Con una lettera aperta inviata al Prefetto di Matera, al Presidente della Regione Basilicata e al sindaco di Bernalda 350 cittadini residenti a Metaponto denunciano il totale senso di precarietà ed insicurezza, dovuto alla presenza “spropositata”, “sproporzionata”ed ormai fuori controllo,di extracomunitari che hanno preso il posto dei metapontini e avvento sulla comunità stessa, situazione che determina notevoli disagi conseguenti, eludendo gli standard minimi di sicurezza. Di seguito la nota integrale e le foto che documentano la presenza degli extracomunitari nel territorio di Metaponto.
Egregio Prefetto, Presidente Regione Basilicata, Sindaco,
Metaponto è una piccola comunità che ha dato la sua massima ospitalità e accoglienza sin dalla notte dei tempi. Nota è infatti, per essere sempre stata un crocevia importante, non solo dal punto di vista geografico ma anche e soprattutto dal punto di vista umano.
Con i suoi circa 1000 residenti, ultimamente però si ritrova a fare i conti con l’annosa e triste questione dello spopolamento, quale principale cancro della comunità stessa.
Negli anni l’assenza di lavoro e di servizi ha progressivamente ed in modo capillare dissipato larghe sacche di popolazione.
Oggi, al diradamento cittadino si somma l’avanzare del senso di totale precarietà ed insicurezza, dovuto alla presenza (che riteniamo “spropositata”, “sproporzionata”ed ormai fuori controllo),di extracomunitari che hanno preso il posto dei Metapontini e avvento sulla comunità stessa, nonché comportato notevoli disagi conseguenti, eludendo gli standard minimi di sicurezza.
Metaponto, mai così tanto ignorata come altre piccole comunità, mai così tanto presente nelle menti di chi, come in questo caso, l’ha eletta ideale ostello per il soggiorno di migranti o ospitale dormitorio a cielo aperto, per gente presumibilmente senza permessi, senza legge, senza fissa dimora.
Nonostante le quote di migranti previste per ogni singolo Comune siano state normate da un ben definito Accordo tra Anci e Viminale, che fissa il rapporto di 2,5 persone ogni 1000 abitanti, il Comune di Bernalda (13.000 abitanti circa fonte Wikipedia), nella Frazione di Metaponto, ne ospita da qualche anno ormai 70, a fronte delle 32,5 presenze “invece” contemplate (13000 x 2,5 = 32,5).
Dettaglio questo, che pare per niente trascurabile se si considerano anche solo “meramente” le ripercussioni di carattere socio-economico che tale provvedimento governativo comporta sulla già disagiata comunità metapontina.
Ad aggravare il tutto e a renderlo indiscutibilmente intollerabile, al punto da considerare quello attuale un vero e proprio “Stato di Emergenza”, è la presenza di un numero imprecisato di immigrati, che occupano in maniera ormai stabile ed abusiva alcune (pur) decadenti strutture del nostro comprensorio; immigrati che peraltro si sono resi protagonisti, stando alla cronaca recente, di reati perpetrati, non solo necessariamente nel ristretto centro urbano.
Ma andiamo per gradi.
Allo stato attuale le strutture visibilmente occupate risultano tre (tutte prive di acqua, luce e servizi igienici) come di seguito dettagliate:
Ex Falegnameria Pizzolla: divenuta un rifugio per oltre 100 di loro, risulta essere scenario, quotidianamente, di reati di vario tipo (che dovranno essere valutati dalle competenti Autorità);
Ex Fabbrica Montubi: al suo interno trovano rifugio approssimativamente (per difetto) 40 persone;
Ponte (che porta verso il Lido): le sue arcate si configurano quale vera e propria “ favelas”, aperta e popolata da una ventina di immigrati.
Immigrati, per la stragrande maggioranza non identificati, non identificabili ( a noi sembrano tutti uguali), non si sa se provvisti di regolari documenti di soggiorno, che vivono la quotidianità sotto le intemperie e con abitudini poco ortodosse,fatte di eccessi e di una generalizzata precarietà (prima tra tutte, una condizione igienico-sanitarie indegna per qualsiasi essere umano).
