Giuseppe Maiuri, consigliere comunale e capogruppo di Policoro Futura, ha inviato una lettera aperta al Presidente del consiglio di Policoro. Di seguito il testo integrale.
E’ divenuto ormai doveroso e non più procrastinabile esprimerle pubblicamente il mio più netto disappunto in merito ad alcuni eccessi di condotta che, mio malgrado, sono stato costretto a rimarcare anche nel corso dell’ultima seduta di Consiglio dello scorso 28 dicembre.
La seduta oltre ad essere iniziata con ben oltre mezz’ora di ritardo, senza giustificato motivo, è stata gestita in maniera indecorosa. Lei stesso ha ritenuto “normale” ergersi più volte al di sopra del Regolamento, dello Statuto e dello stesso Testo Unico degli Enti Locali.
Intanto, in primo luogo, dispiace dover constatare la disapplicazione, da parte sua, del regolamento per il funzionamento del consiglio che lei dovrebbe conoscere meglio di chiunque altro essendo tenuto ad applicarlo ed a farlo rispettare.
Ciò è avvenuto in diverse circostanze: quando interrompeva sistematicamente le opposizioni non permettendo loro di esprimere analisi di merito, quando ha permesso a membri della maggioranza di arrogarsi il diritto di intervento in violazione dell’art.47 comma 3 del citato regolamento; quando ha ritenuto che non potevamo replicare con un breve intervento nonostante fossimo stati tirati in causa per opinioni non espresse (violando il comma 1 dell’art.48), e politicamente meno grave ma comunque increscioso quando non ci ha consentito di prendere la parola neppure per porgere gli auguri di fine anno alla città (violando il comma 4 dell’art.51); ma di seguito entro nel merito.
Siamo certi che si è trattato di errori in buona fede, dettati dall’inesperienza del ruolo, perché se invece così non fosse sarebbe davvero grave. Auspichiamo pertanto che simili atteggiamenti, che vanificano le funzioni dei consiglieri comunali, non abbiano più a verificarsi e speriamo di non essere costretti a dover insistere fino allo stremo con ogni forza per poter prendere la parola.
Nessun tipo di provvedimento, né sul momento né successivamente, Lei ha inteso assumere quando i toni di taluni interventi sono fuoriusciti dalle regole di civiltà e rispetto personale ed istituzionale e questo ci dispiace anche perché, dal suo ruolo di garanzia, tollerare le offese personali e consentirle equivale a non discostarsene.
Ed ancora, il Regolamento del Consiglio Comunale recita, all’Art. 19 comma 3, che “le interrogazioni con risposta scritta devono essere evase entro il termine di 30 giorni dalla data di presentazione; Quelle in forma orale, invece, iscritte all’ordine del giorno della prima seduta utile successiva alla data di presentazione. A tal proposito mi permetto di rilevare che esistono interrogazioni ancora inevase vecchie di oltre 5 mesi; e quelle a risposta orale portate in consiglio erano anziane di ormai due. In un regime democratico e non partitocratico, la risposta all’interrogante o all’interpellante dovrebbe essere d’obbligo nel ragionevole tempo massimo dei trenta giorni, e nemmeno il limite di natura organizzativa può essere eccepito dall’amministrazione a ragione del suo inadempimento. Tali tempi massimi sono stati impartiti dal legislatore proprio per tutelare e sostenere la prerogativa dei consiglieri comunali nell’esercizio di sindacato ispettivo che Lei dovrebbe garantire e che invece a tutt’oggi continua a negare. Numerose sono infatti le interrogazioni ed interpellanze indirizzate per il tramite del suo Ufficio rimaste senza risposta. Probabilmente non mantiene nemmeno una cronologia delle stesse e dunque non è nelle condizioni di averne monitoraggio. Ricevere una interrogazione e non seguirne il suo compimento è mansione spicciola, da passacarte, non da Presidente del massimo organo cittadino.
Altra questione meritevole di essere sottolineata è la gestione delle conferenze capigruppo. Le ultime due sono state convocate rispettivamente una a meno di 24h ore dalla sua adunanza (in data 15/11 ore 16:21 per l’indomani 16 ore 16:00) e l’ultima nel tardo pomeriggio di Giovedi 14/11 per il Lunedi 18 ore 09:00. Agire questo che di fatto limita la possibilità, da parte dei consiglieri delegati, di partecipare alle adunanze e contrae l’esercizio del mandato elettivo (questione questa già sollevata a mezzo PEI in data 16 Novembre 2017).
