In una regione come la nostra con poco più di 500 medici di famiglia ed una sessantina di pediatri, con un rapporto altissimo tra medici e assistiti (1.017 nel caso dei medici di famiglia e 858 per i pediatri),lo stato di agitazione della categoria deve sollecitare una riflessione da parte di tutti e specie della politica più responsabile che in tutti questi anni ha avuto visione e coraggio di imporre decisioni lungimiranti per la salvaguardia di uno dei capisaldi del sistema del welfare del nostro Paese. E’ il commento di Patrizia Gerardi di Civica Popolare-Idv che aggiunge: anche i servizi essenziali garantiti nella nostra regione dalla Guardia Medica risentono del numero limitato di medici (circa 450 con una media di 71,7 per 100mila abitanti). E si prospetta una lunga “fuga dagli ambulatori”; se la tendenza proseguirà, tra sei anni ci saranno 15 mila medici di famiglia in meno.In un anno concludono il percorso triennale di studi tra i 900 e i 1.000 medici ‘specializzati’ per fare la medicina generale o quella d’urgenza, ma secondo l’istituto previdenziale dei camici bianchi, l’Enpals, quest’anno i pensionati saranno più o meno lo stesso numero mentre il prossimo il dato schizzerà a qualcosa come 2.700, quello dopo addirittura a 3.500 e poi ancora più su, fino a toccare il tetto dei 4 mila per altri 4 anni. Solo dal 2025 la curva tornerà a scendere. In sei anni quindi lasceranno in tutto circa 21 mila professionisti (circa il 45% del totale) e se non si interviene sui posti nelle scuole, alla fine di quel periodo in Italia mancheranno qualcosa come 15 mila medici di famiglia.Un po’ come avviene per i posti di guardia medica. Molti ambulatori, specie quelli di montagna, stanno chiudendo.Ma è chiaro. I posti sono pochi, e i costi, per i giovani medici, sono elevati. Non solo quello di doversi spostare da una parte all’altra del territorio, ma anche per esempio il costo di affitto dell’ambulatorio stesso. Motivo per cui, sono sempre più medici specialisti che assumono l’incarico di guardia medica, magari quelli che hanno un orario di lavoro che glielo consente. Bisogna aumentare subito il numero delle borse di studio, devono almeno raddoppiare, poi va velocizzato l’accesso: oggi quando un giovane finisce il corso aspetta almeno due anni per entrare, anche se il posto c’è, per via dei passaggi burocratici. Sono convinta – conclude Gerardi – che il Ministro Beatrice Lorenzin ha dato prova di avere le idee chiare su come intervenire a tutela del diritto alla salute e del sistema sanitario di impronta universalistica rimasto uno dei pochi esempi nel mondo in un contesto caratterizzato da una evidente crisi economica e da scelte di programmazione dominate da più o meno vincoli di finanza pubblica.Un primo atto concreto nel tentativo di dare un po’ di ossigeno, è arrivato il decreto del ministro Lorenzin, molto atteso dai giovani medici, che consente lo scorrimento della graduatoria per l’accesso al corso di Medicina Generale del triennio 2017-2020 per sei mesi, e non solo per i sessanta giorni previsti dalla legge”, per “permettere di riassegnare tutti i posti che siano resi vacanti per cancellazione, rinuncia, decadenza”.
Feb 03