Il flop in termini di affluenza di pubblico al PalaSassi per la “Festa dei volontari” di Matera 2019 ha convinto il materano Valentino Blasone ad inviare alcune riflessioni sull’evento offerto e sul ruolo che svolge la Fondazione Matera-2019 in vista dell’appuntamento previsto il prossimo anno, quando Matera sarà capitale europea della cultura. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La Fondazione contro Matera 2019.
Ieri, a ormai soli 11 mesi dalla fatidica inaugurazione di Matera capitale Europea della Cultura, si è consumato un nuovo, ennesimo strappo, una evidente lacerazione fra la Fondazione e la città.
Lo spettacolo di un palazzetto semi deserto in quella che doveva essere la festa dei volontari e dei ragazzi (ma ad esempio la Fondazione ha pensato di coinvolgere la consulta studentesca?) è stato quanto di più triste si poteva immaginare.
I ricordi di piazza San Giovanni stracolma si rispecchiano nel vuoto e nel nulla del Palasassi di ieri sera.
Di tutto questo vi è la responsabilità piena e totale della Fondazione e del suo direttore Verri, nonché del CDA, che si ostina ad approvare spese e manifestazioni senza neanche chiedersi nel merito come queste siano progettate, eseguite, gestite.
Nessuno può dimenticare che la Fondazione gestisce fondi pubblici, in ultima analisi tasse di noi cittadini, e che quindi ancora una volta trasparenza, oltre che una parola magica, deve necessariamente essere un sentiero strettissimo da percorrere e non derogare. Ma questo sembra non valere nel CDA della Fondazione.
Ad esempio: perché si organizza la manifestazione A e non quella B? Perché si chiama l’artista Tizio e non Caio? Gli esempi sono infiniti. È ovvio che alla fine bisogna decidere ed agire però non si può continuare a tenere fuori la città, o meglio e più chiaramente ancora, a gestire la Fondazione contro la città mortificandola nel nulla artistico e culturale.
Ritorna infine in auget il problema del logo, con l’espediente tutto Azzeccacarbugli di un doppio logo (!), con il secondo nuovo da sfruttare a fini commerciali.
Ne abbiamo bisogno?
Perché?
Perché vendere la città e il nome di Matera?
A chi?
Per quali scopi?
Il sopire e tacere, il tacere e sopire, di manzoniana memoria, trova in questa vicenda una rappresentazione esemplare: la città prima, il consiglio comunale alla unanimità poi, si erano già espressi in merito e la Fondazione, il suo direttore e il suo CDA insieme, fa finta di non sapere e ricordare. Dopo oltre un anno, quasi di sfuggita, ritorna sul luogo del delitto a compiere l’ennesimo strappo, a lacerare ancora di più quegli scampoli ultimi di fiducia ormai persa.
Perché la Fondazione tutta, dal direttore Verri al suo CDA, Sole, Pittella, Adduce, Tortorelli, De Giacomo, è contro Matera 2019?
Perché si continua a mortificare il nome di Matera, i cittadini e le istituzioni democratiche?
E Lei, signor Sindaco avvocato Raffaello De Ruggieri, che Matera rappresenta, cosa fa? Cosa dice?
Le scuse ormai non bastano più!