“Una risposta assistenziale appropriata ed efficacealle esigenze di cura dei pazienti affetti da ictus, che per dimensioni epidemiologiche e impatto sociale ed economico rappresenta uno dei più rilevanti problemi sanitari, essendo la prima causa di invalidità permanente, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte, dopo le malattie cardiocircolatorie e quelle tumorali.”
E’ il tema del convegno che si è tenuto giovedì 15 febbraio alle ore 17 presso la Sala Inguscio della Regione Basilicata e a cui hanno preso parte il Direttore Generale dell’A.O.San Carlo di Potenza Rocco Maglietta, il Direttore Sanitario del nosocomio potentino Antonio Picerno, il Rappresentante dell’ASP Potenza Massimo De Fino, il Rappresentante dell’associazione per la lotta all’ictus cerebrale(ALICe Basilicata) Luca Scappatura,il Responsabile della Stroke Unit del San Carlo di Potenza Antonio Matera, il Responsabile della Stroke Unit dell’Ospedale Civile S.Agostino Estense di Modena Andrea Zini ed il consigliere regionale Michele Napoli.
“Bisogna smetterla di considerare l’ictus una tragica fatalità” ha affermato il dott. Scappatura “ perché l’ictus si può prevenire attraverso la conoscenza e il contrasto dei fattori di rischio quali l’ipertensione arteriosa, la fibrillazione atriale, l’abuso di alcol, il fumo, una dieta scorretta e l’inattività fisica, elementi di rischio sui quali, ha proseguito il rappresentante di ALICe Basilicata“Non esiste ancora piena consapevolezza tra i cittadini e questo costituisce un handicap da superare al più presto mediante l’adozione di opportuni protocolli con gli ordini professionali attraverso cui promuovere campagne di sensibilizzazione della popolazione sui vantaggi derivanti dall’adozione di stili di vita sani durante l’intero corso della vita.”
“L’ictus è una patologia tempo-dipendente che non ammette ritardi e tentennamenti nella strategia di cura” ha affermato il Dott.Matera, Responsabile della StrokeUnit del S. Carlo di Potenza, “Che il modello delleReti sanitarie, previsto tanto dalla legislazione vigente quanto dagli Accordi Stato-regioni, può contribuire ad indirizzare verso esiti benevoli perchè assicura tempestività e appropriatezza nella presa in cura dei pazienti colpiti da patologie cerebro vascolari”.
Dall’incontro è emerso infatti come sia proprio il modello organizzativo delle reti hub&spoke, con il San Carlo centro di riferimento regionale per la cura dell’ictus, la risposta più efficace alle problematiche delle patologie tempo dipendenti perché consente di ridurre il lasso di tempo che intercorre tra l’esordio dei sintomi dell’ictus e l’accesso del paziente alla terapia più appropriata all’interno di una unità ospedaliera specializzata(Stroke Unit), facendo sì che il paziente non sia trasportato al pronto soccorso più vicino, bensì all’ospedale tecnicamente più adeguato al trattamento dell’ictus.
Il consigliere regionale Michele Napoli, primo firmatario di una mozione presentata in Consiglio regionale e diretta ad instituire in Basilicata una Stroke Unit di II livello, ha sottolineato come “ La rete dei servizi sanitari non è solo un nuovo modello organizzativo ma anche e soprattutto una sfida culturale,che consente di superare la mancanza di dialogo tra strutture e tra professionisti e che attraverso la condivisione, l’interazione, il dialogo e una costante attività di osservazione e monitoraggio dei processi organizzativi permette di ridurre ritardi e di superare gap inaccettabili nelle patologie tempo-dipendenti”.
“ Occorre proseguire nel percorso intrapresocon l’istituzione nella nostra regione della Stroke Unit”, ha proseguito Napoli,” rafforzando questa struttura operativa e dotandola dei profili professionali, ad esempio quello del neuroradiologo interventista, in grado di praticare le tecniche all’avanguardia nel trattamento dell’ictus, secondo i principi della multidisciplinarietà, dell’integrazione professionale, operativa e tecnologica che rappresentano l’arma vincente nei confronti di una patologia, l’ictus, che in Italia colpisce venticinque persone ogni ora e oltre 200 mila l’anno”.
“ Se a tutt’oggi in Italia 940.000 persone sono sopravvissute all’ictus ma hanno riportato effetti più o meno invalidanti, con costi sociali elevatissimi tanto per il sistema sanitario nazionale, quanto per le famiglie dei pazienti, implementare in Basilicata una Stroke Unit di II livello”, ha concluso Napoli, “ significa fare un investimento piuttosto che una mera spesa, facendo risparmiare moltissimi soldi tanto al sistema sanitario regionale quanto alle famiglie lucane”.