Confapi Matera e Confapi Taranto esprimono profondo rammarico per l’esito negativo del tavolo Ilva registrato il 20 dicembre a Roma, cui era presente anche il presidente di Confapi nazionale Maurizio Casasco.
Le due Associazioni, molto rappresentative nel contesto Ilva grazie a numerose imprese dell’indotto coinvolte con centinaia di lavoratori, evidenziano che il muro contro muro rischia di danneggiare le prospettive di sviluppo dell’impianto siderurgico e quelle di un vasto territorio tra la Puglia e la Basilicata, mettendo a repentaglio il futuro di 20mila lavoratori (14mila diretti e 6mila dell’indotto).
La riunione di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico non ha sortito alcun effetto se non quello del rischio che gli investitori indiani di Am Investco rinuncino all’investimento, con la conseguenza del depauperamento del territorio tarantino, ma con danni anche per le imprese della provincia di Matera coinvolte.
Nell’apprezzare il grande lavoro svolto dal ministro Calenda, le Associazioni delle Piccole e Medie Industrie di Matera e di Taranto auspicano che i rispettivi territori non siano danneggiati da scelte che potrebbero nuocere a una vasta economia che coinvolge due regioni.
Per questi motivi Confapi Matera e Confapi Taranto rivolgono un appello all’unità di intenti al ministro Calenda, al presidente Emiliano e al sindaco Melucci e invitano tutti a un serio momento di riflessione prima che sia troppo tardi.
Le due Associazioni condividono le dichiarazioni del vice presidente nazionale di Confapi, Fabrizio Cellino, secondo cui il Paese ha bisogno di attrarre investimenti esteri e quindi non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione.
Esse, infine, ricordano che le piccole e medie imprese dell’indotto chiedono tempi certi per il pagamento dei crediti maturati prima dell’amministrazione straordinaria.