La Befana 2018 – che nella tradizione contadina è una festa importante con tanti significati – è il primo evento dell’Anno nazionale del cibo italiano, proclamato dai Ministri Franceschini e Martina, che punterà sulla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al cibo come la Dieta Mediterranea. Per la Cia-Agricoltori Basilicata una tappa di avvicinamento a Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e candidata dal mondo agricolo a Capitale della Dieta Mediterranea. “L’agricoltura è strettamente legata alle antiche tradizioni – dichiara il Presidente regionale di CIA-Agricoltori italiani, Nicola Serio-. Il settore che rappresentiamo è intimamente correlato alla storia della nostra popolazione, e le radici sono le fondamenta dalle quali partire per costruire un futuro migliore, e più solido, per la nostra economia e per la società. Per questo riteniamo importante partecipare con un fitto programma di iniziative all’Anno del cibo italiano a cominciare dall’invito ai lucani a trascorrere l’Epifania in campagna”.
Senza “scomodare” gli antropologi – spiega una nota della Cia Basilicata –l’Epifania è soprattutto una delle più antiche feste contadine che in alcune aree rurali lucane è ancora vissuta con uno spirito tradizionale. L’origine della “vecchietta” è da ricondurre ad alcuni riti propiziatori pagani: gli antichi credevano che nelle prime dodici notti dell’anno, fantastiche figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. C’è chi sostiene che sia vecchia e brutta perché rappresenta la natura ormai spoglia che poi rinascerà e chi ne fa l’immagine dell’anno ormai consunto che porta il nuovo e poi svanisce. Il suo terribile aspetto, rappresentazione di tutte le passate pene, assume cosi’ una funzione apotropaica e lei diventa figura sacrificale. E a questo puo’ ricollegarsi l’usanza di bruciarla. Tra i piatti della tradizione contadina gli strascinati al ragù di maiale e il baccalà con i cruschi.
Per Turismo Verde-Cia Basilicata anche l’Epifania è un evento per avvicinare specie negli agriturismi attraverso i piatti e i prodotti tipici contadini la “città” alla vita rurale e soprattutto per invitare i consumatori a “farsi la dispensa alimentare” presso le aziende agricole e gli agriturismi. Il progetto più complessivo – “La spesa in campagna” – prevede una serie di azioni da sviluppare per realizzare un circuito regionale breve di valorizzazione e commercializzazione attraverso l’istituzione di mercati dei produttori, di “spacci locali” (punti vendita diretta gestiti in forma associata da imprenditori agricoli), patti di filiera, un marchio e l’utilizzo del sito web www.laspesaincampagna.net dove poter consultare le varie aziende individuare la mappa e persino scaricare il software per la navigazione Gps per raggiungerle.
Il 2018 – sottolinea Paolo Carbone della Cia lucana – deve diventare l’anno di introduzione di un marchio di Qualità e il relativo disciplinare con l’obiettivo di aumentare la qualità dei servizi offerti dagli agriturismi agli ospiti garantendo un livello superiore alla norma. Il disciplinare dovrebbe contenere e codificare tutti i servizi che le strutture ricettive possono offrire agli ospiti, come ad esempio la gestione di un sito web, servizi ricreativi e sportivi, organizzazione di una rete di agriturismi dove almeno la metà sia in grado di offrire ristorazione e/o effettui la vendita diretta dei prodotti aziendali.