Vincenzo Menzella, già assessore ai Sassi di Matera e iscritto al PD Matera, in una nota traccia un’analisi dell’esito delle elezioni politiche 2018, che hanno decretato il successo della Lega di Salvini al Nord, il successo stratosferico del Movimento 5 Stelle al Sud e il crollo clamoroso del Partito Democratico in tutta Italia. Di seguito la nota integrale.
Le proporzioni del risultato elettorale, stringendo l’Italia in una morsa che manifesta il rifiuto di ogni decente forma di coesione sociale e di modernità meritano di essere commentate senza indulgenza. Pur analizzando le ottime “ragioni” dei vincitori, Salvini al nord, i postgrillini al Sud per le responsabilità’ abbondantemente esposte nelle analisi post elettorali: disagio e sicurezza sociale, arroganze della cosiddetta casta, errori e limiti nel governo delle istituzioni territoriali, difetti e insufficienze nella comunicazione sui meriti della pur promettente evoluzione della congiuntura economica. Soprattutto l’incrocio fra il peso della paura e degli egoismi territoriali al nord e la promessa di redditi a prescindere ai giovani disoccupati del Sud. Tutte cose peraltro note e dibattute, il cui effetto era largamente previsto. Ora la politica nazionale dovrà affrontare il tema della ardua se non impossibile governabilità in un Paese paradossalmente unito non da una moderna idea di Nazione ma da un diffuso sentimento ostile e distruttivo che rischia di isolarci in Europa e sprofondarci nel Mediterraneo. Tema della governabilità che dovrà vedere il PD, pur sonoramente sconfitto, alle prese con l’urgenza di una forte e coraggiosa rigenerazione. Lo ha scritto già su queste pagine Vincenzo Viti. Il PD dovrà fare i conti con la sua inadeguatezza e con le sue evidenti criticità. E dovrà partire dai territori nei quali ha subito le sue più cocenti sconfitte. Senza badare alle comiche esaltazioni delle percentuali vantate in Basilicata dai partitini della diaspora a sinistra, triste recitazione sulle rovine di un patrimonio politico che costituiva una risorsa e che ora è solo il pallido ritratto del mondo che fu.
Occorrera’ perciò partire dai territori, sopratutto in una Basilicata che a fine anno affrontera’ la prova più delicata del rinnovo alla Regione e, temiamo, nelle sue città più significative alle prese con una situazione di stallo e di regressione politica e amministrativa.
La rinnovata Direzione regionale del Pd verrà chiamata a riflettere seriamente su questioni rilevanti. Innanzitutto sul tema di un radicale ripensamento delle strategie economiche in una regione chiamata a fare i conti con la sostenibilita’ delle sue risorse ambientali e finanziarie e con un modello di sviluppo che affronti seriamente non solo i temi della occupazione e della povertà ma della innovazione e dell’efficientamento della burocrazia regionale, vero ventre molle dei risultati gestionali.
Ma il tema di un forte e coraggioso rinnovamento riguarderà sopratutto il partito sconfitto, che è stato, nelle realtà più significative ed esposte, la negazione del modello di comunità, federazione conflittuale di potentati e di affarismi locali, evidentemente privo di guide credibili. Si pensi a Matera dove i grillini hanno conquistato elettoralmente, sotto la spinta di una protesta senza volto (oltre il 53%), la città Capitale della Cultura Europea, denunciando così la più grave crisi di direzione politica, intellettuale e morale delle elites cittadine. Se Matera é il caso limite che esige il più immediato e radicale cambiamento di metodi e di gestione, aprendo la città ad un salutare innesto di energie nuove e di qualità, ricorrendo a primarie aperte e sottraendo così
il partito a costumi fallimentari, a Potenza è necessario chiudere ormai con il balletto delle recriminazioni e delle fazioni e affrontare piuttosto il tema del governo della città, delle sue regole e della sua prospettiva. Sono due condizioni preliminari da cui partire per dare un segnale di risveglio e di chiara inversione di direzione di marcia. Ed è ben evidente che di fronte al tema così esigente vecchie consuetudini, piccole convenienze e perniciose alleanze non servano più. E che ogni ambizione personale debba fare i conti con una ambizione più forte di ogni legittima aspettativa personale.
Non mi pare inutile scrivere queste cose, dettate dal buonsenso e dalla preoccupazione vivissima che si stiano chiudendo le porte alle speranze che il Paese ci aveva affidato e che probabilmente abbiamo tradito. Ora non è più lecito sbagliare.
Vincenzo Menzella, già assessore ai Sassi di Matera e iscritto al PD Matera