Il programma “Striscia la notizia” di Canale 5 nella puntata di venerdì 9 febbraio ha dedicato un servizio alla cementeria di Matera. L’inviato pugliese Pinuccio si è occupato della vicenda legata alla quantità di rifiuti bruciati da Italcementi anche con un intervista rilasciata da Mimmo Genchi, in rappresentanza del Comitato No Inceneritore a Matera. Di seguito la nota inviata da Agostino Rizzo, Direttore tecnico di Italcementi, con cui si smentiscono le informazioni contenute nel servizio di Striscia la notizia.
Un servizio televisivo dedicato a un inceneritore che non c’è. L’impianto Italcementi di Matera è e resterà infatti una cementeria, capace di produrre cemento di qualità, utile per lo sviluppo del territorio. Per di più, un servizio infarcito dai dati completamente sballati forniti da comitati locali, con numeri confezionati ad arte per denunciare una emergenza ambientale che non esiste. Proprio nella giornata in cui andava in onda il servizio, infatti, l’impianto di Matera registrava emissioni di polveri trenta volte più basse di quelle presentate su Striscia la Notizia.
I combustibili alternativi per il ciclo produttivo del cemento
Se si vogliono guardare i fatti senza le lenti della demagogia, la realtà è semplice. Una cementeriaproduce cemento e per farlo ha bisogno di grandi quantità di energia termica che deriva dall’utilizzo di combustibili. Le cementerie oggi utilizzano prevalentemente pet-coke, un prodotto della raffinazione del petrolio. Si tratta di un combustibile e non di un rifiuto. Il suo utilizzo è attentamente controllato, sia a monte con analisi sul materiale, sia a valle con il controllo delle emissioni.
L’alternativa al pet-coke non è e non può essere il metano. Tale combustibile, molto semplicemente, non è adatto al ciclo di produzione del cemento e in ogni caso non produrrebbe variazioni significative alle emissioni.
L’alternativa al pet-coke, invece, sono i Combustibili Solidi Secondari, ovvero i rifiuti non pericolosi che residuano dopo la raccolta differenziata. Per lo più carta, plastica, tessuti e altri materiali attentamente selezionati. Un combustibile a Kilometro zero che già da anni, nell’ottica di una applicazione concreta dell’economia circolare, le cementerie di tutto il Nord Europa utilizzano (con percentuali di oltre il 65%) in sostituzione del pet-coke. Anziché mandarli in discarica, quindi, nei paesi più avanzati questi materiali vengono usati nelle cementerie al posto dei combustibili derivati dal petrolio. Alcuni Paesi del Nord Europa addirittura importano rifiuti (anche dall’Italia), nella consapevolezza che questa soluzione migliora il loro bilancio energetico senza nessuna conseguenza sul fronte delle emissioni. Le alte temperature dei forni da cemento, infatti, garantiscono una combustione efficiente e sicura, senza che si verifichi alcun aumento delle emissioni. Anzi, su alcuni parametri si verificano dei miglioramenti.
Il CSS è ottenuto attraverso un controllato e sicuro processo di produzione. Per essere classificato come CSS, il materiale deve possedere determinate caratteristiche e parametri qualitativi, che sono prescritti nelle norme tecniche europee che regolamentano il suo processo produttivo. Si tratta, dunque, di materiali la cui provenienza è conosciuta e certa, comunemente utilizzati nelle cementerie insieme ai combustibili tradizionali, sempre e solo con la finalità di produrre cemento.
A chi credere? Ecco cosa dicono il Politecnico di Milano e l’Europa
Insistere sulla nocività dell’utilizzo dei CSS, significa ignorare ricerche scientifiche di sicura attendibilità, come quella del Politecnico di Milano che ha certificato che l’uso dei combustibili alternativi non modifica le emissioni (se non migliorando alcuni parametri), né la qualità del prodotto. C’è invece chi cerca di fare speculazioni, cercando di creare allarme con messaggi che in realtà non trovano nessun fondamento nell’esperienza quotidiana di Paesi come la Germania, la Francia, l’Austria o le regioni scandinave. Nazioni dove il percorso verso l’utilizzo dei rifiuti in cementeria è iniziato decenni fa e dove l’esperienza quotidiana ha permesso di verificare che l’uso dei combustibili alternativi non crea problemi alle popolazioni. L’utilizzo del CSS è una soluzione di buon senso, come infatti è stato perfettamente capito nei Paesi del Nord Europa che utilizzano anche le cementerie per risolvere il problema dei rifiuti, in tutta sicurezza e senza problemi per la salute e per l’ambiente.
