Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil Pensionati Basilicata: “Nonni risorsa sempre più preziosa per le famiglie”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Vanno a prendere i nipoti a scuola e liaiutano a fare i compiti mettendo a disposizione il loro tempo peraiutare papa’ e mamma a gestire i bambini e gli impegni quotidiani(78,6%) e contribuire al sostegno economico della famiglia (72,7%). Inonni sono una risorsa sempre piu’ preziosa per le famiglie italiane,secondo l’analisi del nuovo rapporto ‘Italia’ dell’Eurispes.
Parallelamente, i nonni vengono visticome persone che vivono la propria vita, coltivando i propri interessi (56,8%), ma non manca chi e’ convinto (56,8%) che moltinonni, forse perche’ troppo anziani, abbiano comunque bisogno diaiuto da parte dei figli. Un nucleo familiare su tre si trova a dovergestire un parente anziano non del tutto autosufficiente che vienecurato in famiglia in circa il 50% dei casi. Due facce della stessa medaglia: nonni che sono una ricchezza e nonni che hanno bisogno di assistenza.
Ma il punto fermo è che un nonno in casa aiuta a far quadrare i conti e salva dalla povertà. In particolare, per quasi i due terzi delle famiglie che vivono con un genitore i trasferimenti pensionistici rappresentano oltre il 75% del reddito familiare disponibile (per il 26,5% l’unica fonte di reddito). Di contro i pensionati che vivono soli corrono un elevato rischio povertà. Tradotto in numeri appartengono a questa categoria il 22,3% dei pensionati.
Dunque la centralità del ruolo dei pensionati nella società è un nodo fondamentale per la Uil pensionati che, in una recente indagine (promossa dalla Uilp e dalla Fondazione Società Matura) dal titolo “Il ruolo dei pensionati in Italia” ha evidenziato da un lato che la popolazione anziana viene percepita come una fascia di popolazione in difficoltà economica, dall’altro, si riconosce che i pensionati sono un valido sostegno economico per le famiglie, una fonte di occupazione e un motore per l’economia.
Come Uil pensionati siamo convinti che per far fronte in modo positivo all’aumento della durata di vita e all’invecchiamento della popolazione sia necessario attuare un profondo cambiamento culturale e delle politiche economiche, previdenziali, fiscali, sanitarie e sociali del nostro Paese. Cambiamento non vuol dire ulteriori tagli al welfare ma rivalutazione del potere d’acquisto di pensionati e lavoratori; razionalizzazione della spesa pubblica; eliminazione degli sprechi e dei privilegi; investimenti per un invecchiamento attivo e per la promozione di sani stili di vita; potenziamento della prevenzione e della diagnosi precoce; potenziamento della medicina del territorio; sostegno all’innovazione e alla ricerca anche per quanto riguarda prodotti e servizi rivolti alle persone anziane; diverse politiche delle città e abitative che promuovano anche modalità diverse del vivere insieme e dell’abitare.
Sono già 12 milioni e mezzo in Italia, ma per effetto della curva demografica, si tratta di un pezzo della popolazione destinato ad aumentare, e tanto. Ma prima e dopo i numeri, viene un fatto che possiamo verificare tutti i giorni nelle nostre case e nelle nostre famiglie: senza i nonni la nostra vita sarebbe peggiore e più complicata. E dunque, guai a sprecarli solo perché l’età avanza con i suoi danni e i suoi segni. E lunga vita ai nonni.