Il Sindaco di Montescaglioso Vincenzo Zito ha inviato alla nostra redazione la relazione relativa alla dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Montescoglioso. Di seguito il testo integrale.
La dichiarazione di voto del gruppo Rinascita Montese, favorevole alla Dichiarazione di Dissesto Finanziario ai sensi dell’art.246 del D. Lgs. n. 267/2000, dovrà necessariamente essere lunga e minuziosa. Va precisato nei dettagli il perché, sotto l’aspetto tecnico, siamo arrivati a questa decisione e qual è il percorso normativo che la legge impone per quelle comunità che vogliono andare nella direzione del dissesto finanziario. Non è una situazione che nasce oggi, ma con estrema onestà bisogna dire che non è nata nemmeno l’anno scorso, con la passata Amministrazione, ma è una situazione che si protrae da anni, da decenni. In base alla nostra esperienza amministrativa possiamo affermare che è una circostanza che proviene dagli inizi degli anni 90 ed anche prima, quando la normativa economico finanziaria consentiva, non avendo paletti rigidi, di poter sistemare, sempre nel rispetto della legge, la situazione ed andare avanti.
Nel corso degli anni è cambiata la norma; è diventata molto più restrittiva e la crisi economica mondiale, soprattutto in Italia, ha portato a far si che lo Stato mettesse sempre meno risorse a disposizione degli enti locali.
Ebbene i paletti così ristretti della normativa degli ultimi anni, la riduzione dei trasferimenti, la difficoltà delle famiglie nel pagare le imposte e tasse comunali, ha portato gli enti in generale, ma in maniera particolare il nostro Ente, in una situazione gravosa sotto l’aspetto finanziario. L’anno scorso, al momento dell’insediamento, sapevamo sommariamente della situazione. Eravamo a conoscenza per sommi capi, quindi avevamo necessità di avere a disposizione dei dati certi, che in queste situazioni di estrema difficoltà, non devono provenire dalla politica: i dati devono derivare esclusivamente da quelli che sono gli atti contabili.
Non c’è nessuna volontà di individuare il responsabile, non è nostra competenza, è un compito che spetterà alla Commissione Ministeriale che verrà a Montescaglioso, se saranno rilevate delle irregolarità. Ed anche sotto l’aspetto politico, le valutazioni si faranno solo dopo gli esiti dell’organo tecnico.
Il compito che ci siamo prefissi parte da presupposti importanti, da tre sostantivi:
• TRASPARENZA. Se andate a prendere il nostro programma elettorale era uno dei primi punti inseriti in quell’impegno. Noi non vogliamo mettere la testa sotto la sabbia, non vogliamo prendere i documenti da un cassetto ed infilarli in un altro e prendere tempo facendo passare qualche altro mese o ancor peggio, giungere alla fine della legislatura per lavarci le mani. Noi vogliamo dire alla Città la realtà e la verità che, come detto, non provengono dal dire politico, ma da dati certi presenti nel bilancio dell’Ente;
• RESPONSABILITA’. Solo alcuni componenti del Consiglio Comunale e lo stesso Sindaco hanno esperienza politica, e questo ci responsabilizza verso i diversi giovani che hanno investito nella politica locale, ma anche verso i tanti giovani montesi che vogliono guardare alla Città con una prospettiva di futuro. Noi abbiamo il dovere di garantire loro una possibilità, di dare una speranza in questa comunità, per farli rimanere nella loro terra natia.
• PROSPETTIVA. Noi vogliamo mettere il punto su tutto quello che è accaduto fino ad oggi, per ripartire. Perché se non facciamo così Montescaglioso sarà sempre nella stessa situazione di estrema difficoltà, impossibilitata ad affrontare una progettualità seria, finanche nel risolvere la quotidianità che i cittadini giustamente chiedono.
In passato il dissesto veniva descritto come un mostro che aggrediva le comunità. In base alla norma attuale non è così, stando alla situazione che oggi vive la nostra Città è l’unica strada per andare verso un futuro diverso e garantire appunto alle nuove generazioni una Montescaglioso con qualche possibilità. Durante il corso di questo anno più volte si è parlato dell’argomento economico della nostra Città ma, soprattutto, si è tanto parlato, che le attività poste in essere, in particolare culturali e ludiche, erano solo un dispendio di risorse incontrollabili del bilancio comunale, dimenticando i contributi regionali del patrimonio intangibile, quindi attività che hanno avuto poco o nessun impatto sulle casse comunali.
