e commercializzano direttamente al consumatore finale, e da una rete commerciale indiretta che commercializza sempre direttamente al consumatore finale e quindi alle famiglie, in Italia e all’estero.
Nella filiera Oprol– ha sottolineato Pace – l’olivicoltore è posto al centro dell’attenzione, infatti può beneficiare di una molteplicità di servizi gratuiti quali l’assistenza tecnica e informativa; l’assistenza gestionale e formativa; il monitoraggio dei principali parassiti come la mosca olearia Bactroceraoleae; il monitoraggio settimanale con l’emissione del bollettino da parte dei tecnici agronomi afferente ai diversi areali olivicoli; Agevolazioni particolari ai soci che conferiscono minimo il 25% della propria produzione olivicola sulle potature e anche sull’acquisto di macchinari e attrezzature. I progetti futuri indicati riguardano il riconoscimento del disciplinare IGP dell’olio extra vergine di oliva Lucano; possibili accorpamenti con altre organizzazioni di produttori della Basilicata, un progetto d’investimento sui bandi in essere del PSR attraverso la sottomisura 16.0 afferente ai progetti di valorizzazione delle filiere PVF; la sottomisura 4.1 afferente al settore primario – aziende agricole-; la sottomisura 4.2 afferente al settore secondario – aziende di trasformazione; la sottomisura 3.2. (la promozione dell’olio Biologico)
La competitività della filiera olivicola Oprol passa attraverso il miglioramento della qualità degli oli extra vergini. Per ottenere un olio di alta qualità e garantire la sicurezza alimentare è indispensabile il controllo su tutta la filiera con precise disposizioni e procedure applicabili in tutte le fasi: dai nuovi impianti di oliveti ai rinfittimenti con specifiche varietà di olive, dalla coltivazione del terreno e della pianta alle modalità e tempi di raccolta, dal sistema di produzione e stoccaggio all’imbottigliamento e vendita diretta al consumatore finale. L’alta qualità e la sicurezza alimentare devono essere peculiarità certificate e garantite al 4 consumatore. Un aspetto molto importante per identificare un extra vergine di oliva di alta qualità e adeguata sicurezza alimentare è l’etichetta. L’etichetta è la carta di identità del prodotto ed è l’unico strumento di riferimento, sia per il consumatore consapevole che per il neofita/profano, per meglio comprendere e conoscere il contenuto di una bottiglia. Non solo dove nasce l’olio, ma quando nasce. Infatti, anche il regolamento UE 432/2012 permette di inserire informazioni aggiuntive per informare il consumatore riguardo i valori dei polifenoli, dei tocoferoli e vitamina E. Solo dopo aver prodotto un olio di alta qualità certificata si può proseguire con la valorizzazione su nuovi mercati nazionali ed internazionali. Una filiera olivicola come l’Oprol che si vuole proiettare nel mercato nazionale ed internazionale ha la necessità di essere competitiva in diverse attività. La prima: controllo integrale della filiera “dalla terra alla tavola”; proseguire l’attività con le altre associazioni di produttori olivicoli della Basilicata e L’assessorato del Dip. Agricoltura della regione Basilicata per il riconoscimento del disciplinare IGP dell’olio extra vergine di oliva Lucano presentato il 22 Novembre scorso a Matera. E’ stato avviato l’iter di tale riconoscimento presso il Ministero delle politiche agricole a Roma e successivamente presso la Comunità Europea a Bruxelles; – Massicce attività di comunicazione per la valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva della Basilicata in Italia e all’estero, perché allo stato attuale la nostra regione è perfettamente sconosciuta riguardo la produzione di olio extra vergine di oliva sul panorama nazionale, figuriamoci nei paesi esteri; – Realizzare attrattori enogastronomici come il museo dell’olio e della tradizione contadina della nostra regione, tali da essere ricettivi e sapere intercettare i diversi flussi turistici già presenti in Basilicata con centinaia di migliaia di presenze. Una per tutte Matera 2019 capitale della cultura e non solo. Anche perché l’agroalimentare, l’enogastronomia e il turismo sono oramai un connubio indissolubile per lo sviluppo economico e sociale della nostra regione. Un grande criticità esistente in tutta la regione nel settore olivicolo che ostacola fortemente la competitività e la valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva di alta qualità: è la vendita di olio sfuso e il lavoro nero. L’olio sfuso, chiamato anche olio paesano, viene venduto oramai ovunque in qualsiasi contenitore anche pluriuso, privo di ogni etichetta e di qualsiasi informazioni, senza nessun controllo sulla qualità e sulla sicurezza alimentare, senza nessun scontrino o ricevuta fiscale. Questa condizione prolifera sempre di più infatti, anche in annate come la scorsa produzione dove le quantità prodotte erano esigue, l’olio paesano era sempre disponibile. Questo ci fa capire – sottolinea il presidente dell’Oprol – come le truffe danneggiano il settore olivicolo e ingannano i consumatori. Riguardo ai prezzi di vendita dell’olio cosiddetto paesano poi c’è di tutto: dai 4 euro a salire. A questo va aggiunto l’ulteriore criticità di tante truffe e sofisticazioni acclarate messe in atto dai grandi marchi presenti nella grande distribuzione. L’olio extra vergine di oliva è diventato il primo prodotto in Italia più truffato e sofisticato.. Sostenere l’olivicoltura attraverso ulteriori finanziamenti e norme adeguate significa consentire lo sviluppo radicale del settore olivicolo ed evitare l’abbandono e le tante richieste di espianti. Fenomeno che aumenta in presenza di basso reddito. Le priorità del settore olivicolo sono gli investimenti in nuovi impianti e il recupero di oliveti abbandonati in modo da incrementare le produzioni con lo scopo di: creare nuovi posti di lavoro, evitare che i giovani abbandonino l’agricoltura e quindi anche lo spopolamento dei giovani stessi. Incrementare la produzione olivicola della Basilicata significa anche migliorare le condizioni di dissesto idrogeologico e contribuire a migliorare il paesaggio.
Dic 15