Trust del grano Cappelli, Altragricoltura e LiberiAgricoltori pronti a incontrare il Ministro Martina. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Nella conferenza stampa che si è svolta il 21 dicembre a Roma presso la Camera dei Deputati su invito dell’onorevole Antonio Placido, gli intervenuti hanno avuto modo di spiegare con dovizia di particolari perchè le aziende impegnate nella coltivazione e nella trasformazione del Grano Cappelli sono preoccupatissime e perchè il Ministero all’Agricoltura deve intervenire urgentemente.
Gianni Fabbris (a nome di Altragricoltura di cui è coordinatore e di LiberiAgricoltori), prendendo atto delle dichiarazioni rassicuranti del Ministro Martina in aula alla richiesta di chiarimenti durante il questiontime, dichiara: “Probabilmente il Ministro non è informato di quanto grande sia la preoccupazione del mondo delle imprese italiane che negli ultimi anni hanno investiti importanti risorse per dare vita a processi innovativi e di filiera. Se vuole sincerarsene, come credo che dovrebbe, basta convocare un tavolo con quanti stanno chiedendo di incontrarlo per presentargli carte e documenti. Noi formalizzeremo, insieme ad altri, la richiesta nei prossimi giorni convinti, come siamo, che il ruolo del Ministro debba essere di garante dei diversi soggetti in campo e che un patrimonio decisivo come quello del grano Cappelli per la granicoltura del Mezzogiorno e delle isole accumulato in quasi duecento anni di storia di lavoro contadino e dei nostri tecnici, non possa essere liquidato assegnando la commercializzazione in quindici giorni con una procedura senza le adeguate garanzie di trasparenza come in realtà è accaduto. Sappiamo bene che il CREA mantiene l’esclusiva del “brevetto” del seme ma quando assegna in regime di esclusiva la sua commercializzazione ad un soggetto privato e quando questo privato (la SIS) applica modalità monopoliste, arrogandosi il diritto di scegliere a chi venderlo e imponendo nei fatti la riconsegna del prodotto e l’uso dei servizi tecnici di un soggetto terzo, allora non è possibile nessuna sottovalutazione ne alcuna riduzione del rischio e l’allarme è fin troppo giustificato. Il Ministero (che ha il compito di vigilare sul CREA) ha il dovere di accertare e intervenire e ascoltare le critiche per fugare ogni dubbio. Soprattutto quando queste critiche coinvolgono un Sindacato Agricolo che interloquisce con il Ministero, che affianca con il suo logo le azioni sul grano Cappelli della SIS e quando i servizi tecnici proposti sono riconducibili al CAI (i Consorzi Agrari d’Italia, la holding dei Consorzi agrari riconducibili al sistema Coldiretti). Ribadiamo la disponibilità e la richiesta di incontrare il Ministro Martina perchè ascolti le motivazioni che, peraltro, stiamo portando nelle sedi legali italiane ed europee per le valutazioni del caso.”.
Gianni Fabbris ha, inoltre, confermato che entro il mese di Gennaio 2018 si terrà a Roma una convention fra quanti stanno esprimendo critiche e riserve sulle procedure d’assegnazione ed avranno sottoscritto il documento dal titolo “Via il cappello dal nostro grano” che sta circolando in questi giorni.
Di seguito un estratto del testo dell’interrogazione del parlamentare lucano Antonio Placido
“Da più parti si sollevano critiche e allarmi su quanto sta accadendo in Italia dopo che il CREA ha affidato alla Società Italiana Sementi SIS la licenza esclusiva di moltiplicazione e commercializzazione della varietà di grano duro “Cappelli”.
Fra le diverse manifestazioni critiche e di allarme sono da segnalare i passi assunti dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sardegna, quelle di diverse realtà associative ed imprese del mondo del Biologico, quelle del Consorzio Sardo “Cappelli”, quelle di alcune Associazioni sindacali e di Categoria fra cui la Confederazione LiberiAgricoltori, la Confederazione Altragricoltura, il SICER (Sindacato Cerealicoltori).
Se pur con modalità diverse tutti i soggetti che si stanno esprimendo criticamente sulla vicenda, sottolineano tre aspetti:
– la varietà di grano Senatore Cappelli, rilasciata nel 1915 per opera del genetista Nazzareno Strampelli e dedicata al marchese abruzzese Raffaele Cappelli, senatore del Regno d’Italia che, negli ultimi anni dell’Ottocento aveva avviato le trasformazioni agrarie in Puglia, è patrimonio collettivo della storia del lavoro degli agricoltori del meridione italiano (in particolare di Puglia e Basilicata), avendo conosciuto una particolare e lodevole azione di valorizzazione in Sardegna, è, comunque, frutto della selezione, del miglioramento e della tutela collettiva prodotto dal lavoro dei cerealicoltori italiani e da numerosi tecnici e lo Stato deve farsi garante di come possa essere tutelato iul diritto generale degli agricoltori a poter accedere liberamente alle risorse
– le modalità di assegnazione da parte del CREA sono quanto meno oscure, essendosi consumati in solo quindici giorni a ridosso dell’estate 2016 gli iter dell’indizione della manifestazione di interesse e di assegnazione
– successivamente all’assegnazione dell’esclusiva alla SIS (Società Italiana Sementi) la stessa SIS ha introdotto una serie di norme per la gestione dei contratti di coltivazione che, nei fatti, lasciano alla società stessa il diritto di scegliere se ed a chi consegnare i semi e inducono le aziende (fino al punto di condizionarne la libertà imprenditoriale e di scelta produttiva) a legarsi commercialmente alla stessa SIS che assumerebbe, cosi, una funzione dominante distorcendo la concorrenza sul mercato e la libertà delle filiere di stabilire liberi, responsabili e redditivi rapporti commerciali
Fra le iniziative che sono in corso di assunzione in questi mesi in una conferenza stampa tenuta a Matera presso la Provincia di Matera alcune organizzazioni (in particolare Altragricoltura, il SICER e LiberiAgricoltori) hanno annunciato di aver dato mandato alla struttura legale del Soccorso Contadino di agire in tutte le sedi perché siano accertate la regolarità e la correttezza delle procedure di assegnazione e di gestione e perché vengano tutelati i diritti delle imprese.
L’interrogante intende sapere:
1) se il Governo può spiegare e dare conto delle modalità di indizione da parte del CREA del bando e di gestione dell’assegnazione alla Società SIS
2) se il Ministro sia a conoscenza delle modalità discrezionali con cui la SIS sta operando, se non ritiene che si configurino evidenti conflitti di interesse fra il suo ruolo di società sementiera e le funzioni commerciali e imprenditoriali del resto della filiera e se non ravvede che quella in corso non configuri una vera e propria azione di trust commerciale e di distorsione del mercato”
3) come il Governo intende garantire l’accesso collettivo e l’uso libero di una grande risorsa per il patrimonio nazionale agrario come è il Grano Cappelli.