Anche per altre situazioni, in Consiglio Comunale si affermava che quest’Amministrazione stava facendo chissà cosa nello sperperare risorse. Noi siamo stati sempre tranquilli, come sempre abbiamo aspettato per rispondere con atti alla mano.
Al momento dell’insediamento il Sindaco ha chiesto al Responsabile del Settore Servizi Finanziari, una relazione illustrativa e dettagliata di dati economici, numeri e non parole. Numeri su quella che era la situazione economica contabile al 6 giugno 2016, non perché si voleva responsabilizzare la passata Amministrazione, ma perché bisognava approfondire i dati tecnici presenti all’interno del bilancio.
Abbiamo approvato una Delibera di Giunta Comunale, delibera atipica che non troverete in altri enti, la n° 119 del 12 dicembre 2016, che, sotto l’aspetto numerico e non politico, prende atto della relazione del Responsabile del Settore Servizi Finanziari e dettaglia al centesimo la situazione dell’Ente al 6 giugno 2016, come di seguito:
• debiti derivanti da atti di liquidazione già perfezionati e pubblicati euro 1.200.861,84;
• debiti derivanti da partite viaggianti, atti in attesa dei visti degli uffici o che dovevano essere convalidate solo dalla ragioneria per € 802.550,00;
Totale da pagare quindi € 2.003.411,84.
E‘ stato richiesto inoltre, la previsione di spesa proiettata almeno per i servizi essenziali, al 31 dicembre 2016, per capire, in base alle entrate certe, se si potevano rispettare i termini di pagamento.
Quindi, oltre ai due milioni circa di cui sopra, bisognava aggiungere:
• rate mutui di cui una a fine giugno l’altra rata a fine dicembre per € 1.152.000,00;
• stipendi al personale circa € 880.000,00;
• anticipazione di cassa presso la tesoreria € 1.081.660,61.
Una riflessione a parte merita l’utilizzo delle somme vincolate del tesoriere (per capirci arriva il finanziamento della scuola media, la Regione trasferisce lo stato d’avanzamento. Quella somma va in tesoreria e può essere utilizzata anche per altro a condizione che alla fine dell’anno venga ricostituito il fondo vincolato) quindi comunque un debito, in quel momento risultava in tesoreria un fondo vincolato già utilizzato per € 613.088,37.
Dalla verifica delle risorse trasferite per specifiche finalità e quindi con vincolo di destinazione, per le opere pubbliche, trasporto pubblico, assistenza domiciliare ecc, è risultato che le somme vincolate utilizzate erano pari a € 1.192.449,47, portando di fatto l’anticipazione di cassa a € 2.274.110,08.
Dalla sommatoria delle cifre su indicate, risulta che al momento dell’insediamento, comprensivi dei pagamenti per i servizi essenziali al 31 dicembre 2016, bisognava pagare circa € 6.309.521,92 e non solo.
Nel bilancio 2016 approvato dalla precedente Amministrazione il 1 giugno 2016, qualche giorno prima dell’elezioni amministrative, sono emerse altre incongruenze su alcuni capitoli:
• smaltimento dei rifiuti mancavano, rispetto al contratto sottoscritto con la ditta gestore del servizio di raccolta differenziata porta a porta € 145.796,81;
• per il canile mancavano somme per € 40.467,00;
• inesistenza risorse per la rateizzazione a Equitalia per un totale di € 67.779,58;
• ruolo Consorzio di Bonifica 2015/2016 non inserito per € 92.691,24.
Altro imprevisto, l’utilizzo dell’istituto del comando per la figura professionale dell’ingegnere, dipendente della Provincia. Il nostro Comune non aveva rimborsato alla Provincia la quota parte dello stipendio per il part-time presso il nostro Ente. A settembre 2016 è arrivata la nota di rimborso per gli anni 2014-2015 per € 64.423,08, che non ha trovato riscontro in nessun capitolo di bilancio.
