Il materano Valentino Blasone esprime alcune riflessioni dopo la festa del “Meno Uno” della Fondazione Matera-Basilicata 2019 promossa ad un anno dalla cerimonia ufficiale di inaugurazione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Di seguito la nota integrale.
Valentino Blasone: “Matera millenaria e Matera “milionaria”.
È ormai sancito. Irrevocabilmente sancito.
Perché scritto e quindi come dicevano i nostri padri “verba volant, scripta manent”.
Ci sono due Matera.
Quella millenaria che sembra immobile perché viaggia ai tempi della Storia e che quindi ingloba le innumerevoli diversità che hanno attraversato i suoi luoghi in un unicum indistinto seppure ben visibile ed emozionante.
Ogni presenza nel corso dei millenni ha lasciato ed ha preso ed è diventata essa stessa parte di quella meraviglia inestricabile e sovrapposta quale è la nostra storia cittadina.
I nostri vicoli che sono al contempo tetti del piano inferiore, i nostri vuoti che sono altro nel racchiudere i pieni, appaiono essere nel DNA del lussureggiante diverso della nostra città.
La diversità diluita nei tempi della Storia rende unico il nostro luogo, fisso perché in movimento, etereo perché fatto di pietra.
C’è poi l’altra Matera, quella attuale e “milionaria”, i neo Luigini della cultura, quella che vorrebbe insegnare la storia e l’arte, quella che pone steccati chiamandoli “Open”, quella che vive la sindrome dell’accerchiamento seppur Matera per sua stessa conformazione non è accerchiabile, è piuttosto un filo, fatto di sentire e di vivere che si dipanano lungo la Gravina e che con essa seguono cadenze che sono parte del suo essere.
Queste due Matera dicevo, quella millenaria e quella “milionaria”, ci accompagneranno nel corso del prossimo anno e quello poi successivo da Capitale Europea della Cultura.
Matera, quella vera, che piaccia o meno, continuerà a seguire il suo intercedere lento, che perfettamente rappresenta i tempi della Storia. Forse si appassionerà per qualche manifestazione, per qualche evento, ma sarà un rito sporadico, ma molto lontano dal divenire, ahimè, un sentire sedimentato.
L’equivoco forse primario è che Matera non deve riscattarsi da nulla, non deve diventare nulla di diverso da quella che è sempre stata e sempre sarà: un avamposto della Cultura dell’uomo.
Un avamposto millenario, che mai si è esaurito e forse mai si esaurirà, assolutamente orgoglioso di questo.
Forse la differenza fra millenni e “milioni” è tutta qui.
Valentino Blasone