Oltre cinquecento coltivatori iscritti a Coldiretti Basilicata, giunti da tutta la regione, sono in piazza da questa mattina a Potenza dinnanzi alla sede dell’Ueca, l’Ufficio erogazioni comunitarie in agricoltura, in corso Garibaldi, per chiedere lo sblocco di ingenti risorse a loro destinate. “Dopo una lunga trattativa – ha spiegato il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto – abbiamo inviato una lettera al dirigente Ueca, a cui non abbiamo avuto alcuna risposta, per chiedere un incontro con lo scopo di conoscere e risolvere le circa 800 pratiche che oggi sono ancora bloccate, ci riferiamo a quelle relative alle produzioni biologiche, sia a quelle definite di ‘primo insediamento’ e anche a quelle legate alle sentenze, che ormai si sono risolte. Problemi che richiedono una rapida risoluzione per consentire alle imprese di accedere ai contributi e poter così programmare le proprie attività”. La protesta, con bandiere e trattori, andrà avanti fino a quando non arriveranno risposte realmente concrete anche relative alla gestione da parte dell’Ueca delle pratiche interessate dalla sentenza (198/2015 – ex set-aside). “Si tratta di una protesta annunciata – ha aggiunto il direttore regionale di Coldiretti Basilicata, Aldo Mattia – perché ormai sono tre anni che le imprese agricole attendono i finanziamenti legati al biologico a cui si aggiungono le centinaia di pratiche ferme per anomalie, ed è questa l’assurdità più grande. E’ una pura causalità se il direttore dell’Ueca oggi è a Roma assieme all’assessore regionale Luca Braia all’Agea, per risolvere quei problemi che da tre anni attendono una risposta. Magari questa volta ci si riesce, ma noi intanto saremo qui ad attenderli ad oltranza, ci prenderemo le nostre responsabilità, presidieremo anche questa notte, ma di qui non ce ne andremo senza una risposta. Abbiamo una dignità – ha concluso Mattia -e loro hanno il dovere di venire a darci delle risposte”. In tarda mattinata una delegazione di Coldiretti Basilicata ha incontrato il Capo di Gabinetto della Prefettura di Potenza per chiedere attenzione sulla vicenda.