Tecnoparco sotto processo per Petrolgate finaziata con fondi europei? L’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Piernicola Pedicini ha inviato una interrogazione alla Commissione dell’Unione Europea. Di seguito la nota integrale.
L’eco del maxi processo Petrolgate, che il 20 dicembre scorso ha visto lo svolgimento della terza udienza presso il Tribunale di Potenza, è arrivato sui tavoli dell’Unione europea.
In un’interrogazione alla Commissione Ue, l’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini ha acceso i riflettori sulla posizione della società Tecnoparco Valbasento che è tra i 57 imputati sotto processo, insieme a Eni, per gravi reati tra cui lo smaltimento illecito di rifiuti petroliferi.
La Tecnoparco Valbasento Spa – ha scritto Pedicini nell’interrogazione – è di proprietà, con il 40% delle quote di maggioranza, del Consorzio per lo sviluppo industriale di Matera. Tale Consorzio industriale, che è un ente pubblico economico della Regione Basilicata, è stato beneficiario di fondi europei Fesr 2007-2013 per un ammontare complessivo pari a 7 milioni e 714 mila euro destinati ad opere per la costruzione e/o il completamento di infrastrutture di aree industriali e artigianali.
Può – ha chiesto l’eurodeputato – la Commissione europea chiarire tre importanti aspetti: se i finanziamenti Fesr ottenuti dal Consorzio industriale di Matera siano stati utilizzati, direttamente o indirettamente, nell’ambito di operazioni in cui è coinvolta anche la Tecnoparco Valbasento Spa? Se la modalità effettiva di gestione di questi fondi rispetti le finalità e le norme del Fesr, in riferimento all’applicazione del Regolamento Ue (Ce) 1083/2006. Ed infine, se la Ue intenda effettuare un monitoraggio sull’utilizzo dei finanziamenti, visto il procedimento penale in corso contro la società Tecnoparco Valbasento Spa che è controllata con il 40% delle quote dal Consorzio industriale di Matera?
Ricordiamo che il restante 60% di Tecnoparco Valbasento Spa è controllato da tre soci privati: la Finpar Spa della famiglia Somma (20%); la Termomeccanica Ecologia Spa (20%) che ha come maggior azionista Banca Intesa Sanpaolo; Energia Spa (20%) di cui non siamo riusciti a capire chi c’è dietro.
A capo del Consorzio di sviluppo industriale di Matera c’è, come amministratore unico, Carlo Chiurazzi, alto dirigente del Pd lucano, già senatore, consigliere e assessore regionale del Pd.
A capo della Tecnoparco, come amministratore delegato, c’è Michele Somma.
Quindi, va rilevato che, alla luce di questi incastri societari, la Regione Basilicata, attraverso il Consorzio industriale di Matera, che è detentore del 40% delle quote di Tecnoparco Valbasento Spa, è coinvolta direttamente nel processo Petrolgate in corso presso il Tribunale di Potenza.