“La ricorrenza dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, impone delle riflessioni, specie in un momento storico in cui, lungi dall’affermazione di una raggiunta parità, si assiste alla preoccupante crescita di fenomeni quali violenza, sopraffazione e segregazione delle donne”, ad affermarlo è la Consigliera regionale di Parità, Ivana Enrica Pipponzi.
La violenza contro le donne è un problema strutturale della società e che, per sua radice, rientra nell’alveo delle discriminazioni di genere presenti nei vari ambiti della vita quotidiana di moltissime donne, anche in ambito lavorativo. Ed è proprio nell’ambito delle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro, nelle sue più svariate sfaccettature (disparità salariale, sfruttamento delle donne nel lavoro nero, persistenza degli stereotipi culturali, licenziamenti per maternità e molestie sessuali sui luoghi di lavoro) che la Consigliera di parità – quale pubblico ufficiale – non può restare inerme.
“Per questo”, prosegue la Pipponzi, “nel ribadire l’importanza della differenza, è necessario valorizzare la categoria della parità dei generi (e tra i generi), nella consapevolezza che l’empowerment delle donne è il vero fattore di sviluppo per la crescita della società e dell’economia. A quasi un anno e mezzo dal mio insediamento, ho ascoltato tantissime donne vittime di discriminazioni e violenze a seguito di problematiche legate alla maternità o per molestie sessuali o per mancato avanzamento di carriera, mobbing o lavoro nero, supportandole anche nelle azioni giudiziarie; con altrettanta incisività ho avviato importanti azioni positive nell’ambito della conciliazione vita-lavoro, della rimotivazione al lavoro dopo i percorsi di violenza, di formazione sui temi delle molestie sessuali e violenza sui luoghi di lavoro. Ma c’è ancora moltissimo da fare perché la nostra Regione è tra i fanalini di coda nello scenario nazionale in tema di occupazione femminile, welfare aziendale, natalità ed un’ancora imponente numero di dimissioni per maternità”.
Ancora troppe poche donne lucane trovano il coraggio di formalizzare la denuncia per le molestie sessuali subite sul luogo di lavoro per paura di ritorsioni da parte del datore di lavoro. I dati ISTAT riportano che l’8,9 delle dipendenti è vittima di ricatti sessuali in cambio di assunzioni o promozioni. Una donna su cinque ne parla e solo lo 0,1 % dei casi finisce in Tribunale.
“La via maestra per tutelare e migliorare la condizione femminile”, conclude la Consigliera regionale di parità, “deve essere l’applicazione della Risoluzione Europea sulla “Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale” (approvata nel settembre 2016) e della Convenzione di Istanbul, ancora poco conosciuta ed applicata. L’obiettivo, dunque, è dare forma ai contenuti della Risoluzione Europea, mediante: 1) l’intensificazione dell’impegno in materia di work-life balance per incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; 2) la modernizzazione del mercato del lavoro che agevoli la conciliazione vita privata-lavoro, realizzato col telelavoro e con lo Smart working; 3) l’aumento e la diffusione della cultura del congedo di paternità obbligatorio, e conseguente investimento sul welfare. È fondamentale, peraltro, diffondere la cultura della parità e delle pari opportunità già nella Scuola per meglio contrastare sul nascere gli stereotipi di genere, così da scongiurarne la radicalizzazione. Su questo ultimo punto il recente Protocollo d’Intesa tra la Consigliera nazionale di parità e il MIUR ha sancito un percorso virtuoso, anche a livello Regionale, tra dette Istituzioni quanto allo sviluppo della cultura paritaria e il contrasto alla violenza di genere, individuando proprio nelle Consigliere regionali dislocate su tutto il territorio nazionale, i presidi e le referenti deputate a dare piena attuazione al Protocollo”.