Relativamente alle commissioni invece, ratificate con il secondo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale in questione, faccio notare che ci risultano essere state “richieste di audizioni”, da parte di alcuni commercianti locali, mai portate in discussione. Avrei voluto farne menzione in consiglio ma Lei, sebbene non avesse ancora “dichiarato chiusa la discussione”, ha ben pensato di non concedermi la parola, violando dunque espressamente l’art.58 comma 1 del Regolamento per il funzionamento del consiglio. Noi di contro, per responsabilità peronale e lealtà politica, abbiamo comunque votato favorevolmente al punto.
Sempre rimanendo sull’argomento; in data 02 Gennaio ho inviato ai Sig.ri/Sig.re Presidenti delle varie commissioni una richiesta ufficiale volta a chiedere: al fine di rendere massima trasparenza, la pubblicazione delle adunanze sul sito istituzionale dell’Ente e l’invito di aprire le sedute anche ai consiglieri comunali non membri delle stesse, in qualità eventualmente di soli uditori, ai sensi e per gli effetti dell’art.80 comma 3 del Regolamento. Mi aspetto che la sua autorevole figura voglia incoraggiare, insieme al sindaco che a tale organismo partecipa di diritto, siffatta apertura discutendone, come sancito, in conferenza Presidenti espressamente disiplinata all’art.86 del vigente regolamento per il funzionamento del consiglio e delle commissioni consiliari.
Tornando ai lavori dell’assise, oggetto delle presente nota, bisogna ammettere che è successo davvero di tutto, sono state ripetutamente violate le norme basiche che regolano il confronto e la dialettica in consiglio. Le minoranze è vero che hanno spaziato, ma il primo punto all’ordine del giorno essendo una variazione al bilancio è normale si faccia, la norma lo consente e lo stesso vice sindaco lo ha dichiarato apertamente dando ragione alle opposizioni (minuto 51:57 della registrazione); piuttosto alcuni consiglieri di maggioranza hanno invece mortificato l’assise incentrando i loro interventi sulla delegittimazione dell’avversario politico senza rispettare l’ordine del giorno e senza parlare, nemmeno per un solo minuto, dell’oggetto in discussione, mostrando così grande sufficienza e poco rispetto istituzionale.
Lei poi addirittura non ha consentito nemmeno agli assessori, che semplicemente intendevano meglio soddisfare le legittime istanze degli interroganti, di integrare le risposte. Di fatto, con tale atteggiamento, ha precluso alla Città e non agli interpellanti la possibilità di meglio comprendere l’operato della giunta, che ricordiamo ha rinunciato a tutelare l’interesse pubblico a vantaggio di privati. Non è stata una bella cosa Presidente. Questa non è applicazione delle regole, è ossequio ad un principio di formalismo che, se fosse valido sempre e comunque potrebbe pure essere accettato, ma in questi termini lede l’interesse della città, la trasparenza e il confronto democratico e paritetico nel rispetto dei ruoli e delle prerogative consiliari.
Questo perverso modo di gestire l’assise, ha inevitabilmente portato a nervosismi, e favorito un indisciplinato botta e risposta accompagnato da alterchi da saloon e battutine indigeste, fino ad arrivare alle offese personali nei confronti di un ex candidato sindaco (che tra l’altro, vorrei ricordare – ma solo per completezza e non perché costituisce argomento in più – non solo rappresenta il 30% dell’elettorato cittadino ma è anche il motivo stesso per cui oggi occupate i posti ai massimi scranni piuttosto che alle nostre spalle). In tale scenario, lo scrivente Capogruppo e Vice Presidente del consiglio, sebbene tacitato, rispettoso del regolamento e delle norme statutarie, assisteva passivamente alla mortificazione dei ruoli e della riunita massima assise cittadina. Con il proseguo del Consiglio, Lei Presidente, ha dimenticato l’essenza stessa del suo ufficio, deputato a garantire il corretto funzionamento dell’organismo consiliare avente il preciso dovere di essere organo “super partes”, garante del rispetto del ruolo dei consiglieri, siano essi di maggioranza che di opposizione.
Sono certo che la presente non verrà letta come fosse una nota polemica ma piuttosto e più semplicemente come sano auspicio avente la sola finalità di recuperare serenità e rispetto, elementi indispensabili per assicurare un ottimale funzionamento del massimo organo collegiale cittadino. Sono altresì convinto che non si registreranno inutili tentativi di negare le circostanze contestate (peraltro documentate) ma si coglierà l’occasione per avviare una sviscerata analisi che si tradurrà in condotte maggiormente adeguate alla dignità delle Istituzioni che siamo chiamati a rappresentare.
Rinnovata fiducia dunque ma con l’auspicio di ridimensionare ego e personalismi a vantaggio e beneficio della comunità che rappresentiamo.