Il Consiglio dei Ministri oggi ha impugnato la legge della Regione Basilicata n. 30 del 20/11/2017, recante “Disposizioni per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e la piena accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva”, che è stata proposta dal gruppo di Forza Italia (primo firmatario il capogruppo Michele Napoli) con una serie di valutazioni che di fatto affossano quanto di buono il Consiglio Regionale tutto ha inteso fare. A riferirlo è il vicepresidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi). Secondo il Governo varie norme della nostra legge che definiscono e disciplinano una nuova figura professionale invaderebbero la competenza statale in materia di professioni, in violazione dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione. Sempre secondo il comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri “esse inoltre, limitando la libertà di circolazione dei lavoratori e l’attività di prestazione di servizi, non rispettano i principi dell’ordinamento dell’Unione europea, in violazione dell’art. 117, primo comma, della Costituzione”.
E’ il caso di ricordare con le parole del capogruppo Napoli l’obiettivo centrale della normativa regionale che ha recepito la nostra pdl: fvorire l’inclusione sociale delle persone affette da deficit uditivo con riferimento a tutti gli aspetti della vita quotidiana, compresi l’accesso all’informazione e ai servizi della Pubblica amministrazione.
“In Basilicata dai dati Inps – sottolinea Napoli – i non udenti sono circa 1.500 di cui oltre il 50 per cento è iscritto all’Ens (Ente nazionale sordomuti). L’iniziativa nasce da un confronto iniziale e con il contributo di Rosanna Parente assistente alla comunicazione e per interpreti Lis, confronto che proseguirà perché si tratta di una proposta aperta ad integrazioni e idee di arricchimento”.
“Per questa ragione la legge regionale che intendiamo difendere a denti stretti – aggiunge Castelluccio – è di grande civiltà per mettere la Basilicata al passo con altre Regioni che hanno approvato provvedimenti analoghi e garantire uguali diritti di vita e di salute ai non udenti specie nei rapporti con la pubblica amministrazione. Quello del Governo pertanto si configura come un grave atto di inciviltà”.
“Tra le principali novità previste – evidenzia Napoli – l’attivazione presso ogni punto nascita regionale dello screening udivito neonatale al fine della diagnosi precoce delle disabilità uditive e quindi per individuare un percorso personalizzato per ciascun bambino. Un servizio che da qualche tempo si svolge solo al San Carlo di Potenza. Si prevede inoltre l’istituzione dell’albo regionale degli interpreti Lis, attraverso una commissione di garanzia, per mettere fine a scelte discrezionali in incarichi affidati a questi professionisti, per adeguare la formazione degli stessi e per rispondere meglio alle esigenza della categoria. Con la tutela delle persone sorde si punta a promuovere iniziative da parte di tutte le pubbliche amministrazioni idonee a realizzare in condizioni di parità rispetto agli altri cittadini l’accesso alle informazioni e ai servizi”.