Carmen Paradiso, Presidente Vivere Donna Onlus in una nota risponde al consigliere Romaniello e alla Presidente della commissione regionale pari opportunità Angela Blasi sul tema della Breast Unit.
In qualità di Presidente dell’Associazione Vivere Donna Onlus, sento il dovere di intervenire dopo l’ennesimo comunicato strumentale e soprattutto ricco di inesattezze che ho letto in questi giorni. Pensavo che dopo la risposta del Dipartimento Politiche della Persona, della Regione Basilicata, si fosse tutto chiarito. Penso che chi occupi delle posizioni così autorevoli debba almeno informarsi e non agire e scrivere per sentito dire. Il “si dice che” quando si trattano temi così delicati, come le patologie tumorali, non è consentito a nessuno, tantomeno a un rappresentante delle istituzioni. Forse sarebbe opportuno, questo è un invito che rivolgo a tutti i consiglieri regionali, in particolare ai meno informati, trascorrere una giornata presso l’UO di Chirurgia Senologica e l’UO di Oncologia del San Carlo di Potenza per toccare con mano cosa sia una Breast Unit. Per toccare con mano il delicato percorso che le pazienti seguono. Per prendere visione di come funzioni la Breast Unit: un lavoro, come ho spiegato in altra occasione,che dura ormai da oltre 15 anni, ancor prima che una delibera regionale,la n. 1152/2017 in recepimento dell’Intesa della Conferenza Stato Regioni, ai sensi dell’articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131, sul documento recante “Linee di indirizzo sulle modalitàà organizzative ed assistenziali della rete dei Centri di Senologia”, rep atti 185/CSR del 18 dicembre 2014, istituisse la rete delle Breast Unit regionale, individuando quale Hub il Centro di Senologia – Breast Unit – del San Carlo di Potenza e il Centro di senologia – Breast Unit – dell’IrccsCrob di Rionero in Vulture che dispongono dei requisiti definiti nell’Accordo. Vorrei ricordare ai meno informati che il lavoro multidisciplinare dei tanti reparti interessati nella diagnosi e cura delle neoplasie mammarie, ha consentito in questi anni di avere, nei fatti, già una BreastUnit. Vorrei inoltre ricordare che in Basilicata si operano oltre 400 casi di neoplasie mammarie. Quale è l’intento di questi comunicati? Invitare le persone a curarsi fuori regione? Lanciare inutili allarmismi come se in Basilicata senza la Breast Unit (che ribadisco esiste) non vengano assicurate cure adeguate? Abbiamo due centri il San Carlo e il Crob all’avanguardia nella cura delle neoplasie mammarie. Vorrei rivolgere un’ultima domanda a chi oggi si preoccupa dell’esistenza o meno della Breast Unit regionale: dove eravate quando la sottoscritta a luglio 2017, con lettera consegnata a tutti i consiglieri regionali e associazioni, chiedeva un aiuto per la senologia del San Carlo e per l’istituzione della Breast Unit. Forse era ancora lontana la campagna elettorale?