Abbiamo conosciuto Salvatore Caiata come presidente del Potenza calcio e ‘lucano dell’anno’. Per questo è stato candidato con il Movimento 5 Stelle. Al momento della sua candidatura ci ha fornito tutta la documentazione che attestava che la sua fedina penale era pulita e nulla è risultato né dal certificato penale né da quello sui carichi pendenti.
Oggi apprendiamo per la prima volta che su di lui c’è un’indagine che risale al 2016, di cui Caiata non ci ha informati. Se lo avesse fatto gli avremmo chiesto, come da nostro Regolamento, di fornirci per la candidatura il certificato rilasciato ai sensi dell’art. 335 del c.p.p. e i documenti relativi ai fatti contestati.
Al di là delle sue eventuali responsabilità penali che sarà la magistratura ad accertare, per le nostre regole omettere un’informazione del genere giustifica l’esclusione dal MoVimento 5 Stelle.
Con questa dichiarazione sulla pagina ufficiale del candidato premier del Movimento 5 Luigi Di Maio è stata ufficializzata nel pomeriggio l’espulsione di Salvatore Caiata, presidente del Potenza Calcio e candidato nell’uninominale della Camera nel collegio di Potenza, Salvatore Caiata, 47 anni, risulta sotto indagine da parte della procura di Siena per reati che potrebbero configurare l’ipotesi del riciclaggio.
E a distanza di alcune ore Caiata aveva affermato: “Sono totalmente convinto della mia buona volontà, della mia buona fede e della mia innocenza ma non voglio che il M5s abbia alcun danno da questa vicenda perché nulla c’entra. Per questo metto totalmente a disposizione tutta la documentazione che possa servire per chiarire questo attacco che mi viene rivolto e mi autosospendo dal Movimento”.
Caiata, nato a Potenza – nel 2009 aveva fatto parte del coordinamento provinciale senese di Forza Italia – per lunghi anni ha avuto come base della sua attività imprenditoriale Siena, è molto amato dai potentini ed è noto, per così dire, per le sue esultanze a bordo campo. L’indagine, condotta dalla guardia di Finanza, riguarderebbe il reimpiego di capitali per l’acquisto di bar e ristoranti attraverso società e conti correnti anche esteri.
Caiata è stato candidato senza la trafila delle parlamentarie interne del movimento 5 Stelle, ma direttamente per scelta del candidato premier pentastellato Luigi Di Maio.
Il movimento 5 Stelle, prima del post di Luigi Di Maio, in un altro post su Facebook, aveva precisato: “Se accuse tanto gravi fossero confermate, non faremo sconti a nessuno. Al momento della sua candidatura, naturalmente, Caiata ci ha fornito tutti i documenti che attestano che la sua fedina penale è pulita”.
Di Maio poi precisa: “Al di là delle sue eventuali responsabilità penali che sarà la magistratura ad accertare, per le nostre regole omettere un’informazione del genere giustifica l’esclusione dal MoVimento 5 Stelle”.
“Non c’è nessuna candidatura sbagliata”, dichiara però il deputato pentastellato Alfonso Bonafede. “Tutti – precisa Bonafede – sia il M5s sia Caiata stesso, abbiamo appreso dell’indagine dai giornali stamani”.
Quest’ultima affermazione, però, è smentita dal legale di Caiata. L’avvocato Enrico De Martino ha dichiarato che l’inchiesta che riguarda il suo cliente “è stata aperta nel 2016”. “Ne abbiamo avuto notizia a suo tempo – aggiunge – quando la procura chiese la proroga delle indagini”.
“A suo tempo – ribadisce – presentammo una memoria e il mio assistito chiese di essere sentito ma i magistrati dissero che non ce ne era bisogno. Oggi sono tornato per ribadire la stessa disponibilità, ma ancora una volta il procuratore ha detto no grazie”. “In questo momento – conclude il legale – non si contesta un fatto specifico, sembrerebbe trattarsi di un’indagine generica”. Caiata, stando al suo legale, sapeva.