A gennaio le vendite al dettaglio registrano una diminuzione, rispetto al mese precedente, dello 0,5% in valore e dello 0,7% in volume. E’ quanto rileva l’Istat. Rispetto a gennaio 2017, le vendite al dettaglio registrano una flessione dello 0,8% in valore e dell’1,9% in volume. In particolare, le vendite di beni alimentari non subiscono variazioni, mentre quelle di beni non alimentari calano dello 0,9% in valore e dell’1,0% in volume. Nel trimestre novembre 2017-gennaio 2018 l’indice complessivo registra un calo dello 0,2% in valore e dello 0,5% in volume. Nello stesso periodo, le vendite di beni alimentari diminuiscono dello 0,4% in valore e dell’1,0% in volume; sostanzialmente stabile risulta l’andamento dei beni non alimentari.
Il 2018 dunque si apre peggio del previsto per le vendite al dettaglio. I diversi segnali di rallentamento nello scenario economico italiano si concretizzano in una riduzione dell’indice di quasi il 2% reale rispetto a gennaio 2017, nonostante l’Istat abbia finalmente integrato la rilevazione con le vendite effettuate tramite internet, l’ambulantato e altri canali non considerati fino a oggi. Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati diffusi dall’Istat. Il debole profilo dei consumi – continua la nota – non sarà certo risollevato dal rinvio della decisione sugli aumenti dell’Iva che, per ragioni tecniche, non potrà essere assunta nel testo del prossimo DEF. Ciò potrebbe peggiorare il sentiment delle famiglie, con riflessi negativi sul profilo degli investimenti e, in definitiva, del PIL dell’anno in corso.
Come ha sottolineato il Presidente nazionale Carlo Sangalli, Confcommercio-Imprese Italia – sottolinea Fausto De Mare – non è abituata a fare il “tifo” per le parti politiche, ma svolge il proprio ruolo di rappresentanza e proposta nel rispetto reciproco dei ruoli. Nel documento che abbiamo presentato in occasione delle elezioni – “Un tema, una proposta. Le priorità delle imprese del terziario per la prossima legislatura”- abbiamo evidenziato 24 temi-chiave e le misure per noi decisive per una crescita più sostenuta e per creare condizioni di mercato più favorevoli per la competitività delle imprese.
Per Confcommercio gli obiettivi urgenti dei quali si deve occupare chi prenderà la responsabilità di guidare il Paese sono senza dubbio almeno due: disinnescare gli aumenti dell’Iva già programmati per l’inizio del 2019, che distruggerebbero qualsiasi ipotesi di crescita e devono avere la priorità rispetto a eventuali riduzioni di imposte o provvedimenti di sostegno al reddito; introdurre il riporto delle perdite che oggi è consentito solo alle società di capitale anche alle imprese in contabilità semplificata che adottano il regime di cassa.
Alle misure urgenti, si affiancano poi le attività necessarie, che abbiamo cercato di riassumere nel nostro documento. E che, se vogliamo, si semplificano con uno slogan. Nel nostro Paese vanno combattuti due eccessi –di carico fiscale e di burocrazia- e due deficit –di legalità e di infrastrutture. E tutto questo nel, faticoso ma indispensabile, processo di risanamento dei conti pubblici, con particolare attenzione alla riduzione del rapporto tra debito e PIL. Un processo indispensabile per proseguire il percorso delle riforme avviate in questi ultimi anni. Come ha detto tante volte il Presidente Sangalli, siamo molto preoccupati del rischio di una fase di ingovernabilità perché questo potrebbe far saltare la pax finanziaria. Ci auguriamo, insomma, che il nostro Paese possa tornare al più presto a camminare, magari accelerando il passo, verso il futuro.
Mar 15