E’ ancora in corso la procedura di infrazione della Commissione europea nei confronti dell’Italia per la mancata notifica alla Ue del suo programma nazionale di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Lo ha reso noto la Commissione stessa rispondendo ad un’interrogazione presentata a ottobre scorso dall’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini.
L’esponente pentastellato aveva posto alla Ue varie domande, tra cui quella di far sapere se il governo Gentiloni avesse presentato il programma nazionale di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi entro il 13 settembre 2017, data in cui scadevano i 60 giorni fissati a luglio 2017 dalla stessa Commissione, per evitare che l’Italia venisse deferita alla Corte di giustizia Ue e subisse un’ennesima procedura di infrazione.
Nella risposta è stato anche spiegato che “l’avanzamento della procedura d’infrazione, che comprende le informazioni fornite dall’Italia dopo il parere motivato e la valutazione della Commissione, può essere monitorato sul sito internet della Commissione. La Commissione – è stato evidenziato – ha il dovere di garantire la riservatezza delle informazioni riguardanti tali procedure di infrazione e di non divulgarle o commentarle ulteriormente in questo momento, poiché ciò potrebbe incidere negativamente sull’andamento delle discussioni con lo Stato membro interessato”.
“Nella risposta della Commissione – ha commentato Pedicini – sembra chiaro che il governo Gentiloni non abbia ancora presentato il programma nazionale sul nucleare e che Bruxelles stia facendo di tutto per non passare alla prossima fase della procedura di infrazione contro l’Italia. Pertanto – ha aggiunto l’eurodeputato M5S – visto che la risposta è così parziale e insoddisfacente, ci attiveremo per saperne di più e per approfondire l’intera questione.
Anche perché – ha sottolineato – vogliamo verificare qual è la situazione dopo l’annuncio del ministro Calenda che ha detto di voler pubblicare prima delle elezioni del 4 marzo prossimo la carta delle aree potenzialmente idonee per la realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari (Cnapi). Ricordiamo al ministro Calenda – ha precisato l’europarlamentare – che prima della pubblicazione della Cnapi, deve rispondere alle osservazioni che ha ricevuto da vari enti locali e associazioni ambientaliste lucane. Non vorremmo che dopo la grave gaffe del novembre 2003, quando il governo Berlusconi emanò un decreto che prevedeva la realizzazione di un sito nazionale per le scorie nucleari a Scanzano, vengano fatte di nuovo delle scelte calate dall’alto senza coinvolgere i cittadini. E’ ovvio che, così come accadde allora, quando a Scanzano ci fu una vera e propria rivolta popolare, accadrebbe adesso.
Il governo Gentiloni – ha concluso Pedicini – continua a collezionare gravi ritardi, inefficienze e inadempienze su una delle emergenze nazionali più complesse e delicate che riguardano la tutela ambientale e la sicurezza dei cittadini. In particolare in Basilicata – ha aggiunto – c’è da fare chiarezza sulla grave e preoccupante situazione di inquinamento provocata dall’Itrec di Rotondella e sugli interventi di bonifica e di messa in sicurezza che riguardano quel sito”.