Lo Studio Arti Visive fa riscoprire i riti del Carnevale presenti in numerosi centri della Basilicata con la mostra d’arte Waiting” di Maria Grazia Carriero, inaugurata in serata con la partecipazione dell’artista di Palagiano e del curatore Nicola Zito.
Una maschera non è semplicemente finzione, una copertura superficiale che altera la percezione del reale; è soprattutto stratificazione di componenti storiche e socio-culturali che reca in sé significati profondi, ancestrali retaggi che affondano le radici in un passato remoto ma ancora oggi vivo.
Alla “maschera” Maria Grazia Carriero dedica la sua più recente indagine artistica, tradotta in lavori fotografici ed installazioni con cui rielabora immagini, storia e tradizione che ha ritrovato nel folklore delle celebrazioni sacre lucane della festa di Sant’Antonio Abate e in quelle “profane” del Carnevale. Celebrazioni che Maria Grazia Carriero ha studiato, approfondendo l’analisi degli aspetti più antichi, e che riscrive con il proprio stile e un personale approccio creativo mescolando religione, superstizione, “la terra, il fuoco e la combustione”, ma anche la pasta e la fotografia, elementi importanti nel suo percorso e peculiari di questa specifica produzione.
Il titolo della mostra, “Waiting”, si rifà a una condizione di sospensione, pausa, attesa fremente di un evento la cui ciclicità riprende quella della natura, del lavoro e della protezione del raccolto e della vita stessa.
Completa il percorso espositivo un video realizzato dalla stessa artista, un documentario sulle celebrazioni (sacre e profane) a cui la Carriero ha assistito, un collage audiovisivo evocativo del fascino e della tradizione di queste manifestazioni.
L’esposizione, a cura di Nicola Zito, organizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Achrome e con il patrocinio dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019, sarà visitabile, nello spazio espositivo di via delle Beccherie n.41, dal lunedì al sabato fino al 23 febbraio dalle ore 18.00 alle ore 21.00 o per appuntamento.
Maria Grazia Carriero spiega come ha deciso di rappresentare artisticamente i riti del Carnevale lucano. “Come artista i miei linguaggi sono ovviamente molteplici. C’è il video, l’installazione e la fotografia che utilizzo a seconda della necessità di dover raccontare qualcosa. Per raccontare il mondo interessantissimo legato alla maschera antropologica o antropomorfa lucana c’era bisogno di utilizzare tutti i mezzi di comunicazione visiva: il video per la narrazione pura di questi eventi filmati nei paesi che ho visitato, Satriano di Lucania con le maschere Rumeta e Quaremma, Montescaglioso, San Mauro Forte e Tricarico. Proprio Tricarico ha ispirato una mia opera dedicata al carnevale, ispirata dalla maschera che mi ha affascinato moltissimo, il toro e la mucca, che racconta evidentemente un aspetto maschile e femminile, questa ricerca di corpi, la loro mimica durante la sfilata. Questa maschera da me reinterpretata è stata utilizzata per una mostra che ho presentato in passato nel Museo Pino Pascali di Polignano a mare in cui ho presentato la mia ricerca sulla materia e sulla pasta. Utilizzando la pasta ho realizzato questa maschera che reinterpreta la maschera di Tricarico. Poi c’è tutta la matassa per la vestizione del rumeta e il costume che rappresenta la quaremma”.
Questa mostra sarà itinerante? “Me lo auguro. E’ in anteprima qui a Matera e ho invitato i rappresentanti delle Pro Loco che hanno costituito la rete dei Carnevali lucani e mi auguro di poterla trasferire anche in questi centri della Basilicata dove sono ancora radicate le tradizioni legate al Carnevale”.
Il curatore Nicola Zito, barese, sottolinea, il carattere antropologico e ancestrale dei Carnevali presenti in Basilicata. “Io sono di Bari e questa mostra dedicata ai Carnevali della Basilicata mi ha fatto scoprire proprio l’aspetto antropologico di questi riti attesi come quelli della festa patronale. In Puglia noi abbiamo il famoso Carnevale di Putignano che ha perso da tempo le sue origini ed è sopratutto un carnevale pop, legato ai carri allegorici dove domina l’ironia e la satira. Invece in Basilicata ho notato ancora l’attesa del tempo di Carnevale, ecco perchè la mostra si chiama “Waiting”.
Michele Capolupo
La fotogallery di Waiting (foto www.SassiLive.it)