In occasione della Giornata Mondiale UNESCO della Lingua Madre abbiamo intervistato la poetessa materana Antonella Pagano, che ha presentato a Roma il suo “Panalfabetare, una metafora lunga 6 mila anni”. Di seguito l’intervista integrale.
Antonella, cosa è successo a Roma il 21 febbraio occasione della Giornata mondiale Unesco della Lingua Madre?
“Si, Lingua materna come costruzione di saperi. Giornata luminosa a Roma oggi, chiara e rigida. Sono nella IX Regio del Campo Marzio, sotto lo stabile adiacente alla Chiesa di Santa Maria in Aquiro, in Piazza Capranica, oggi una delle sedi del Senato della Repubblica. Nel 2005 si rinviene qui il Tempio di Matidia, unico esempio in cui un Imperatore romano, Publio Elio Traiano Adriano, abbia divinizzato la suocera Salonina Matidia, morta nel 119, madre di sua moglie Vibia Sabina. Sito intrigante! In questo luogo adiacente al Pantheon si sono appena conclusi i lavori del Simposio cui sono stati impegnati ben 23 illustri relatori, autorità nazionali ed internazionali. Presenti, fra le altre, le LL.EE.: il Console Generale di Spagna, Senen Florencia Palau e il Console Generale della Colombia, Beatriz Helena Calvo per i rapporti internazionali che intrattengo e per le tematiche che coltivo su vasta scala territoriale. E’ stata una giornata molto significante in cui ero anche delegata dal Presidente Pina Catino del Club per l’UNESCO di Bisceglie, che ha patrocinato il Simposio, a porgere il suo saluto e diffondere il Messaggio per la Giornata della Lingua Madre emanato dalla Direttrice Generale UNESCO Audrey Azulay” .
Antonella Pagano, nel 2017 lei è stata inserita nel Blog della Sapienza, Università di Roma, il Blog sull’Eurolinguaggio, per la peculiare ricerca sulla Parola, la Metafora e la materializzazione della metafora, ragione per la quale la stanno studiando da più parti?
Pagano: ”E’ vero, grazie ad alcuni miei video che mostrano i lavori che da alcuni decenni porto avanti, sono stata scoperta dalla Professoressa Manuela Cipri Castorina del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Sapienza, che porta avanti, fra l’altro, la ricerca sull’Eurolinguistica. “Studiare e fare sintesi dei rapporti tra le lingue delle maggioranze e tra quelle delle maggioranze e delle minoranze in Europa significa sostenere la ricerca della Pace”, così si legge nel pensiero fondante l’Eurolinguistica” – “Ebbene, di questo è densa la mia ricerca”. “Il plurilinguismo”, ha stigmatizzato la CIPRI, scienziata della materia – “è l’oggetto di ricerca e il fattore di glottogenesi dell’Eurolinguistica. Con il programma paneuropeo, l’Eurolinguistica promuove la comprensione delle cause interne dei conflitti culturali, religiosi e politici”.
Dottoressa Pagano, la giornata di studio ha goduto, fra gli altri, del Patrocinio del Senato della Repubblica? – Pagano: ”Si, e il programma e tutti i relatori hanno onorato in maniera assai pregnante le ragioni per le quali l’UNESCO ha istituito la Giornata. Molto pragmatiche le testimonianze internazionali dei Consoli, felicissima io che lavoro alacremente ai valori imprescindibili, quelli che fanno la storia, la letteratura, la poesia e soprattutto i superiori livelli di civiltà”.
Mi dica qualcosa di più su questa Eurolinguistica. – Pagano: “Il sostrato concettuale da cui ha preso corpo l’Eurolinguistica è composto da quelle che sono passate alla storia come: le Tesi di Pushkin, mirabile, luminosa sostanza da attualizzare costantemente per abbattere nazionalismi estremi e discriminazioni etniche, sono ben 20 le Tesi, che son divenuti i principi dell’Eurolinguistica”.
E il ”Panalfabetare:..una metafora lunga 6mila anni”, è un’altra delle sue Metafore d’Arte?
”Precisamente, in questo caso ho tentato di fare sintesi sia sul piano lessicale che sul piano visivo, ho colmato il significato di significante e l’ho esteticamente vestito, di fatto ho realizzato e portato con me alcune lettere del mio oramai famoso: Alfabeto di pane-Alfabeto di pace – in forma e sostanza artistica di pane. Mi accompagnano nell’inesausta ricerca.”
Ha esordito con una lirica, come le capita spesso? – Pagano: “Si, gliene riporto alcuni frammenti …non ho sole sillabe roventi e non partorisco solo sfere di lava…sì ho sillabe roventi nelle arterie, magma incandescente per partorire il sublime…celebrare il rito…chè tenere acceso il fuoco è urgente…perché è vita. Ascolto l’onda e il vento, canto al buio e decoro il silenzio, so raccontare storie al muro. Italia! Quante Italie! E quanta Europa! Un infinito PAN…un tutto che può burlarsi di noi se non vanghiamo e ricerchiamo e ci adattiamo ed evolviamo! – per continuare con una relazione che sarà presto pubblicata con gli atti della giornata”.
