E’ morto l’artista di origini lucane Antonio Infantino, già leader del gruppo musicale “Antonio Infantino e il gruppo di Tricarico”. Il corpo è stato ritrovato dalla figlia nella sua abitazione a Firenze, città in cui ha deciso di restare dopo aver conseguito la laura in architettura. Antonio Infantino è nato a Sabaudia, in provincia di Latina. Il prossimo 6 aprile avrebbe compiuto 74 anni. In terra laziale si trovavano in quel periodo i genitori originari di Tricarico per motivi di lavoro.
Il prossimo 17 febbraio la Pro Loco di Tricarico avrebbe presentato il libro di Walter De Stradis dedicato alla vita artistica di Antonio Infantino, con testimonianze di alcuni musicisti che lo hanno conosciuto. Infantino era stato già invitato per partecipare a questo evento ma purtroppo oggi è deceduto.
Michele Capolupo
Cordoglio per la scomparsa del grande Antonio Infantino, nota Lucana Film Commission
“La Basilicata perde uno dei suoi figli più illustri con la scomparsa di Antonio Infantino. Resta il suo monumentale patrimonio musicale e intellettuale di artista mai prono alle mode e ai compromessi” dichiara il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace che nel ricordare la figura di Infantino prosegue “il Fato ci ha giocato un brutto scherzo considerato che abbiamo due opere cinematografiche, da noi sostenute e di prossima uscita, con Antonio come protagonista. Una parte gli era stata assegnata nel film Lucania di Gigi Roccati e sulla sua straordinaria figura abbiamo realizzato A faboulous trickster, documentario a lui dedicato con dedizione e passione dal regista e musicista Luigi Cinque. Stavamo organizzando un lancio con esibizioni dal vivo che accompagnassero il documentario in modo da celebrare uno dei più autentici esponenti della musica popolare lucana. Ora dovremmo farlo senza il suo carisma. Ma questo è certo, cureremo la sua Memoria come Antonio Infantino merita di essere ricordato”.
Scomparsa Infantino, il cordoglio di Pittella
“Esprimo cordoglio e tristezza per la scomparsa del grande artista e poeta Antonio Infantino che pur se in giro per il mondo ha sempre tenuto vive le nostre culture e tradizioni. Da bambino a Tricarico aveva conosciuto Rocco Scotellaro e poi la sua arte era stata condivisa con Dario Fo e celebrata da Fernanda Pivano. Sarebbe lungo elencare le sue innumerevoli collaborazioni di prestigio. Resta il dovere del ricordo di un intellettuale illustre che attraverso le nostre istituzioni pubbliche merita di essere riproposto alle giovani generazioni lucane in modo che ne traggano ispirazione artistica ed esempio.” Lo dichiara il Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella.
Scomparsa Antonio Infantino, il cordoglio di Mollica
Il presidente del Consiglio regionale: “La Basilicata perde un grande artista ma rimarrà il suo immenso patrimonio musicale e intellettuale”
“Apprendo con sgomento e profondissima tristezza della scomparsa di Antonio Infantino, artista eclettico, studioso delle tradizioni popolari, musicista, poeta e fondatore del gruppo I Tarantolati di Tricarico.Testimone e narratore della nostra comunità, lascia un vuoto nel mondo della musica nazionale e locale oltre che nel popolo lucano. Stravolgendo e reinventando il repertorio tradizionale della sua terra d’origine, aveva creato un canzoniere nuovo e composito, passando dalle ninne nanne alle filastrocche infantili, ai canti di festa e di lotta.Esprimo il mio personale cordoglio e quello di tutto il Consiglio regionale. La Basilicata perde un grande artista ma rimarrà il suo immenso patrimonio musicale e intellettuale. Il Consiglio regionale di Basilicata troverà sicuramente il modo per ricordare e onorare questa figura tanto cara alla comunità lucana”.
Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica ha espresso il cordoglio dell’Assemblea per la scomparsa di Antonio Infantino.
Scomparsa Antonio Infantino, cordoglio di Antonio Folino (Liberi e Uguali)
“Antonio Infantino è stato un grande artista, poeta, intellettuale e musicista che ha reinventato la musica popolare portando le tradizioni antiche della Basilicata a confrontarsi con il mondo. La sua improvvisa scomparsa ci priva di un importante riferimento culturale, che ha lasciato un immenso patrimonio di idee e di musica. La Basilicata ha il dovere di valorizzare questo patrimonio, di non dimenticare un ‘cittadino del mondo’ che ha saputo elaborare in un modo nuovo e particolare le tradizioni del mondo contadino”. E’ il messaggio di cordoglio del parlamentare Vincenzo Folino (Leu) per la scomparsa di Antonio Infantino.
Sul sito www.huffingtonpost.it è riportato un articolo dedicato alla vita artistica di Antonio Infantino, che riportiamo di seguito per rendere omaggio ad un punto di riferimento dell’arte lucana.
Poeta, musicista, architetto, viaggiatore: nessuna di queste definizioni esaurisce Antonio Infantino, una delle figure più colte e geniali della cultura italiana.
Lucano di origine e fiorentino per lavoro (ha svolto la sua carriera di docente di Arte dei giardini nell’Università del capoluogo toscano), Infantino ha attraversato l’Italia del dopo guerra e quella della beat generation, lasciando un segnale di straordinaria creatività. Il suo album Tarantella tarantata è stato definito da Gino Castaldo “un capolavoro del nuovo folk italiano”, di lui Fernanda Pivano (che lo convinse a pubblicare un libro di poesie, I denti cariati e la patria) ha detto: “È un personaggio che incarna in senso letterale alcune tra le cose migliori della cultura e dello spettacolo di questi ultimi 40 anni”.
Infantino ha le radici a Tricarico, in provincia di Matera, ed è stato autore di musiche che uniscono la taranta, il dialetto lucano e le percussioni. Prima Infantino aveva debuttato al Nebbia Club di Milano, era stato ospite fisso del Folkstudio di Roma, aveva esposto i suoi quadri alla Biennale di Venezia e aveva ospitato a casa il Living Theatre, la compagnia teatrale sperimentale di New York. Amico intimo e inseparabile di Enzo Del Re, ha lavorato con Dario Fo, Francesco Guccini e Vinicio Capossela, che lo ha invitato a suonare al suo Sponz Festival nell’agosto scorso.
Abbastanza schivo e restio alle telecamere, Antonio Infantino ha deciso di raccontare la sua storia nel documentario prodotto dalla casa di produzione indipendente Ballardian Video “Antonio Infantino, una delle biografie possibili”, a cui hanno lavorando due giovani registi: Marco Giappichini e Vincenzo Libonati. “Infantino ha cantato i suoi compaesani e le loro esistenze: la raccolta delle olive, il carnevale, la terra dei briganti – spiegano gli autori -. La sua musica è mistica, ipnotica, fisica. Colta ma anche popolare. È un rito. Il legame con la terra e i suoi prodotti, il ritmo della vita scandito dai cicli dell’agricoltura. E poi, l’energia. Quella forza sprigionata dal terreno, dall’aria, dall’uomo che “spinge al rinnovamento e al nuovo” per liberare le civiltà contadine dalla miseria e dalla povertà”.
La vita dell’artista di Tricarico è il filo conduttore del racconto di un Sud Italia dalla doppia anima: quella arcaica, contadina, quasi animalesca di quando Infantino era un bambino e Matera era “la vergogna d’Italia” e quella frizzante, creativa ed esplosiva degli ultimi anni, che ne hanno fatto terra di turismo e hanno portato alla scelta di Matera capitale europea della cultura nel 2019.
(fonte www.huffingtonpost.it)