“Taranto terza provincia della Basilicata? Una buona soluzione, una soluzione strategica a beneficio del turismo, dell’economia e del commercio”. Lo sottolinea ilpresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Francesco Mollica all’indomani dell’inizio della raccolta firme per il referendum promosso da “Taranto futura” per la separazione dalla Regione Puglia e l’annessione alla Basilicata. “L’idea della Basilicata intesa come un’area cerniera attraverso il potenziamento di infrastrutture strategiche – afferma Mollica -dovrebbe indurci a valutare con interesse i risvolti economici e turistici di una Zes a cavallo di Puglia e Basilicata. Strategicamente parlando, Taranto in Basilicata sarebbe il primo porto, un’ infrastruttura che ad oggi la regione non ha, e di cui potrebbe avvantaggiarsi, diventando così un volano per l’intera Basilicata, favorendo gli scambi culturali e commerciali con i paesi del Mediterraneo.Del resto già dal 2005 la Basilicata guarda con interesse al porto perché il futuro è guardare al Mediterraneo come area dove concentrare gli interessi economici e battere le aspirazioni che i cinesi hanno nei confronti del porto”.
Per il presidente del Consiglio regionale “l’eventuale annessione della provincia ionica alla ‘Grande Lucania’ gioverebbe non solo alla Basilicata e alla stessa Taranto ma all’intero Mezzogiorno, garantendoci, una volta avvenuta, il più grande porto del Mezzogiorno e del Mediterraneo. Da non sottovalutare, poi, i dati Istat che fotografano la Basilicata a forte rischio spopolamento, con una popolazione autoctona che invecchia giorno dopo giorno e con i giovani che emigrano.E questo ricongiungimento servirebbe anche per far fronte anche al rischio demografico.Ma a supporto del referendum ci sono anche ragioni storiche, culturali e perfino archeologiche. Il passaggio alla Basilicata consentirebbe di costituire un ‘Parco archeologico della Magna Grecia e della Grande Lucania’. Il valore della grecità di Taranto si coniuga infatti con la nostra mediterraneità”.
“Ma come in tutte le cose – conclude Mollica – bisogna guardare anche al rovescio della medaglia. E in questo caso, i problemi ambientali ben noti, che investono l’area pugliese con lo stabilimento dell’Ilva, devono essere di primaria importanza per valutare la riconversione di tale area con altre attività industriali non inquinanti e con la bonifica del sito. Oggi l’istituzione delle macroregioni costituisce il futuro verso cui gli amministratori devono proiettare la loro azione politica evitando pericolosi diktat nazionali e cercando invece di indirizzare questo processo secondo le esigenze e l’interesse delle comunità, per contrastare le varie ipotesi di macroregioni che vorrebbero l’accorpamento della provincia di Potenza con la Calabria e quella di Matera con la Puglia.Ben venga invece un discorso inverso e quindi Taranto con la Basilicata per una difesa e garanzia delle nostre identità culturali”.