“Etichettatura obbligatoria, istituzione di un Ministero ad hoc per il cibo, semplificazione delle pratiche in agricoltura, trasparenza sulle importazioni e norme rigorose contro i reati agroalimentari. Sono queste le cinque priorità poste da Coldiretti e che abbiamo sottoscritto con l’obiettivo di segnalare al prossimo Governo”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico, candidato al Senato con Noi con l’Italia, che a Matera ha firmato il Manifesto politico di Coldiretti per le elezioni, alla presenza del presidente regionale, Piergiorgio Quarto e del direttore provinciale, Francesco Manzari. “ Si tratta di misure che abbiamo da subito condiviso e che il prossimo Governo dovrebbe adottare per lo sviluppo del settore agricolo e agroalimentare nei primi 100 giorni di legislatura. Al primo posto l’etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti agroalimentari, – ha evidenziato Latronico – accompagnata dall’avvio di una mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, fermare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana. Il rischio è, infatti, che nonostante i passi in avanti fatti permangono ancora ampie zone d’ombra e ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute, come dimostrano i ripetuti allarmi alimentari che si propagano rapidamente a livello planetario per la mancanza di trasparenza come nell’ultimo caso del latte in polvere francese per i bambini. A seguire la richiesta di istituire il Ministero del cibo, che accorpi risorse e funzioni del Mipaf e quelle del Ministero per lo Sviluppo economico relative all’agroalimentare. Il terzo punto è relativo al ‘segreto di Stato’ sulle importazioni dall’estero, che Coldiretti vorrebbe superato. Seguono la richiesta di semplificazione normativa e burocratica e, infine, – ha concluso Latronico – quella di una legge sui reati agroalimentari che sanzioni in maniera efficace frodi, contraffazioni ed argini infiltrazioni malavitose all’interno della filiera agroalimentare”.