Dopo le tante voce susseguitesi alla delibera n. 50/2018 l’ARERA, (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) in una lunga e dettagliata comunicazione, fa chiarezza sulla vicenda compensazione oneri di sistema.
L’Autorità nel comunicato sembra prendere le distanze da quella che, alla fine, è una sua decisione.
Difatti ripercorre l’iter procedimentale della propria delibera n. 50/2018 ricordando che alcuni venditori di energia (Gala S.p.A., Green Network S.p.A., Esperia S.p.A.) e una loro associazione AIGET si sono rivolti al giudice amministrativo relativamente alla riscossione degli oneri generali.
Le sentenze (cfr. Consiglio di Stato, Sez VI, sent. 2182/2016; Tar Lombardia, Sez. II, sent.237/2017, 238/2017, 243/2017, 244/2017; Consiglio di Stato, Sez. VI, sent.5619/2017 e 5620/2017) hanno individuato nel cliente finale l’unico soggetto tenuto a pagare i suddetti oneri ribaltando il principio generale del metodo di riscossione precedentemente impostato, che poneva in capo ai venditori e ai distributori l’eventuale rischio legato alla morosità della propria controparte (per i venditori dei clienti finali e per i distributori dei venditori).
Pertanto, il fatto che il cliente finale sia l’unico soggetto tenuto a pagare gli oneri di sistema non
permette più di assicurare il completo versamento ai distributori degli oneri generali da parte dei
venditori; questi ultimi – secondo le sentenze sopra richiamate – sono tenuti a versare ai distributori solo quanto effettivamente incassato.
Al fine dell’attuazione del meccanismo delineato con le sentenze suindicate, per coprire la quota non incassata, si è previsto che tutti i clienti finali, a prescindere dal livello di tensione che caratterizzano i loro contratti (bassa tensione, media tensione, alta e altissima tensione), debbano contribuire.
Le prime valutazioni indicano, a parere dell’ARERA, con specifico riferimento al meccanismo di cui alla deliberazione 50/2018/R/eel, un potenziale impatto sul cliente domestico tipo di circa 2 € annui.
Poco? Troppo? Quello che a noi non va giù e il metodo usato: far pagare ai cittadini le inefficienze di un sistema che, in questo caso, privatizza gli utili e socializza le perdite!
L’empasse generato dalle pronunce del giudice amministrativo, secondo il presidente dell’Adoc di Basilicata Canio D’Andrea, potrebbe trovare opportuna e conclusiva risoluzione solo con uno specifico intervento legislativo.
Il parlamento che uscirà dalla urne dopo il 4 marzo p. v. avrà interesse a risolvere legislativamente la questione e soprattutto ne avrà la capacità o sarà distratto da altre questioni?
Gli uffici dell’Adoc di Basilicata sono a disposizione degli utenti che potranno rivolgersi alle sedi Adoc di Basilicata di Potenza in via Via R. Danzi 2 ( 097146393 – 330798081) e Via Napoli 3, di Matera in Via Annunziatella 34, di Sant’Arcangelo in Piazza de Gasperi 10, di Marsicovetere in Via P. Festa Campanile 3 e di Lauria in via XXV Aprile.
Mar 01