Il materano Franco Vespe, Presidente di Officina del Bene Comune riapre il caso del disabile Marziolino Muscatiello, a suo giudizio “gestito in modo vergognoso dall’amministrazione comunale. Un caso che mette a nudo l’inadeguatezza culturale della nostra comunità e della nostra amministrazione a dare la normalità ai” figli di un Dio minore”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Di Marziolino avevo perso le tracce da un bel po’. Viveva nel mio stesso quartiere dove avevo trascorso la mia infanzia. Per certi versi, visto il suo pirotecnico ed estroso carattere, era diventato una sorta di testimonial di Villa Longo. Lavorava al comune ma da molto tempo ormai non lo avevo più incontrato. Avevo chiesto di lui più volte ma nessuno mi aveva saputo dare informazioni precise.Insomma l’avevo perso di vista! Devo ringraziare FB che negli ultimi mesi mi ha permesso di conoscere alla fine la sua sorte. Aveva abbandonato Villa Longo, una volta sposato, ed ora abitava in un piccolo appartamento nel bellissimo quartiere popolare di spine bianche (o Bottiglione che dir si voglia. Non siamo d’accordo con il giornalista De Stradis del “Controsenso” che ha descritto come tetro e desolante il quartiere progettato e realizzato da Aymonino!.n.d.r.). Ambedue eravamo stati sfiorati dall’”angelo della morte” che ci aveva devastato i corpi anche se in tempi diversi. Da quello che mi è parso di capire gli effetti degenerativi della post-poliosta inchiodando l’indomabile vivacità e la voglia di vivere di Marziolinosu di una sedia a rotelle (ebbene si: il postino suona sempre due volte!). Per chi volesse saperne di più su questa terribile ed inesorabile sindrome potete consultare pure :
http://www.postpolio.it/sindrome-post-polio/i-sintomi-della-sindrome-post-polio/
Questa sindrome 15 anni il comune di Matera,come le ASL non la conoscevano (e temo che non la conoscano nemmeno oggi sic!), tant’è che l’aumentata inabilità di Marziolino, acuita dalla causa di servizio, non fu inizialmente riconosciuta. Nel 2012 a Marziolino, dopo esser stato messo prematuramente in quiescenza tre anni prima con il minimo pensionistico, con consorte a carico (disoccupata), non fu nelle condizioni di mantenere il precedente alloggio a causa di un affitto troppo oneroso. Il Comune di Matera, subìto lo sfratto, lo soccorse assegnandogli in via provvisoria il minuscolo appartamento di 41 mq di Bottiglione. Solo nel del Gennaio 2014, e per soli due anni, il Comune formalizzò l’assegnazione con un contratto di locazione temporanea della casa. Il contratto all’art. 3 prevedeva la possibilità di fruire di proroghe. Un appartamento devastato dai precedenti giovani inquilini abusivi dediti, si dice, non certo ad attività edificanti, che Marziolino provvide con suoi fondi a ristrutturare per renderla fruibile. Tuttavia per la piena fruizione dell’immobile, occorreva che fossero abbattute barriere architettoniche. Barriere non di poco conto visto che Marziolino, ancora oggi, è impossibilitato ad accedere perfino nello stesso bagno di casa ed è costretto a deambulare su di una pericolante sedia d’ufficio con ruote svirgolanti!E qui è iniziata la battaglia dell’indomabile Marziolino con il Comune al quale sottomise una richiesta di contributi per l’abbattimentodelle barriere architettoniche nella sua dimora. L’interessamento da parte della stampa e della televisione ha comportato come unico vantaggio la predisposizione di un montascale nel portone. Battaglia che haavuto anche risvolti drammatici con Marziolino incatenatosi davanti al comune di Matera (stando sempre alle cronache di De Stradis). Alla fine la questione è stata consegnata nelle mani dell’ Avv. Gelsomina Cimino (a quanto pare donna risoluta,provvista degli adeguati attributi che dovrebbero invece dimorare sotto la virtù meno apparente dei maschi!) che ha formalizzato, nei confronti del Comune, una diffida ad adempiere alla rimozione delle barriere architettoniche che non permettono a Marziolino di fruire pienamente del suo minuscolo appartamento. Diffida trasformata in ricorso al TAR, avverso al Comune, vista la sua latitanza (sarà discussa il prossimo 21 Febbraio 2018). A questo punto il Comune di Matera scatena le sue naziste ritorsioni. Così in data 15 Novembre, intimaperentoriamente a Marziolino di abbandonare la casa entro 30 giorni. Non solo. Alcuni consiglieri, tracimando rispetto a quello che è il loro compito istituzionale, con stile vagamente mafioso, cercano di far capire aMarziolino che, se ritira il ricorso al TAR, il Comune a sua volta ritirerà la diffida. Addirittura l’ineffabile consigliere la butta sul culturale: con la campagna mediatica che Marziolino sta facendo, Matera capitale della cultura 2019 (?), ci sta facendo una brutta figura!E siamo ad oggi. Il prossimo 21 Febbraio sarà discussa al TAR la causa avversa al Comune inadempiente .
Aldilà dei particolari della vicenda, ha ragione il consigliere: che figura ci sta facendo la Capitale Europea della Cultura in questa faccenda ?Un’amministrazione comunale che ripetutamente, in pienacoerenza, con la palese maleducazione di gran parte dei suoi stessi cittadini (parlo con cognizione di causa!), è crudelmente sorda ai temi dell’inclusione sociale dei figli di un “Dio minore”, come può dirsi capitale della cultura? La disabilità viene percepita come tale non perché chi la possiede si sente diverso e avverte la maggiore difficoltà nel condurre la sua vita; ma perché ci sta il roteante, spietato dito indice dei soliti imbecilliche prendendo lamira usando l’occhio dalla morbosa curiosità, è lì pronto a puntare e sottolineare la tua diversità. Il contesto sociale, culturale e, di conseguenza anche quello architettonicodi una comunità, ti fa percepire “diverso e disabile” consentendo allo stesso imbecille di cui sopra, di esercitare i suoi vergognosi riti pietistici. Così sei solo una ghiotta occasione per far fare al boy scout di turno la sua buona azione! L’abbattimento delle barriere architettoniche sono al contrario un segnale di grande cultura ed umanità, attraverso la quale una società esercita vera compassione intesa come capacità empatica di saper soffrire insieme. Una vera capitale della cultura, caro il mio sindaco, deve imparare ad esercitarla questa compassione a partire dalla rimozione delle barriere architettoniche. Diventa tanto più importante perché chi è disabile non pretende di diventare “supereroe”, di fare cioè il “diversamente abile” come recitano gli sciocchi adusi all’ipocrito “politicallycorrect” ma vuole semplicemente ri-guadagnare una vita meravigliosamente normale. E’ disposto ad affrontare un esodo biblico verso la terra promessao battaglie omeriche come Marziolino sta facendo, pur di conseguirla. Comprendi allora caro Sindaco che questa straordinaria resilienza e combattività dimostrata da Marziolino, è qualcosa di più che una fastidiosa e petulante lamentazione che la tua amministrazione ha cercato di mettere a tacere con mafiose intimidazioni e rappresaglie naziste. E’ una straordinaria battaglia perché tutti possano godere del diritto di raggiungere la normalità, piuttosto che affidarla al volenteroso, pur lodevole pietismo dei boy scout.Lavorare per questo ci renderà veramente degni del compito di essere Capitale della Cultura. Vai Marziolino vai. Siamo tutti con te!
Francesco Vespe, Presidente di Officina del Bene Comune
Nella foto Marziolino Muscatiello nella sua abitazione a Matera (foto www.SassiLive.it)