Può parlarmi più esplicitamente del suo Panalfabetare?
“Panalfabetare è idea/lemma di mio conio, ho desiderato offrire il mio personale contributo al principio del rispetto dello status paritario delle lingue meno usate con il diritto di usarle in tutti i campi, passando per qualcosa di estremamente semplice, alla portata di tutti, un significante assoluto. Nel pane che ho disegnato c’è tanto, anche l’ossequio ai pani di tutta Italia e d’Europa, c’è la sostanza utile ad abbattere i nazionalismi. Dal: pane bianco, pane nero, pane al mosto, pane delle donne italiani al croque monsieur, croque madam, al pain au chocolat, pani francesi al danswich, all’hachney wild inglesi al roggenbrot, dal weizenbrot pani tedeschi al pan bimbo di Madrid al coca della Catalogna e via per il mondo. Insomma, nel più semplice dei cibi ho pensato di situare il “pan”, il “tutto” che somma e compone l’Europa degli Stati membri, l’Unione Europea e poi l’Unione del Pianeta Terra. Natura, categorie, regole, codici, implicazioni sociali e formative confluiscono in una metafora che esce dalla teoria, esce dal diritto, esce dalla geografia, o forse vi entra più profondamente per farsi assaggiare, gustosa.mente, una mente gustosa che va oltre ogni confine, statuto, scrittura legale astratta e mette insieme, incontra, e in, con e tra. Questa è la mia unica regola, la mia gustosa grammatica, la mia fragrante pragmatica, la politica che in con tra, la politica dell’ in con e tra, la politica che sogno. Oggi d’un secolo ancora così nihilista e distratto dall’essenza delle cose, dovremmo fermarci tutti e pensare alle parole belle, alle parole buone. Parole buone come il pane. E non mi sono fermata al conio, le impasto e le porto, le porgo fragranti perché la Conoscenza vuole così. Parole di pane? Io voglio la schiacciata, quante parole abbiamo schiacciato? Condannato all’obsolescenza più o meno programmata perché il valore che indica non ci sta più bene? Una a caso? Virtù! Io voglio quello lassù, il Filone…da me, da noi, nel Mezzogiorno italiano il Filone e’ anche far sega a scuola! Ed io voglio la Ciabatta, io lo sciapo, io l’integrale, io a lievitazione naturale… e via con ogni tipo di desiderio, eppur si tratta di pane, un panteismo panificatore che viaggia per il mondo. L’ Alfabeto di pane italiano, quando ne ho disegnato le sagome e ornato i disegni delle ventuno vocali e consonanti, gioia per gli occhi e per il palato, tutto l’uditorio s’è incantato…ricorderà che su un altare l’ho adagiato in quel di Matera, nella Chiesa del Purgatorio, l’altro Natale. Pensieri ombrosi? Ecco trovata la formula per porre capilettera odorosi, panfragrante, pangustoso, buone parole di pane appena sfornate, capilettera preziosi per azioni dal fragrante sapore. Umanità fragrante! La parola e le sue molliche, quelle sillabe innamorate del nostro palato, beh forse è più vero il contrario, il palato innamorato delle deliziose sillabe, quei frammenti che contengono in nuce il significato maturo, sequenza di morfemi legati fra loro, elemento base della comunicazione, unità minima di trasmissione dei concetti, monade logica? Mmmm! Che buona appena sfornata questa monade logica! Prima che la logica adulta venga impiccata. E basta con questi alberi d’impiccagione sparsi per le piazze delle nostre città! Questa logica penzoloni! Sillabe leggere, alitanti, lievi come farfalle, bianche come fiocchi di neve volteggianti…siano così le sillabe e compongano un universo logico. Fonologicamente ed ortografica.mente carezze e non poiettili. Gustosa.mente nutrienti. La storia della parola è viaggio infinito…seimila anni di segni è l’Uomo. Comprende quanto possa contenere una mollica di pane? Quanto possa insegnare una sola sillaba? Le sono molto grata per avermi intervistato, stia attento alle briciole, quelle del pane di Matera sono vieppiù fragranti, simboliche e insegnano molto, appartengono all’unico territorio del pianeta antropizzato da sempre, senza soluzioni di continuità, molliche perenni, sillabe perenni! Oggi più che mai l’Umanità ha bisogno di sillabe perenni, di parole perenni. Il simposio romano mi ha offerto l’opportunità di dire che si può saggiare la “fragranza” del sostrato comune delle lingue; attraverso la fragranza sentire autenticamente la bontà della parola, piuttosto che il suo farsi proiettile. Con la parola “pane” cibo panitaliano, paneuropeo, panuniversale da condividere, e con la radice “pan” ho immaginato e dimostrato la possibilità di entrare a far parte della vibrazione del “tutto”, che è pace. Stia attento alle briciole di pane! Sono sillabe preziose… e grazie, mille grazie”.