Il materano Giovanni Caserta esprime alcune riflessioni dopo la festa del “Meno Uno” della Fondazione Matera-Basilicata 2019 promossa ad un anno dalla cerimonia ufficiale di inaugurazione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Di seguito la nota integrale.
Giovanni Caserta: “Matera… una città di cartone?”
Con astuta combinazione, nei giorni scorsi, si è annunziato, in tutte le forme, che il giorno 19, alle ore 19,19, avrebbe avuto inizio la costruzione di un monumento della città di Matera. Il tuttosarebbe avvenuto con forme di cartone, che avrebbero funzionato dapietre da costruzioneper lo più in forme di parallelepipedo, in tutto simulanti gli antichi blocchi di tufo. Sarebbe stato l’evento “numero uno” in riferimento al 2019, anno della proclamazione di Matera acapitale europea della cultura. La costruzione, fatta con la ineludibile collaborazione della cittadinanza, sarebbe stata “sfasciata” la sera successiva. Naturalmente,quando si dice “cittadinanza”, si dice scuole di ogni ordine e grado, cioè centinaia di studenti contenti di abbandonare i banchi,dove avrebbero imparato un po’ di matematica, latino e greco, una voltaconsiderati più “culturali” che il trasporto di parallelepipedi di cartone.Però, da quando Matera è Matera 2019, capitale della cultura, di questa si hanno e si danno idee giocose, purtroppo non nel senso che all’aggettivo dava Giovanni Pico della Mirandola.A me, invece, è venuto in mente che, nella tradizione culturale della città di Matera, e nel suo più profondo senso antropologico,quando si voleva dire di una persona che era un testone, ovvero una testa vuota, si diceva “capo di cartone”. Ovviamente,ancora una volta, tutto si sarebbesvolto in forma di volontariato, quindi non pagato, tranne, ovviamente, che per l’artista e i suoi collaboratori venuti da lontano.
Le cronache, magnificamente dirette da TRM e da RAI 3 di Basilicata, hanno annunziatoe precisatoche la costruzione simboleggiava la chiesa di San Pietro Barisano con campanile, alto, naturalmente, 19 metri. E siccome il cartone è cartone, cioè è vuoto, fatta l’opera, si sarebbe presto proceduto alla sua distruzione e allasua “rottamazione conservativa”: bella idea e bella espressione chea pochi, a Matera, sarebbe venuta in mente. Qualche cafone materano, infatti, poteva pensareche lo si sarebbe bruciato in piazza. Non è forse vero – ci hanno ricordatouomini venuti da lontano – che Matera è .la città in cui il carro della Bruna non viene bruciato, ma semplicemente spogliato delle “figure” di cartapesta, poi conservate? Insomma, ci hanno voluto far capire che aMatera la raccolta differenziata è cominciata cinque-sei secoli fa.Di conseguenza, una volta “sfasciato” il campanile di cartone con chiesa, si sarebbe preceduto alla conservazione di un pezzo esemplare, che, consegnato a Raffaele Pentasuglia, sarebbe stato inglobato nel prossimo carro della Bruna. E poteva mai mancare il Carro della Bruna?Raffaele Pentasuglia, per la cronaca, è anche l’autore di un busto a Pascoli, da sei anni mai sistemato e giacente nella polvere chissà dove.
Che cosa abbiaprodotto questa ulteriore performance ideata da menti illuminate, venute dalontano,non so. Abbiamo sentito cheavrebbe dato qualche ora di gioia ai materani, che, di fatto – abbiamo visto -, hanno ballato in piazza, comeaRio de Janeiro e CacaoMeravigliao. E vada. Il carnevale, a Matera, dura ormai da tre anni e più. Ed è un carnevale costoso. Sulla scia del borbonismo tradizionale, siamo a festa, farina eforca (cioè alti prezzi, multe e tariffe in progressione, spese pazze, salotti pubblici “sempre più buoni” confittiprivati “sempre più alti”, periferie sempre più abbandonate, caffè a Matera a 1 euro, ad Altamura a 80 centesimi…). Come se ciò non bastasse,ora ci simette pure la Giunta comunale, con un carnevale – si dice – di 200.000 euro, inuna città che non ha carnevale nella sua storia,tranne la donna che si veste da uomo e l’uomo che si veste da donna. Che si vuole di più?
Inconsapevolmente, scherzi freudiani, con la costruzione in cartone,i suoi ideatori hannoprefiguratola città che ci lasceranno: una città di cartone.Nessuno, infatti, sa dire che cosa di materiale e concreto, in termini di strutture e infrastrutture, il 2019, in questi tre anni, ha prodotto.Si canta eballa.Matera s’amuse. Intanto sussiste il cimitero della Valbasento, langue la Ferrosud, emigrano i giovanie non giovani. All’anagrafe, intanto, questi gli ultimi dati della popolazione di Matera 2019, nonostante le immigrazioni dalla provincia e le immigrazioni extracomunitarie: 31 dicembre 2014:ab.60.524; 31 dicembre 2015;ab. 60.436; 31 dicembre 2016: ab. 60.351. In calo, comunque in calo
Ogni due settimane da Matera partono furgoni con vettovaglie e aiuti, anche finanziari, ai materani emigrati, studenti e lavoratori altrove. Sono beni e soldiche, sottratti ai genitori e ai nonni degli emigrati, spogliano la città e vanno al nord. Mi viene una idea, una piccola idea. Ma perché, al posto dei furgoni, non si usa il carro della Bruna? Si risparmierebbero, se non altro, le spese di trasporto.E sarebbe una bella propaganda, a Matera capitale della cultura 2019. Di cartapesta, naturalmente.
viaggiate, non vi fossilizzate su Matera Capitale Europea, ci sono posti in Italia che trasudano storia, sono impregnati di grande cultura, visitate Pisa,Siena,Firenze, visitate l’Umbria e vi renderete conto della grandissima storia di questi posti impregnati fortemente di Rinascimento e non solo, Matera in fondo se gli togli i Sassi non ha nulla da offrire; abbiamo solo il panorama dei Sassi, spettacolari di giorno e di notte, ma nulla piu’; ho girato molto per i Sassi durante queste vacanze di Natale e mi sono imbattuto in numerosi gruppi di turisti che si sono fermati non piu’ di mezza giornata a Matera e poi sono andati a visitare altri luoghi a nord e a sud dell’Italia, questo a dimostrazione del fatto che in fondo Matera non ha molto da offrire oltre a qualche ora di veduta dei Sassi; ho potuto questa estate ammirare Siena e il suo Palio e credo di poter dire da materano purosangue di aver visto una città spettacolare, piena di colori, entusiamo, ricchissima di storia, di monumenti da visitare, i giorni del Palio poi sono un qualcosa che bisognerebbe provare una volta nella vita, la piu’ bella festa che abbia mai visto, neanche in 50 feste della Bruna ho mai visto uno spettacolo del genere; siamo capitale europea della cultura, ma tutti i posti che ho citato e visitato sono obiettivamente superiori di gran lunga per bellezza storia e tradizioni alla nostra pur bella Matera
E’ un’analisi precisa. La testa era di cartone data la circostanza? io pensavo a quella di tufo. Devi sapere, Giovanni, che tra festa e farina dobbiamo spendere 41 Meuro di soldi pubblici per cui ogni idea è buona; c’è poi la forca ma quella non costa nulla ed è riservata a chi non si omologa magari attraverso un carnevale che ovviamente è “culturale” ideato dalla televisione rionale
Condivido, prof. Caserta.
Un po di cultura materana da spendere ne abbiamo, a prescindere, come si dice, da u frstr ca son vnth a cmmanné!