“L’Ufficio erogazioni comunitarie in agricoltura (Ueca) non interagisce con gli altri soggetti interessati e quindi le problematiche rilevate sulle domande relative alle misure a superficie del Psr Basilicata, in particolare del biologico, che il più delle volte potrebbero essere risolte con la concertazione delle parti interessate, sono destinate a incancrenirsi e non trovare soluzione”. E’ quanto evidenzia Coldiretti Basilicata in una lettera inviata al dirigente dell’Ufficio erogazioni comunitarie in agricoltura della Regione Basilicata, Ermanno Pennacchio, e all’assessore regionale, Luca Braia. “A conferma di tutto ciò – sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto e Aldo Mattia – segnaliamo, al contrario di quanto condiviso al Tavolo Tecnico svoltosi in Regione a novembre, che l’Ueca continua ad addebitare ritardi e blocchi alla cattiva gestione dei Centri di Assistenza Agricola di Coldiretti. Inoltre, proprio nel periodo delle festività, ha inviato ai produttori ed agli stessi Centri lettere di correttive da definire entro il 31 dicembre, col paradosso che gli stessi non conoscono le procedure per le correttive e non conoscono presso quali sedi (Matera o Potenza) procedere alle correttive. Infine nelle lettere sono evidenziate anche anomalie che non possono essere risolte e non sono addebitabili all’operato di Coldiretti”. Quarto e Mattia segnalano poi che “per il biologico parte delle domande 2016 non sono state pagate e non si conoscono le motivazioni né tantomeno l’esistenza o le procedure per correggere eventuali anomalie”. Altra questione, “non meno edificante”, riguarda la gestione da parte dell’Ueca delle pratiche interessate dalla sentenza (198/2015 – ex set-aside). “Circa cinquecento pratiche di biologico relative al 2016 non sono state pagate, altre duecento circa sono state pagate parzialmente per circa quattro milioni di euro e circa settanta pratiche bloccate per la sentenza, passata in giudicato, sopra richiamata. Questa ha una dimensione ancora più allarmante in quanto gli agricoltori coinvolti non percepiscono il premio pac da circa quattro anni e su di loro pende la ‘spada di Damocle’ del recupero dei premi percepiti indebitamente nel corso dei vent’anni di vigenza del bando, che complessivamente e soltanto per i nostri associati ammonta a circa tre milioni di euro. Tutto questo ragionamento, tradotto in azioni – concludono Quarto e Mattia – presuppone la necessità di prevedere, come Coldiretti, un incontro urgente, alla presenza di un’ampia nostra delegazione, per dirimere la questione e sbloccare le ingenti risorse finanziarie che, fino a prova contraria, sono un diritto degli agricoltori e non possono essere messe in discussione dal gioco dello scaricabarile”.