L’iniziativa presentata nel corso dell’Assemblea nazionale della Coldiretti a Roma lo scorso 20 dicembre, finalizzata a sviluppare una filiera cerealicola biologica attraverso lo strumento dei contratti triennali, con prezzi indicizzati, ma con un minimo garantito a copertura dei costi di produzione, e premialità per il grano prodotto il primo anno in conversione, ha avuto già il primo riscontro positivo per i cerealicoltori della Basilicata. Proprio ieri a Pescara, la Coldiretti di Basilicata, rappresentata dal presidente regionale Piergiorgio Quarto, dal direttore regionale, Aldo Mattia, dal direttore provinciale di Potenza, Franco Carbone, e dai presidenti di due cooperative lucane, ha incontrato i vertici del Consorzio Agrario del Centro Sud per definire le procedure di avvio del progetto di valorizzazione del grano biologico, nell’ambito dell’accordo sottoscritto da Coldiretti, FdAI e Consorzi agrari d’Italia con il Gruppo Casillo, tra i maggiori trader del commercio di frumento a livello mondiale. L’intesa per la Basilicata in questo primo anno prevede investimenti su circa 5 mila ettari, per arrivare nel giro di cinque anni a una produzione di circa 30 mila tonnellate all’anno di grano biologico, di cui 20 mila di duro e 10 mila di tenero. A tutto ciò si aggiungerà il ritiro garantito degli altri prodotti da agricoltura biologica diversi dai cereali e realizzati con le rotazioni da inserire nella filiera alimentare e mangimistica. Il tutto supportato dal Consorzio Agrario del Centro Sud per fornire la necessaria assistenza tecnica ed avviare le procedure di collaborazione con le strutture lucane che aggregano i cerealicoltori; cinque cooperative e tre centri di stoccaggio che garantiranno il coinvolgimento di tutte le aree cerealicole della Basilicata. A tal fine, già nei primi giorni del 2018, i vertici del Consorzio Agrario del Centro Sud saranno in Basilicata per incontrare i responsabili delle strutture coinvolte ed avviare la fase operativa. “L’obiettivo principale – ha precisato Quarto- è quello di stabilizzare i rapporti lungo la filiera, riconoscere il valore delle qualità delle nostre produzioni e valorizzarne l’origine territoriale, facendo emergere valore economico nell’immediato e producendone di nuovo nel futuro”. Soddisfazione è stata espressa dal direttore Mattia, per il quale “l’accordo rappresenta un esempio concreto del nuovo ruolo di Coldiretti come sindacato imprenditoriale di filiera. Non un’intesa fumosa dai contenuti vaghi, ma un progetto pratico con i contratti, pensati per il centro-Sud, che saranno operativi in tempi stretti, pluriennali (3+2) e indicizzati ma basati economicamente sul pagamento ‘minimo’ agli agricoltori del costo di produzione. Ciò consentirà agli agricoltori – ha concluso il direttore regionale – di eliminare una buona parte dei rischi di mercato, ai trasformatori e distributori di avere stabilità nell’approvvigionamento di prodotti di qualità e di origine e ai consumatori di acquistare il vero Made in Italy al giusto prezzo”.