Ricapitolando, a fine 2016 il Comune di Montescaglioso doveva pagare per arrivare a pareggio € 6.720.679,63, oltre i vari decreti ingiuntivi depositati presso la tesoreria ed i debiti fuori bilancio.
A questa situazione economica, si sono aggiunte altre problematiche riscontrate soprattutto per alcune opere pubbliche.
Per la Scuola Media ferma da 5 anni, è stato necessario chiedere con urgenza alla Giunta Regionale di approvare la rimodulazione del primo lotto funzionale, avvenuta il giorno dopo l’insediamento di questa Amministrazione, precisamente il 7 giugno 2016, e questo ha consentito di realizzare e completare le opere nei tempi, scongiurando l’ipotesi già avviata dagli uffici regionali di revoca e restituzione del finanziamento di circa € 1.600.000,00. Inoltre, sono a buon punto anche i lavori del secondo lotto, che tra l’altro rischiava, come conseguenza del mancato completamento del primo, a sua volta la revoca.
Per il centro diurno per anziani di Salvo D’acquisto, entro la fine del 2015 il Comune aveva già incassato tutto l’importo dalla Regione per oltre € 1.000.000,00. Lavori eseguiti al momento del nostro insediamento circa il 25%, con i relativi pagamenti effettuati. Anche in questo caso, ci siamo trovati a dover interrompere l’iter amministrativo regionale di revoca del finanziamento, perché la scadenza improrogabile per la chiusura dei lavori era al 31 dicembre 2015. Abbiamo terminato e stiamo pagando l’impresa esecutrice.
Purtroppo non è stato possibile recuperare la situazione della Grancia di Santa Maria del Vetrano dove c’era un finanziamento, anche in questo caso, improrogabile per il completamento dei lavori al 31 dicembre 2015. Le risorse incassate dal Comune, sempre entro il 31 dicembre 2015, sono servite per pagare i professionisti che hanno fatto il progetto e una quota parte l’impresa.
Lavori non eseguiti in tempo utile, che hanno comportato la revoca dello stesso con la richiesta di restituzione di oltre € 200.000,00 da parte dell’AGEA, oltre ad aver instaurato un contenzioso con la ditta esecutrice, che chiede il risarcimento per il mancato rispetto dei termini contrattuali da parte del Comune.
Nel 2017, questa Amministrazione, redige nella sua interezza il primo bilancio rispettando il cosiddetto Piano di Riequilibrio approvato nel 2013.
Che cosa prevede, dunque, questo piano di Riequilibrio Finanziario? Prevede che a fronte di un disavanzo di € 3.544.698,00, oltre ai debiti fuori bilancio, il Comune di Montescaglioso doveva prevedere per 10 anni delle rate annuali in crescendo, per estinguere il debito da disavanzo oltre a prevedere una quota annua per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio.
E’ chiaro che per far fronte a questi impegni, oltre alla riduzione delle spese, quindi niente assunzioni, impossibilità di contrarre mutui, riduzione indennità amministratori del 25% e taglio lineare delle spese per servizi non indispensabili, è stato necessario l’aumento delle imposte e tasse comunali.
Ma questo non poteva certamente bastare, quindi tra le entrate rilevanti indicate nel Piano di Riequilibro, è stata prevista l’alienazione dei terreni comunali. Infatti nel bilancio pluriennale dell’Ente, a partire dall’esercizio 2014 in poi sono state previste entrate per la vendita dei terreni comunali per € 3.800.000,00 fino a 5.800.000,00, che servivano per ridurre il debito del Comune verso la Cassa DD.PP.
Come tutti sanno, nonostante i buoni propositi e la verifica del percorso con l’ISMEA, non è stato possibile per diversi motivi arrivare alla effettiva alienazione, con l’incasso delle risorse necessarie per far fronte agli impegni assunti con il Piano di Riequilibrio. Dunque, a partire dal 2013 il Piano di Riequilibrio di fatto si è svuotato del suo contenuto, non consentendo di mantenere agli impegni assunti nei confronti dei creditori.