I dati sulle emissioni: numeri di Striscia gonfiati fino a 30 volte
Il servizio di Striscia riporta, attraverso una tabella, informazioni completamente false fornite dai comitati: i limiti alle emissioni del forno di cottura della cementeria non sono quelli rappresentati (il limite delle polveri è di 10 mg/Nm3 e quello degli Ossidi di zolfo è di 50). Anche per altri parametri i limiti delle cementerie sono del tutto in linea con quelli degli inceneritori.
La cosa più importante, poi, è che le emissioni reali di Matera sono ampiamente inferiori ai limiti di legge. A fronte dei dati diffusi dai comitati attraverso Striscia la Notizia (limite delle polveri a 30mg/Nm3), la cementeria nella giornata di venerdì 9 dicembre ha registrato il valore di 1 (uno) mg/Nm3.
Ciò che fa la qualità delle emissioni non è il tipo di combustibile utilizzato, ma la qualità dell’impianto. E la cementeria di Matera è un punto di riferimento a livello internazionale.
La nuova Autorizzazione Integrata Ambientale che autorizza l’utilizzo dei CSS, poi, ha introdotto limiti emissivi ancora più restrittivi, che per alcuni parametri prevedono una riduzione fino al 50% rispetto alla precedente autorizzazione. L’Autorizzazione regionale ha inoltre aggiunto ulteriori controlli a quelli – numerosi – già attualmente attivi in cementeria: saranno intensificati anche i monitoraggi a garanzia della qualità ambientale esterna (biomonitoraggio, centraline fisse, campagne con laboratorio mobile in area di stabilimento), il tutto in accordo con l’ente di controllo ARPAB.
L’utilizzo del CSS, infine, non influirà quantitativamente e qualitativamente sulla qualità delle emissioni, né tantomeno sulla qualità del cemento.
Performance ambientali all’avanguardia
La cementeria di Matera, anche grazie al recente revamping, conferma il proprio altissimo livello di prestazioni ambientali, grazie alla riduzione del 72% di polveri; del 95% di biossido di zolfo; del 50% degli ossidi di azoto e del 10% di Anidride Carbonica (CO2). Siamo di fronte a emissioni tra le più basse dell’intero settore.
Italcementi ribadisce, inoltre, che il rispetto dei limiti emissivi della cementeria di Matera è certificato da un sistema di Monitoraggio in continuo (24 ore su 24) delle Emissioni (SME) del forno di cottura e che è sottoposto a verifiche effettuate da laboratori esterni accreditati e da personale qualificato. La cementeria è soggetta anche ai rigorosi controlli i previsti dall’A.I.A. condotti da laboratori accreditati, i cui esiti sono trasmessi all’Autorità Competente.
Il Parco e la Cementeria
Il servizio si è concluso con l’illustrazione di una cartina con i confini del Parco della Murgia Materana: ebbene, il parco è stato istituito dopo la cementeria, e non poteva che escludere il perimetro dello stabilimento. Cionondimeno, le due realtà coesistono, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo. La cementeria perseguendo e garantendo le prestazioni ambientali di eccellenza che la caratterizzano.
Bastava chiedere
L’intero servizio è stato registrato al di fuori dall’impianto, senza interpellare l’Azienda. Eppure, bastava chiedere. La cementeria è aperta a tutti, per visitare l’impianto e per avere informazioni corrette.
CLICCA QUI PER RIVEDERE IL SERVIZIO DI STRISCIA LA NOTIZIA DEDICATO ALL’INCENERITORE