Alla luce di quanto premesso ed in qualità di abitanti di questa comunità, sentiamo doveroso denunciare il tutto, non avvertendo più da tempo quel senso di sicurezza e quei parametri minimi di legalità che le Istituzioni dovrebbero garantire ai propri cittadini e contribuenti.
A questo si aggiunga una sensazione di terrore nel vivere la routine quotidiana, nel timore che da un momento all’altro si possa consumare qualche episodio che possa segnare indelebilmente la comunità tutta, dati i precedenti episodi di cronaca.
Pertanto, per evitare strumentalizzazioni e distorsioni, la cittadinanza spontaneamente continua a riunirsi per confrontarsi sulla questione sicurezza, dettagliata nel presente documento, al fine di: prevenire, prendere opportuni provvedimenti, divulgare e ufficializzare il punto di vista della comunità tutta.
La gente ha paura.
Paura di fare un giro a piedi, sia per le vie principali, tanto più per quelle secondarie anche di giorno.
Paura che muta e si trasforma in terrore all’approssimarsi della sera, quando scatta il coprifuoco dettato dal buon senso.
Paura per la salute, per quella nostra, per quella dei nostri cari.
Paura di contrarre qualche epidemia (chi può escluderlo?!); paura che diviene solida realtà, alla luce di quanto verificatosi non più di qualche mese fa; quattro i casi di malaria registrati (in Contrada Pantano di Ginosa TA) a soli 6 km da Metaponto. Malaria, sì: ce ne eravamo quasi dimenticati, relegandone il ricordo ai tempi della bonifica. “Correva l’anno”…. insomma!
Paura per la moltitudine di furti, ( già più volte denunciati presso le autorità preposte), che vedono come bersaglio le aziende agricole, gli appartamenti e non solo.
Paura di tutta quella gente che vive la ruralità, ed un conseguente maggiore isolamento nelle varie contrade, ove spesso fabbricati precedentemente adibiti a ricovero di cose e mezzi, si sono trasformati senza autorizzazione alcuna in rifugio di molti (ne citiamo solo alcune: C.da Serramarina, C.da Sansone, ma vale per tutte).
Da annoverare inoltre –e per niente trascurabile – è la questione “Agricoltura”. Siamo ancora a febbraio, è vero. Ma tra qualche mese per Metaponto (la cui economia – si rammenta – verte sul primario), si aprirà la stagione di semina e raccolta dei meloni, pomodori e quant’altro: sono attese quindi, quasi per certo, ulteriori altre masse di migranti, a rimpinguare quelle pur copiose già presenti.
E Metaponto – signori – è Agricoltura, quanto è vero che è anche Turismo: Metaponto è Mare, Metaponto è Archeologia, Metaponto è Cultura.
Tutelare l’immagine del luogo, vuol dire anche evitare quella percezione di pericolo: lo si fa per i turisti, lo si faccia per tutti!
Il turista deve poterci raggiungere e sentirsi al sicuro sempre, in ogni singola ora di cui è fatto il suo soggiorno nella costa ionica, nell’area balneare quanto nel tessuto urbano della nostra Comunità.
Ecco perché, alla luce di quanto esposto e del sacrosanto ed inviolabile diritto di una comunità di riprendere a vivere in condizioni di serenità, normalità e legalità si richede in tempi celeri, di:
ripristinare ordine, decoro e legalità su questo territorio, attraverso opportune azioni di sgombero o affini;
riaprire la Caserma Carabinieri, anche nelle ore notturne;
potenziare ogni genere di controllo e azione che torni utile ad una imminente risoluzione del problema. La cittadinanza, logora dell’attuale status quo, alla luce dei fatti sopra esposti,esprime disappunto, segnala e richiede alle Autorità Competenti Imminenti e Celeri interventi per arginare il degrado nel quale pare progressivamente precipitare.