E’ stata Matera, la città che ha dato i natali a Gerardo Guerrieri, ad ospitare in serata al cinema Piccolo l’anteprima nazionale del film documentario “Guerrieri” di Fabio Segatori, dedicato alla straordinaria figura di uno dei più grandi intellettuali del teatro italiano e internazionale.
Di seguito l’intervista rilasciata da Fabio Segatori.
Prima di realizzare questo documentario ha certamente studiato in maniera approfondita la figura di Gerardo Guerrieri. Con che “taglio” si rivolge al pubblico e quale messaggio vuole trasmettere?
“Io vengo dal cinema d’azione e quindi io voglio applicare il linguaggio d’azione, emotivo, forsennato ai miei lavori. Io dico che la narrazione dei miei documentari è come una lepre e il pubblico la deve inseguire, quindi non è il solito documentario lento in cui il pubblico ha il tempo di annoiarsi. Questo documentario è talmente tanto compresso, tanti stimoli di informazione ma anche momenti emotivi e emozionanti, momenti in cui si raccontano eventi internazionali visto che Guerrieri ha fatto cose per tutto il mondo. E’ una visione nuova del documentario. Non è più quello di Rai Storia con Mieli che racconta con i suoi tempi oppure il padre e il figlio Angela che fanno cose educative importantissime. Io credo che le nuove generazioni si possono avvicinare al documentario se gli dai lo stesso linguaggio del cinema d’azione, del cinema spettacolare, dei supereroi. Vedrai che se parli quella lingua anche i giovani si interesseranno al documentario”
Che uomo e che professionista era Gerardo Guerreri?
“Gerardo Guerrieri era un uomo di levatura internazionale, parlava, scriveva e traduceva da tre lingue ma era intimamente lucano, materano. Era un uomo di grande sensibilità, di grande cultura, di grande modestia e si aspettava che gli altri riconoscessero i suoi meriti. Purtroppo questo non è accaduto. La gente ha ascoltato il suo lavoro, ha preso il suo lavoro e si è fatta bella, ha fatto i soldi ed è diventata famosa con le idee, gli studi e il lavoro di Gerardo Guerrieri. E’ una storia molto amara. E’ il contrario del red carpet, della gente che non ha talento e che fa di tutto, che sgomita per andare a finire sotto i riflettori. Gerardo Guerrieri è l’opposto del red carpet, una persona seria che ha dato sostanza al teatro, a tutta l’opera teatrale di Luchino Visconti, che ha scritto insieme a Zavattini e Suso Cecchi D’Amico “Ladri di biciclette”, considerato ancora oggi in tutto il mondo uno dei film più belli della storia del cinema mondiale, quindi una persona di questo livello che non se la tirava, che aveva un grande talento, una grante cultura e che ha lavorato seriamente sperando che qualcuno lo riconoscesse, ad oggi nessuno lo ha fatto”.
Il documentario è un’occasione importante per far emergere la figura di Guerrieri, ci sono i presupposti perchè questo avvenga? “Regione Basilicata, Comune, Circolo La Scaletta, Lucana Film Commission hanno dimostrato sensibilità sostenendo questa iniziativa. Io mi auguro anche che continuino questo sforzo e che il documentario venga aiutato sulla ribalta internazionale perchè è un importante messaggio per la cultura teatrale, non è solo un omaggio ad una persona del passato, non è un omaggio museale, perchè racconta una storia che interagisce con la crisi del teatro attuale in Italia”.
Regista e drammaturgo, Guerrieri è stato il cosceneggiatore di grandi capolavori del cinema italiano come “Ladri di biciclette” e “Sciuscià” di Vittorio De Sica. Collaboratore di Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni, negli anni ’50, insieme a sua moglie Anne D’Arbeloff, fondò il Teatro Club, che ha rivoluzionato il teatro italiano.
Attraverso il racconto dell’incredibile parabola dell’intellettuale materano, “Guerrieri” s’interroga sul ruolo dello spettacolo nella società attuale. Il documentario, lontano dalla visione museale della cultura, vuole interagire con l’oggi, esattamente come faceva Guerrieri con i suoi tempi. In un momento di teatri abbandonati o trasformati in sale Bingo, di culto del red carpet, di supereroi e “cosplay”, il documentario cerca di contaminare il presente con la febbrile curiosità e la passione per la cultura di Gerardo Guerrieri.
Dopo anni di preparazione e ricerche, le riprese del documentario si sono svolte a Matera, Montalbano Jonico, Policoro, Metaponto, Roma e Milano. Il montaggio delle oltre 70 ore di materiale ha richiesto sei mesi, con l’impiego dei più complessi processi di rielaborazione digitale dell’immagine.
“Guerrieri” di Fabio Segatori ha inoltre ottenuto il patrocinio dell’Università di Roma “La Sapienza” e la collaborazione di Rai Teche, che ha fornito rari materiali di repertorio, recuperati e restaurati per la prima volta in occasione del film, assieme a dei filmati familiari inediti girati in 8, super 8 e 16 mm realizzati tra gli anni ‘50 e ‘80.
Tra gli intervistati segnaliamo Piera Degli Esposti, Umberto Orsini, Mariano Rigillo, Vinicio Marchioni, Judith Malina (del Living Theatre), Laurent Terzieff, Hellen Stewart, Bob Wilson e Antoine Vitez, il decano degli studiosi di storia del Teatro in Italia, Ferruccio Marotti e tanti altri studiosi, tra i quali Rocco Brancati, che approfondisce il rapporto tra Guerrieri e la Basilicata.
Il documentario è prodotto dalla Fabrique Entertainment di Joe Capalbo, attore e produttore lucano, sempre attento a valorizzare le eccellenze culturali e artistiche della sua terra, e dalla Baby Films, in collaborazione con Regione Basilicata, Comune di Matera e Circolo Culturale “La Scaletta”, con la partnership della Lucana Film Commission.
Alla proiezione è seguito un dibattito con la partecipazione del regista Fabio Segatori, della vedova Guerrieri, Anne D’Arbeloff, cofondatrice del Teatro Club, Selene Guerrieri, figlia e curatrice di due volumi che raccolgono scritti di e sul padre, Joe Capalbo, attore e produttore, Patrizia Minardi, dirigente Ufficio Sistemi Culturali e Turistici della Regione Basilicata, Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera, Ivan Focaccia, Circolo Culturale “La Scaletta” e Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission.
Prima della proiezione il giornalista e direttore responsabile di SassiLive.it Michele Capolupo ha consegnato a Selene Guerrieri il ritratto realizzato da Vincenzo D’Acunzo per il gioco on line “Who is live” promosso nella stagione 2016-2017 su SassiLive.
La fotogallery dell’anteprima del documentario dedicato a Guerrieri (foto www.SassiLive.it)
Ecco le parole del regista del documentario:
“Io credo che le nuove generazioni si possono avvicinare al documentario se gli dai lo stesso linguaggio del cinema d’azione, del cinema spettacolare, dei supereroi. Vedrai che se parli quella lingua anche i giovani si interesseranno al documentario”
MA AVETE VISTO LE FOTO ?? Nelle prime tre file di poltrone ….ci saranno seduti Giovani ….si unaverta età ….e non solo !! A parte il sempreverde Leporace che “è diventato un grande Petri’isin (prezzemolone) ……che fa del bene al
cinema Lucano ! Vabbè non importa se lui è calabrese ! Come diceva il nostro sindaco in campagna elettorale : a matera lavoreranno solo i materani !! BRAVI !!!