Si sono dati appuntamento a Pisticci centro, a pochi chilometri da quella che è sulla carta la zona industriale della Valbasento, i movimenti lucani, coordinati in rete ed al terzo appuntamento, per discutere sulle strategie da intraprendere per affrontare le numerose emergenze ambientali di questa fetta di territorio lucano. Ne verrà fuori un documento “politico” che chiederà con forza anche le dimissioni di chi ha gestito e governa l’ ambiente lucano. L’iniziativa, nata lo scorso 23 ottobre nella città dei Sassi per iniziativa del coordinamento delle associazioni materane, si pone come obiettivo primario quello di proporre una legge di iniziativa popolare per una nuova gestione dei rifiuti lucani. Dopo l’ incontro di Pisticci, la Rete dei Movimenti Lucani darà priorità anche alla richiesta di cancellazione delle norme regionali sullo smaltimento di rifiuti tossici e nocivi provenienti da altri territori, con la programmazione di un presidio presso i cancelli di Tecnoparco. Vito Petrocelli del Coordinamento associazioni materane ha chiesto espressamente di emendare la bozza del nuovo piano provinciale entro il 23 novembre. Domenico Ferrara in rappresentanza di Sui Generis Matera vuole un’ iniziativa di piazza, così come Ivano Farina di Karakteria Policoro, che parla di “azione forte e linguaggio dolce”. Miko Somma del Movimento No Oil Potenza chiede che aspetto tecnico e politica camminino insieme per arrivare a risolvere le emergenze ed evitare il commissariamento nella gestione dei rifiuti al 30 giugno prossimo. Laura Stabile di Legambiente Pisticci ed Andrea Spartaco de “L’ Alternativa Ferrandina” vogliono che si guardi anche ai pochi esempi virtuosi presenti sul territorio, superando finalmente la logica delle discariche. L’avvocato Nicola Cirigliano della sezione pisticcese Unione Nazionale Consumatori si è soffermato soprattutto sulla tematica dei rifiuti tossici e nocivi di provenienza extraregionale e trattati da Tecnoparco, grazie ad una normativa del 1995 avallata da una sentenza della Corte Costituzionale del 2005. Mario Murgia dell’ Aiea ha richiamato i dati drammatici degli ex-lavoratori della Valbasento ammalatisi di tumore, chiedendo espressamente una pubblica denuncia alla Procura della Repubblica di Matera. C’era anche Nicola Abiusi del Comitato Salute Pubblica di Lavello che ha fatto una sintesi sulla situazione Fenice, in attesa della sentenza del Tar di Basilicata di mercoledì prossimo. Obiettivi ambiziosi per la Rete dei Movimenti Lucani, che si è strutturata in tre gruppi di lavoro: tecnico, giuridico e comunicazione. Temi e sensibilità diverse, quasi a rispecchiare le difformi provenienze geografiche delle associazioni, movimenti, comitati e civiche della Basilicata, con l’obiettivo comune di cambiare rotta alla politica ambientale regionale.
Angelo D’Onofrio