Riteniamo che sia fondamentale sia per la società civile che per le istituzioni essere presenti nelle aule del tribunale di Potenza nel momento in cui si celebrerà il processo contro la mafia del gioco d’azzardo.
Don Marcello Cozzi in una nota inviata alla nostra redazione lancia un appello alla costituzione di parte civile a seguito di quanto emerso dall’inchiesta “Ndrangames”. Di seguito la nota integrale.
“Ndrangames” è il nome di un’inchiesta della Dda di Potenza che un anno fa con l’accusa di associazione per delinquere transnazionale e raccolta di proventi illeciti dal gioco illegale, portava dietro le sbarre alcuni potentini legati al clan Martorano e
una serie di persone appartenenti alle cosche della’ndrangheta calabrese facenti capo al boss Nicolino Grande Aracri. Sette società sequestrate tra Calabria, Puglia, Emilia Romagna e Lazio (una anche all’estero), quasi tremila macchinette da gioco e video
slot sequestrate in circa 200 esercizi pubblici di mezza Italia a partire dalla Basilicata.
Gli inquirenti hanno stimato un fatturato illecito di circa duecentomila euro l’anno per ogni apparecchio, e un sistema che generava un giro d’affari da parte dei clan pari a circa seicento milioni di euro all’anno.
Questi sono i numeri ufficiali ipotizzati dal capo d’accusa.
Non sappiamo, invece, e forse non sapremo mai con certezza, quante famiglie sono rimaste vittime di questo devastante meccanismo criminale e quante persone si sono indebitate oppure hanno dovuto far ricorso a prestiti usurai per coprire gli enormi
debiti procurati dal gioco e dalla dipendenza da esso. Così come sarebbe interessante capire il danno procurato all’economia dei nostri
territori, perché ovunque viene messo in circolazione denaro proveniente da attività criminali e ovunque viene investito denaro, attraverso il gioco, nell’economia illegale, è un attentato che si fa all’economia reale con inevitabili conseguenze sulla
vita quotidiana della gente e sulle dinamiche dello sviluppo locale. Per questo motivo invitiamo le Associazioni di sostegno ai giocatori di azzardo e le Amministrazioni comunali di Potenza, Balvano, Rapolla, Tolve, Rionero in Vulture, Venosa, Senise, Tito, Marsicovetere, Viggiano, Vaglio di Basilicata Pietragalla, Salandra, Pisticci e Nova Siri, a costituirsi parte civile nel processo
che è in fase preliminare presso il Tribunale di Potenza.
La società civile e le Istituzioni non solo devono far capire alla criminalità che non indietreggiano mai dinanzi al suo continuo tentativo di conquistare terreno, ma devono anche rivendicare con forza e determinazione il diritto ad essere risarcite con
la restituzione del maltolto, per le ferite profonde che i criminali lasciano nella vita dei singoli e delle comunità.