Addio raccomandate, arriva il domicilio digitale. Di seguito i particolari nella nota inviata dall’ADOC.
Addio alle raccomandate nella cassetta della posta, agli avvisi di giacenza e alle file in Posta per ritirare una multa, una cartella esattoriale o un atto giudiziario. È in arrivo, infatti, il cosiddetto Domicilio digitale.
Domicilio digitale: cos’è
Dalla primavera del 2018 tutte le raccomandate con le quali la Pubblica Amministrazione ci comunica la tentata consegna di una multa, di una cartella esattoriale o di un atto giudiziario potrebbero sparire dalla cassetta della posta per essere gestite direttamente on line. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha approvato un nuovo decreto che accelera il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, rinnovando il Codice dell’Amministrazione Digitale (Cad), ossia l’insieme delle norme che regolano il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
Dal prossimo 2018, dunque, le comunicazioni della Pubblica amministrazione ai cittadini potranno avvenire via email. Potranno essere dunque recapitate via email mantenendo un pieno valore legale:
1. multe e sanzioni;
2. cartelle esattoriali;
3. altre comunicazioni fiscali.
Per ricevere via email le comunicazioni dalla Pubblica Amministrazione, ogni cittadino dovrà munirsi del cosiddetto Domicilio Digitale che dovrà essere un indirizzo di posta elettronica certificata o qualsiasi altro servizio di comunicazione online certificato. Solo attraverso questo Domicilio la P.A. potrà effettuare le dovute comunicazioni
Domicilio digitale per tutti
Ogni cittadino, associazione o ente, avrà quindi il diritto di scegliere il domicilio digitale, vale a dire un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) o equivalente, con cui potrà e dovrà ricevere anche ogni comunicazione avente valore legale nella Pubblica amministrazione. Se fino ad oggi il domicilio digitale è stato usato solo da professionisti ed imprese, le nuove norme estendono l’utilizzo a i cittadini, che ancora ricevono le comunicazioni legali tramite posta raccomandata.
La novità del Domicilio digitale per le comunicazioni via email da parte della Pubblica Amministrazione sarà accompagnata dalla istituzione della figura del difensore civico per il digitale, che dovrà occuparsi di raccogliere tutte le eventuali segnalazioni di presunte violazioni in materia di digitalizzazione.
Domicilio digitale: come ottenerlo
Servirà innanzitutto dotarsi di un’identità digitale (SPID) e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) o di un altro indirizzo equivalente e poi collegarsi a un sito internet.
Per le amministrazioni il domicilio digitale diventerà l’unico utilizzabile per tutti i cittadini che lo avranno eletto mentre i privati potranno scegliere se usarlo o continuare a spedire lettere e raccomandate.
Domicilio digitale: il cambiamento è volontario
Il cambiamento, ad ogni modo, non sarà immediato e, soprattutto, avverrà su base volontaria. Secondo le parole di Guido Scorza (responsabile Affari e regolamentari del Team per la Trasformazione digitale delle presidenza del Consiglio): «Verrà creato un registro dei domicili digitali delle persone fisiche da parte di Infocamere, la società di informatica delle Camere di Commercio italiane, dove i singoli cittadini potranno andare, registrarsi e inserire il loro indirizzo di posta certificata. A quel punto se sei una pubblica amministrazione dovrai scrivere a quell’indirizzo. E gli indirizzi dovranno essere usati solo per questo scopo».
In sostanza, quindi, una volta che i singoli cittadini decidano, su base volontaria, di iscriversi al registro, le amministrazioni dovranno adeguarsi ed inviare le comunicazioni al domicilio digitale.
Una serie di sistemi per facilitare il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, che serviranno a ridurre sia gli oneri organizzativi che a migliorare la velocità e ridurre le perdite di tempo dei cittadini nel gestire le proprie pratiche nei confronti della PA.
Stando a quanto stimato, cancellate le spese postali e considerando la nuova modalità di comunicazione online, il risparmio dovrebbe ammontare a circa 250 milioni di euro l’anno.
L’Adoc come al solito è a disposizione dei consumatori per informazioni e approfondimenti al riguardo che possono essere richiesti nella sede regionale della Basilicata, via D’Anzi n. 2 – 85100 Potenza – tel./fax 0971.46393 cell. 330788081 e mail info@adocbasilicata.org.
Dic 20
Sembra un canale solo in ricezione, dalla PA al cittadino, se così fosse sarebbe una enorme cavolata, spero proprio di no!