Oggi abbiamo circa 35 atti di pignoramento presso il nostro tesoriere; ci sono pignoramenti dove la nostra tesoreria ha già pagato, di cui siamo venuti a conoscenza da poco. Ad esempio, alla fine del 2015, situazione mai regolarizzata in bilancio, sono stati pagati dei professionisti che avevano un decreto esecutivo del giudice, prelevando dalla nostra tesoreria € 106.570,41. Un’altra risorsa importante, è quella prelevata sempre allo stesso modo dalla nostra tesoreria, nel marzo 2016 per € 100.609,03, che riguardava un artigiano che vantava dei crediti dall’inizio degli anni 90′.
Alla luce di questa situazione che man mano è emersa, il Sindaco ha richiesto al Responsabile del Servizio Finanziario ed a tutti gli altri Responsabili di Settore, una relazione dettagliata con l’elenco dei possibili debiti fuori bilancio attualmente presenti.
Gli atti che sono giunti all’Amministrazione, consegnati al Revisore dei Conti, di fatto dicono:
• disavanzo straordinario da ripianare in 30 anni € 2.459.271,34:
• disavanzo ordinario da piano di riequilibrio € 2.896.277,81.
Totale disavanzo € 5.355.549,15
A questo disavanzo bisogna aggiungere i debiti fuori bilancio comunicati dagli uffici:
• Settore Tecnico € 1.404.298,14;
• Settore Ragioneria € 848.132,90;
• Segretario Generale – Spese Legali € 965.983,92.
Totale debiti fuori bilancio € 3.218.414,96
Nell’insieme quindi, salvo gli ulteriori accertamenti che sono in capo alla Commissione Ministeriale, soprattutto sulla congruità e la completezza dei debiti fuori bilancio, la passività del Comune di Montescaglioso si attesta su € 8.573.964,10.
I dati sono chiari, e valutando gli stessi con i fattori di squilibrio previsti dalla normativa vigente sugli enti locali, sfidiamo chiunque a dire che il Comune di Montescaglioso non si trovi nella condizione di dissesto, così come dichiarato anche dal Revisore dei Conti. Noi con coraggio, con forza e trasparenza lo illustriamo alla Città, perché questa realtà tecnico-economica che viene fuori, va letta indipendentemente dalla vicinanza o simpatia verso l’Amministrazione oggi in carica, e se permettete, il resto fa parte della dialettica politica che in questo momento non ci interessa.
Qualsiasi Amministrazione responsabile di fronte a questi numeri ha il dovere morale, politico e normativo di andare alla dichiarazione del dissesto finanziario.
E’ necessario chiarire, visto le continue chiacchiere che si sono ascoltate in queste settimane, che l’articolo 244 del Testo Unico sugli Enti Locali, precisa che con il dissesto finanziario l’Amministrazione Comunale rimane in carica, con il suo Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale, che assumono l’onere, in questo caso dal 1 gennaio 2018, di ripartire con l’azione amministrativa mediante il cosiddetto bilancio riequilibrato.
La norma recita “si ha dissesto finanziario se l’Ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, ovvero, esistono nei confronti dell’ente locali crediti liquidi ed esigibili di cui non si possa fare validamente fronte.”
Alcuni di noi hanno già amministrato in passato a partire dal Sindaco. Sappiamo benissimo che il dissesto finanziario significa andare a verificare tutto ciò che è stato fatto in passato, quello che è accaduto, ma questo non ci preoccupa, perché la maggioranza ha a cuore solo l’interesse della Città, non certamente preservare i singoli componenti. Lo ripetiamo non è nostro costume, cultura e, soprattutto, non è nostra volontà mancare di trasparenza verso la Città, anche se si tratta di assumersi delle responsabilità.
A prescindere da questa maggioranza, Montescaglioso merita di avere delle prospettive di futuro diverse, di uscire fuori da logiche strane che l’hanno imbavagliata per troppo tempo, portandola in questa condizione.
In sintesi cosa accadrà adesso con il dissesto? Si trasmetterà la Delibera di Consiglio Comunale di dichiarazione del dissesto con la relazione conclusiva del Revisore dei Conti al Ministero dell’Interno e alla Procura della Corte dei Conti. Il Ministero dell’Interno farà la proposta al Presidente della Repubblica, che con Decreto nominerà una Commissione composta da tre membri, che si insedierà presso il Municipio. La Commissione sarà competente per la massa passiva, i debiti, e la massa attiva, i crediti fino al 31 dicembre 2017, mentre dal 1 gennaio 2018 si ripartirà con il bilancio “riequilibrato” che sarà approvato dal Consiglio Comunale e sottoposto al vaglio definitivo del Ministero dell’Interno.
