Vito Petrocelli (M5s): in Basilicata la povertà è stata una scelta politica precisa. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
«La politica è elaborazione dei dati che la società produce ed è, soprattutto, operare delle scelte per orientare positivamente l’economia del territorio. Ora, mi domando, che politica in sostanza abbiamo avuto in Basilicata, dal 2003 ad oggi, se nella sua serie storica sulla povertà relativa, l’Istat ci dice che la nostra regione è sempre stata o la prima o la seconda o la terza più povera d’Italia»?
Lo ha affermato più volte il candidato M5S al plurinominale, Vito Petrocelli, nonché senatore uscente, nei confronti che ha sostenuto con i candidati di altri schieramenti e incontrando cittadini, studenti, famiglie e imprese lucane.
“Perché, se fare politica significa operare delle scelta, vorrà dire che dal 2003 ad oggi c’è stato qualcuno che ha sbagliato le scelte economiche in Italia e in Basilicata, bypassando il cuore reale di ogni economia, le piccole e medie imprese, per favorire le banche, le finanziarie e le spesso fallimentari politiche pro grandi industrie”.
Questa la serie dei governi del tracollo economico in Italia: i due governi Berlusconi, i due Prodi, uno di D’Alema, uno di Monti e, poi la sequenza della XVII legislatura, con Letta, Renzi e Gentiloni. Queste, invece, le figure politiche responsabili del tracollo dell’economia regionale lucana, con un rapporto Defit/PIL al 254%: i governatori Filippo Bubbico (2000/2005), Vito De Filippo (2005/2013) e Marcello Pittella (dal 2013 – in carica). Quelli delle scelte di impegno fossile per la Basilicata, regione che invece dovrebbe vivere di agricoltura, di gestione pubblica dell’acqua, di turismo e di piccole e medie imprese. Proprio ciò da cui se ne sono tenuti regolarmente lontani, consegnando l’agricoltura ai mercati controllati dal cartello della distribuzione, inquinando l’acqua e i terreni, e rendendo difficile la sopravvivenza alle piccole e medie imprese, privandole delle infrastrutture e del supporto burocratico e culturale necessario. Proprio la Basilicata ha dimostrato che investendo un miliardo di euro nella grande industria, come quella del petrolio, si creano tutt’al più 500 posti di lavoro, mentre un miliardo di euro investiti nelle piccole e medie imprese, possono produrre 15 mila posti di lavoro.
“Se la politica è scelta – fa ancora notare Petrocelli – allora c’è chi, come amministratore, può ancora optare per una corretta gestione dei bilanci pubblici, per realizzare una banca pubblica e, ovviamente, per interrompere drasticamente i finanziamenti al fossile”. Che in Italia ammontano ancora a cifre di 16,6 miliardi di euro, nonostante sia un modello energetico in estinzione.
“I pochi posti di lavoro persi nel settore, sarebbero ampiamente compensati con la riconversione degli addetti ai lavori per le operazioni di bonifica nelle aree inquinate da avviare con urgenza. Per il resto, saranno stesso le imprese lucane a sapersi valorizzare, quando trasparenza e coerenza ritorneranno a essere di casa”.