Il 29 dicembre scorso intorno alle 23,30 sulla strada provinciale SP 3 Matera-Metaponto nei pressi del bivio di Montescaglioso è stato ritrovato un maschio adulto di lupo da poco travolto da un veicolo in transito. A segnalare ai Carabinieri della locale stazione la presenza del corpo ancora caldo e senza vita è stata Mina Matarrese di Montescaglioso, attiva da anni per tutela degli amici a 4 zampe e la prevenzione del randagismo. Le caratteristiche tipiche della specie, la grossa mole, il colore rossiccio hanno subito fatto escludere che potesse trattarsi di un cane, come magari altri automobilisti prima di lei avranno superficialmente pensato. Essendo quindi una specie di grande interesse scientifico si è subito responsabilmente attivata per avviare la procedura legale per la rimozione della carcassa mediante l’intervento del veterinario ASL reperibile dott. Leogrande con la collaborazione della ditta Materapet per il successivo trasporto presso la Sezione di Matera dell’IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale).
“E’ molto importante – dichiara Matteo Visceglia, Responsabile del CRAS – la collaborazione dei cittadini nella segnalazione e recupero di esemplari deceduti di elevato valore scientifico e naturalistico come Lupo, Lontra, Gatto selvatico, tanto per citare solo alcune specie. Le analisi e i dati che si possono raccogliere con i molteplici esami scientifici contribuiscono sempre ad una migliore conoscenza delle problematiche della specie e conseguentemente alla migliore conservazione e tutela attraverso programmi mirati di prevenzione”.
Nei prossimi giorni saranno effettuate tutte le analisi necessarie per la caratterizzazione dell’esemplare, in particolare quelle necroscopiche per stabilire le cause della morte (che si presume siano dovute all’impatto di un veicolo) oltre a quelle parassitologiche, tossicologiche e genetiche.
Il ritrovamento di lupi investiti sulle strade in Italia è ormai un fatto piuttosto frequente, segno di un reale incremento della popolazione di questa specie anche in aree dove fino ad alcuni anni fa tale evento era piuttosto raro. In Italia si stanno monitorando con attenzione tutti i casi di mortalità, compresi gli atti di bracconaggio e avvelenamento, che non sono affatto rari. Purtroppo, anche dalla lettura di articoli, comunicati e notizia diffuse sui social, si ha la netta percezione che siano davvero tanti i lupi che in Italia perdono la vita per mano dell’uomo, sia quando ciò avviene accidentalmente, come nel caso di incidenti stradali, sia nel caso di atti di bracconaggio, come effetto e conseguenza di una storia segnata da accesi contrasti tra attività umane e comportamenti del Lupo nei territori che frequenta.
Una recente raccolta di dati avviata attraverso la pagina Facebook “Lupi morti in Italia” e promossa dal gruppo di ricerca di italianwildwolf.com ha già fatto registrare segnali piuttosto preoccupanti. Secondo alcuni dati presentati nel mese scorso al convegno Wolf and Nature svoltosi a Gravina in Puglia, in un solo anno in Italia, dal 1 novembre 2016 al 30 ottobre 2017, sono stati registrati 77 casi di lupi vittime di bracconaggio o investimenti stradali di cui 8 nella sola Basilicata. A questi andrebbero aggiunti ovviamente tutti gli altri casi di cui non sono state diffuse notizie o comunicati.
L’espansione del Lupo per fortuna si è avuta, ed è tuttora in corso, lungo tutta la penisola dando così un segnale positivo di una natura in fermento ecologico che cerca di riprendersi ciò che in passato le era stato tolto. Ma proporzionalmente si registrano purtroppo anche gli effetti di quella atavica e spesso ingiustificata paura del lupo “cattivo” antagonista dell’uomo. Ma chi è davvero tanto cattivo nel modo di vivere ecologicamente il proprio territorio? Il Lupo che svolge semplicemente il suo ruolo naturale di superpredatore come ha sempre fatto da millenni oppure l’Uomo che non perde occasione di affermare sempre e prepotentemente la propria supremazia sulla Natura e i suoi abitanti ancestrali?
Il Lupo sta attraversando un periodo difficile per il rapporto problematico e quasi sempre conflittuale con gli allevatori – conclude Visceglia – ma solo una buona conoscenza scientifica dei tanti aspetti che lo riguardano possono aiutarci a trovare adeguate soluzioni che permettano di favorire una migliore convivenza tra questa specie e le attività zootecniche. Non va dimenticato il fatto che il recente aumento della presenza di lupo nel materano è legato ad un generale processo di espansione registrato a livello nazionale grazie alle normative di salvaguardia della fauna e alla presenza di aree protette. Ma è soprattutto l’incremento demografico delle sue principali prede naturali a far arrivare il Lupo ovunque, anche dove fino a pochi anni fa nessuno ci avrebbe scommesso. E’ certamente una specie con cui non è facile convivere senza problemi ma non possiamo permetterci di fare errori di gestione che potrebbero tracciare un solco profondo capace di far sprofondare nuovamente il lupo nel limbo delle specie minacciate e a rischio di estinzione come lo era quando negli anni 70 del secolo scorso era ridotto, a causa della persecuzione millenaria, ad un centinaio di esemplari per lo più confinati nelle aree più remote degli Appennini”.
Nella foto di Mina Matarrese il lupo investito