Un ricordo struggente e articolato di un fenomeno, qual è stata l’emigrazione, che ha coinvolto un intero paese. La presentazione, tenutasi domenica sera a Salandra, del libro di Maria Albano “Desdeel Alma” che ricorda l’esemplare storia di Rosita Melo, ha rilanciato il tema del ruolo delle donne all’interno delle famiglie e nella società. La sezione locale della Fidapa, guidata da Rosa Grazia Autera, ha colto l’occasione della presentazione del volume per mettere in scena una struggente ricostruzione dell’emigrazione lucana verso l’America del Sud, con musiche, costumi, colori e atmosfere. La storia di Rosita Melo, la prima donna compositrice a raggiungere la fama internazionale, con la sua famiglia partita da Rionero, e divenuta in Uruguay una delle concertiste e poetesse più importanti del mondo, al tal riguardo è emblematica. Una donna di successo, dopo una gioventù tribolata e vissuta in un contesto familiare difficile e lontano dalla terra natia. A Salandra, con originalità e sensibilità, l’associazione ha ricostruito il contesto storico di riferimento a partire da figuranti in costumi d’epoca e musiche appropriate che rievocavano l’arte e la grazia di Rosita Melo. Con la partecipazione di Davide Mazziotta, Franco Irene, Franco Angelastro, Emanuele Giannini e Annalisa Raucci, il dibattito sul ruolo delle donne nell’emigrazione di inizio ‘900 è stato rivissuto in modo struggente e appassionato. La rappresentazione coreografica, curata dall’Energy Dance di Salandra, del maestro Giandomenico Vizzuso, ha esaltato la serata al Cineteatro comunale favorendo una ampia partecipazione e una empatia con i presenti che, dell’emigrazione anche locale, hanno avuto sicuramente testimonianza anche nelle proprie famiglie. La successiva visita al Convento francescano del 1400 è stata la conclusione di una serata particolarmente interessante.
E proprio la storia di Rosita Melo, può e deve essere il punto di partenza per uno studio di un fenomeno che ha costellato la piccola Basilicata per tutto il secolo scorso e da cui occorre trarre insegnamenti e idee. Pregiudizi e chiusure non fanno bene ai lucani di oggi, anche in considerazione dei tanti nostri corregionali che hanno lasciato la propria terra a malincuore e per il solo intento di una vita meno stentata. A Salandra, grazie alla Fidapa, tutti i partecipanti hanno apprezzato il messaggio insito nella storia della nostra conterranea che, lontano dal suo paese, è assurta ad una star mondiale. La capacità di studio e l’abnegazione dimostrata dai lucani emigranti resta uno sprone a non disperdere il patrimonio di quanti –compreso Marino di Teana- hanno saputo tenere alto l’orgoglio e il vessillo della Basilicata fuori dalla propria regione, ma sempre rimanendone visceralmente legati.