Sostanzialmente le misure restrittive del Piano di Riequilibrio Finanziario, già vigente nel nostro Comune dal 2013, sono le stesse del Dissesto, quindi tasse al massimo, impossibilità di fare mutui, impossibilità di fare assunzioni, taglio massimo di tutte le spese. La differenza è che con il dissesto ci sono delle misure aggiuntive ed alternative per pagare i creditori, se si è impossibilitati a vendere il patrimonio. La Commissione ha la facoltà di attivare mutui straordinari, che superano tutte le limitazioni, oltre alla possibilità di accesso, per un triennio, ad un contributo annuale a fondo perduto per la liquidità.
Vanno chiariti in questa sede, ed in dettaglio, gli aspetti che riguardano le imposte e le tasse comunali.
• L’IMU sulla seconda casa ha già da diversi anni un’aliquota ordinaria del 10,60×1000 ovvero il massimo previsto dalla legge a cui non si può andare oltre;
• TASI ha aliquota dell’1×1000 è già al massimo previsto dalla legge;
• Addizionale comunale IRPEF a 0,8 punti percentuali già al massimo;
• Per lo smaltimento rifiuti, la legge già prevede da diversi anni che “il ruolo emesso dal Comune dev’essere di pari importo al contratto in essere con la ditta di smaltimento”. Ed è L’unica differenza che ci potrà eventualmente essere, è da imputare all’incremento contrattuale per l’adeguamento ai valori ISTAT dell’inflazione. Ma questo è dovuto alle clausole del contratto sottoscritto con la ditta dalla passata Amministrazione.
Per i servizi a domanda individuale la norma prevede già che il massimale previsto dal Comune come compartecipazione, non debba superare il 36% il che significa che ogni € 100,00 spese € 36,00 è il massimo che può mettere a disposizione l’ente pubblico, mentre la restante quota deve provenire da contributi regionali o dalla compartecipazione dei cittadini.
Oggi il Comune è nettamente al di sotto della soglia del 36%, anzi per alcuni servizi, con il contributo dello stato o della regione, non ci sono risorse utilizzate dal bilancio comunale, quindi significa che con il dissesto non cambia assolutamente nulla.
Allora il mostro che aggredisce le Comunità dov’è? La normativa è molto chiara, e rispetto al Piano di Riequilibrio, ci sono delle opportunità in più per poter soddisfare i creditori.
Questo atto deve rappresentare la fine di una visione poco lungimirante avuta negli ultimi trent’anni di politica montese, e condividendo la frase letta sui social e scritta da un nostro concittadino possiamo dire che il dissesto “non è la fine del mondo è la fine di un mondo”.
Noi vogliamo pagare i creditori nei tempi previsti dalla normativa, ridare economia a un territorio, partire con una visione assolutamente diversa, ma non perché durante questo anno questa visione non l’abbiamo avuta, ma perché durante questo anno è stato necessario verificare con chiarezza la situazione, prima di mettere in campo le azioni necessarie.
Bisogna capire che l’interesse generale dev’essere prevalente rispetto all’interesse di pochi, siano essi soggetti individuali o partiti politici. È arrivato il momento di dare a questa Città un’opportunità, ma per fare questo c’è bisogno di tutti, e rivolgendoci ai Consiglieri di Minoranza presenti in Consiglio, poniamo un interrogativo “Come potete esprimere parere contrario alla dichiarazione di dissesto finanziario stante i numeri che vi abbiamo appena elencato? Numeri messi a disposizione con grande senso di responsabilità ed appartenenza a questa Città.”
In conclusione, riprendendo un pensiero riportato in precedenza, vogliamo ancora una volta rimarcare che se ci saranno delle responsabilità accertate dalla Commissione Ministeriale, ognuno se le assumerà a partire dal Sindaco, perché per noi, prima delle persone, ha valore il ruolo istituzionale che oggi svolgiamo.